Prendendo spunto dall’ennesimo arresto di un vescovo, in Cina (notizia del 5 luglio di Asianews), aderiamo all’appello lanciato dalla stessa agenzia Asianews per la liberazione di vescovi e sacerdoti cinesi arrestati dal regime comunista. Facciamolo conoscere.
Il cristianesimo è il futuro della Cina, il comunismo è il suo (orribile, criminale e nefasto) passato. La rinascita cristiana della Cina, sebbene ostacolata in ogni modo dal potere, è imponente. Aiutiamola. Sarà un grande segno per tutto il mondo. La Cina è vicinissima.

5 Luglio 2005
CINA
Arrestato il vescovo Giulio Jia Zhiguo
cina
E’ il 6° arresto del prelato che ha già trascorso 20 anni in prigione.

Pechino (AsiaNews) – Mons. Giulio Jia Zhiguo, 70 anni, vescovo sotterraneo di Zhengding (Hebei, Nord Cina), è stato arrestato ieri davanti alla sua casa alle 15.30 (ora locale). Né dà notizia la Kung Foundation. Il prelato è stato portato via da 2 uomini verso una destinazione sconosciuta.

Rappresentanti del governo hanno avvertito in anticipo il prelato dell’arresto e gli hanno ordinato di dire alle persone che veniva portato via per dei controlli sanitari. Mons. Jia non è al momento malato e non ha bisogno di alcuna cura.

Mons. Jia è vescovo dal 1980 e ha già trascorso 20 anni in prigione. Egli è a capo di una delle diocesi più vive dell’Hebei, la zona a più alta concentrazione di cattolici, circa 1 milione e mezzo. Vive quasi sempre agli arresti domiciliari. Non essendo riconosciuto dal governo, egli non potrebbe esercitare il suo ministero. Per questo, prima di grandi feste religiose (Natale, Epifania, Pasqua, Pentecoste, l’Assunta) egli viene rapito e costretto a subire indottrinamento per prevenire celebrazioni e raduni di cristiani sotterranei. Talvolta, in occasioni di importanti riunioni del Partito, o di visite dall’estero di capi di stato e personalità, viene segregato in luoghi sconosciuti. Nel ’99, per prevenire la sua attività evangelizzatrice, la polizia ha proibito al vescovo di mantenere aperto un orfanotrofio per bambini abbandonati ed handicappati. Ma poi ha dovuto concedere il permesso a causa della pressione internazionale. Il vescovo mantiene a sue spese e in casa sua circa 100 bambini disabili.

Questo è il 6° arresto del prelato dal gennaio 2004. La prima detenzione risale al 5 aprile 2004, quando una macchina del governo è apparsa davanti alla sua casa e lo ha portato via senza alcuna spiegazione. A causa di questo il Vaticano ha protestato con una dichiarazione ufficiale del direttore della Sala Stampa della santa Sede. Joaquin Navarro-Valls aveva definito l’arresto di mons. Giulio Jia Zhiguo “non ammissibile in uno Stato di diritto che dichiara di garantire la libertà di religione e di rispettare e preservare i diritti umani”. Il vescovo è stato poi sequestrato dal 13 al 18 giugno dello stesso 2004; arrestato una volta in settembre, una in dicembre ed una in gennaio, quando venne recluso per 3 giorni nella provincia di Shijiazhuang (Hebei).

Questi ripetuti arresti e molestie sono un tentativo di convincere mons. Jia ad aderire all’Associazione patriottica. Questa è un organo del Partito comunista cinese che cerca di controllare la Chiesa cattolica ufficiale. Tra gli scopi espressi nel suo statuto vi è il progetto di creare una Chiesa indipendente dalla Santa Sede e dal papa.

Petizione al Parlamento cinese: liberate vescovi e sacerdoti

Campagna per chiedere la liberazione di 19 vescovi e 18 sacerdoti arrestati o impediti a svolgere il loro ministero. Inviamo messaggi all’Assemblea nazionale del popolo e al Comitato Olimpico.

Roma (AsiaNews) – AsiaNews, insieme all’Holy Spirit Study Centre di Hong Kong e a diverse comunità e siti cristiani in Europa, ha deciso di pubblicare una lista di vescovi e sacerdoti cinesi impediti a svolgere il loro ministero perché arrestati e scomparsi, o rinchiusi in campi di lavoro e di rieducazione. Essi fanno tutti parte della cosiddetta Chiesa clandestina, formata cioè da cattolici che rifiutano il controllo capillare e asfissiante del governo sulle attività religiose, per praticare la loro fede al di fuori delle strutture ufficiali e registrate. Essi fanno ciò non per sfida contro il governo, ma per esigere la libertà religiosa che, seppure in teoria, è garantita dalla costituzione cinese, oltre che per conservare il legame di fedeltà con il Papa, che Pechino vuole sia spezzato.

Fra di essi vi sono 6 vescovi, di età fra i 50 e gli 83 anni, arrestati e poi scomparsi nelle mani della polizia. Quelli sequestrati da più tempo sono i due vescovi di Baoding (Hebei): mons. Giacomo Su Zhimin, l’ordinario, e mons. Francesco An Shuxin l’ausiliare, arrestati nel ’96 e nel ’97. Su di loro, sebbene sollecitato da tante personalità internazionali, il governo ha sempre taciuto, facendoci temere l’irreparabile.

Segue una lista di altri 13 vescovi, non arrestati in modo ufficiale, ma agli arresti domiciliari. Essi sono sempre sotto stretta sorveglianza, non possono esercitare il loro ministero in pubblico, non possono ricevere visite dai fedeli o dai loro sacerdoti. La maggior parte di essi sono intorno agli ottanta anni di età. Eppure il governo li costringe di continuo a controlli, indottrinamenti, lavaggi del cervello, incurante della loro età o delle loro malattie.

Nessuno di loro si è mai macchiato di alcun crimine: non sono terroristi, né guerriglieri, né estremisti. Molti di essi, come il vescovo Jia Zhiguo, sono famosi per la loro carità e generosità, provvedendo a proprie spese a centinaia di bambini abbandonati. L’unico loro “crimine” è non accettare di essere iscritti all’Associazione patriottica, l’organismo, voluto dal governo per il controllo della Chiesa che, fra i suoi scopi, ha ancora di mira la costruzione di una Chiesa separata dal Papa.

Vi è anche una lista di 18 sacerdoti, alcuni arrestati e scomparsi; altri condannati a 3 o più anni di lager. I motivi delle condanne sono: l’evangelizzazione, aver partecipato a una messa di ordinazione; aver dato l’estrema unzione a un moribondo, aver predicato un ritiro spirituale. Di alcuni di loro AsiaNews non è riuscita a sapere notizie recenti: dove si trovano, come è il loro stato di salute. È anche possibile che alcuni di loro abbiano già terminato di scontare la loro condanna. Ma questo non significa che siano liberi: il silenzio e le difficoltà poste dal governo cinese su queste situazioni è tale da farci temere che queste liste siano soprattutto incomplete per difetto.

Abbiamo deciso di pubblicare queste liste perché ci avviciniamo alla Pasqua, che è la celebrazione della vittoria di Gesù Cristo sulla morte. Il solo sguardo a questa lista e la preghiera per questi martiri ci conforta: essi soffrono in luoghi come l’Hebei, il Zhejiang, il Fujian, l’Henan, dove si registra una rinascita religiosa impressionante e una conversione sempre più forte al cristianesimo. Essi sono il segno che “la parola di Dio – come diceva san Paolo – non può essere incatenata”.

Nello stesso tempo, come cristiani, non possiamo non condividere – almeno nella preghiera e nella comunicazione – le loro catene.

Abbiamo deciso di pubblicarla oggi, in contemporanea con l’apertura dell’Assemblea nazionale del Popolo perché in questo periodo vi sono molti cinesi che tentano di raggiungere in piazza Tiananmen i delegati di questa Assemblea per consegnare loro una petizione, raccontare un’ingiustizia, domandare aiuto. Questa lista è la nostra petizione ai quasi 3 mila delegati dell’Assemblea, per chiedere loro la liberazione per questi vescovi e sacerdoti e una piena libertà religiosa per il popolo cinese.

Alla Cina dei grandi successi economici e agli investitori internazionali la libertà religiosa sembra essere un’appendice di poco conto. In realtà essa è la base solida su cui la Cina potrà costruire un sviluppo equilibrato, rispettoso della persona e della società. Attualmente in Cina la gente muore nelle fabbriche per sovra-sfruttamento, nelle miniere per mancanza di sicurezza, nelle campagne per fame o disperazione. Mentre governo e imprenditori stranieri celebrano la Cina come “il centro di gravità dell’economia universale”, la società continua ad essere scossa da tensioni fra polizia e disoccupati, partito e villaggi. Solo cinesi liberi di esprimere la loro fede potranno trovare la via per affermare la dignità della persona e la solidarietà nella società.

Nel 2008 Pechino ospiterà i Giochi olimpici. Molte persone nel mondo vorrebbero penalizzare la Cina per le violazioni ai diritti umani. Per ora noi preferiamo inviare questa lista di vescovi e preti all’Assemblea nazionale del Popolo e al Comitato olimpico per chiedere di preparare l’evento liberando questi martiri della fede. Che Giochi sarebbero se dietro ai nuovi e fiammanti palazzi dello sport ci fossero carceri e persone ingiustamente imprigionate?

Chiediamo a tutti coloro che aderiscono a questa campagna di inviare via e-mail o via fax un messaggio, anche breve, insieme alla lista qui pubblicata a questi indirizzi:

Assemblea Nazionale del Popolo
e-mail: xwzx2005@peopledaily.com.cn
Comitato Olimpico Internazionale
Pechino: Presidente Qi Liu e-mail: 2008@beijing-olympic.org.cn
Losanna: Presidente: Jacques Rogge
International Olympic Committee
Château de Vidy
1007 Lausanne
Switzerland
Tel: +41.21. 621 61 11
Fax: +41.21. 621 62 16

Ambasciata Rep. Popolare Cinese in Italia (ma ognuno scrive all’ambasciata cinese nel proprio Paese)

Via Bruxelles 56
00198 Roma RM
Tel. +39-06-8413458
Fax +39-06-85352891
Ecco una lista dei vescovi sequestrati, o impediti nel loro ministero e dei sacerdoti di cui si ha traccia dell’arresto e della loro condanna ai lavori forzati. Per essi AsiaNews e altri siti cristiani lanciano una campagna per la loro liberazione (la lista, forse incompleta per difetto, è aggiornata al 1° marzo 2005)

Vescovi arrestati e scomparsi

Questi vescovi sono dei veri e propri “desaparecidos”: sequestrati, arrestati dalla polizia senza alcuna accusa e da allora scomparsi.

1) Mons. Giacomo Su Zhimin (diocesi di Baoding,Hebei). Ha 72 anni. Arrestato e scomparso dal 1996. Nel novembre 2003 è stato visto nell’ospedale di Baoding, controllato dalla polizia, dove ha subito cure al cuore e agli occhi. Ma dopo pochi giorni è scomparso ancora.

2) Mons. Francesco An Shuxin (ausiliario diocesi di Baoding, Hebei). Ha 54 anni. Arrestato e scomparso dal 1997.

3) Mons. Han Dingxian (diocesi di Yongnian/Handan, Hebei). Ha 66 anni. Arrestato nel dicembre ’99. In passato è stato in prigione per circa 20 anni. Rimane sempre isolato e impossibilitato a incontrare chiunque. Nessuno dei suoi fedeli riesce mai a visitarlo, nemmeno i parenti.

4) Mons. Cosma Shi Enxiang (diocesi di Yixian, Hebei). Ha 83 anni. Arrestato il 13 aprile 2001. Mons. Shi è stato ordinato vescovo nel ’82. Era stato in prigione per 30 anni. L’ultima volta fu arrestato nel dicembre ’90, poi rilasciato nel ’93. Da allora è vissuto in isolamento forzato fino al suo ultimo arresto.

5) Mons. Filippo Zhao Zhendong, (diocesi di Xuanhua, Hebei), anni 84, arrestato verso la fine di dicembre del 2004.

6) Padre Paolo Huo Junlong, amministratore della diocesi di Baoding, di anni 50 (circa) ordinato nel 1987. Arrestato lo scorso Agosto 2004. Ancora detenuto in località sconosciuta, senza processo, e senza accuse precise. Con lui sono stati arrestati e scomparsi nelle mani della polizia due suoi compagni di ordinazione: p. Zhang Zhenquan e p. Ma Wuyong (v. sotto).

Vescovi impediti nel ministero

Decine di altri vescovi non ufficiali sono sequestrati per un certo periodo, poi riportati nella loro chiesa. Rimangono sotto stretta sorveglianza e impediti di esercitare il loro ministero. Molti di essi sono malati e ormai anziani. Non possono ricevere visite di preti, suore o seminaristi. Tutte le loro visite sono controllate.

Fra i vescovi più giovani e impediti nel loro ministero vi sono:

1) Li Side, vescovo non ufficiale di Tianjin. Ha 78 anni. È a domicilio coatto e non può svolgere lavoro pastorale. In passato è stato arrestato nel dicembre 1989 e rilasciato nel giugno 1991.

2) Mons. Giulio Jia Zhiguo (diocesi di Zhengding, Hebei), 68 anni. A fasi alterne è fermato e poi rilasciato. In questo anno è stato arrestato ben 2 volte. La Santa Sede ha fatto pubblici appelli per la sua liberazione. Ogni mese subisce settimane di indottrinamento forzato sulla politica del governo.

3) Mons. Zhang Weizhu (diocesi di Xinxiang, Henan). Ha 45 anni. È un pastore molto attivo e ha fondato due ordini religiosi. È impedito a recarsi nella sua diocesi. È sotto controllo nell’Hebei.

Diversi vescovi sotterranei, perseguitati con asprezza in passato, sono ora molto vecchi. Eppure molti di loro subiscono ancora controlli, isolamento, lavaggio del cervello. Altri sono ormai resi immobili dalla malattia.

4) Mons. Bartolomeo Yu Cengti, 74 anni, vescovo di Hanzhong (Shaanxi), dal dicembre 2001 è agli arresti domiciliari. Isolato: ai suoi sacerdoti è vietato incontrarlo. E’ molto malato, e non svolge lavoro pastorale.

5) Mons. Li Hongye (diocesi di Luoyang, Henan); arrestato nel ’97. Ha 83 anni. E’ malato.

6) Mons. Liu Guandong (diocesi di Yixian, Hebei). Ha 84 anni. È sotto controllo, ma è impedito a svolgere il ministero soprattutto a causa della sua malattia.

7) Mons. Giuseppe Fan Zhongliang (diocesi di Shanghai). Ha 85 anni ed è malato. É sempre sorvegliato sebbene goda di una certa libertà. 8) Mons. Han Jingtao (diocesi di Sipin, Jilin). Ha 82 anni. Pur essendo molto malato, rimane sotto controllo della polizia e non può lavorare in pubblico. 9) Mons. Giovanni Yang Shudao (diocesi di Fuzhou, Fujian). Ha 84 anni. L’arcivescovo Yang ha subito in passato circa 30 anni di prigione. È stato arrestato nel ’55 per essersi rifiutato a entrare nell’associazione patriottica. Rilasciato dopo 26 anni, nell’81, è arrestato di nuovo nell’88 per 3 anni. Ancora adesso a periodi alterni, è sottoposto ad arresti e controlli. È molto malato.

10) Mons. Tommaso Zeng Jingmu (diocesi di Yujiang, Jiangxi), 83 anni.

11) Mons. Xie Shiguang (diocesi di Mingdong, Fujian). Ha 86 anni. Arrestato nell’ottobre ’99. Al suo arresto, secondo la polizia, era “stato invitato ad una chiacchierata” con rappresentanti del governo e portato in una località sconosciuta. Mons. Xie aveva sempre rifiutato la richiesta governativa di registrare ufficialmente la chiesa sotterranea di Mindong. Il vescovo è ritornato presto “libero, ma sotto controllo”.

12) Mons. Giacomo Lin Xili (diocesi di Wenzhou, Zhejiang). Ha 84 anni. Arrestato dal settembre ’99 e liberato all’inizio del 2002. Il vescovo rimane sempre sotto controllo e non è libero. Cattolici della sua diocesi affermano che il suo arresto, assieme a quello di diversi sacerdoti, è dovuta a una campagna lanciata dalla locale Associazione Patriottica per costringere clero e vescovo ad entrarvi. La campagna di convincimento avviene con violenze e ricatti. Nella sua diocesi la chiesa non ufficiale è sempre minacciata da arresti e distruzioni. A metà dicembre ’99, 2 chiese sono state fatte saltare a Wenzhou, altre 3 nell’aprile dello stesso anno. Nel villaggio di Linjiayuan la chiesa è stata costruita 3 volte e 3 volte distrutta. L’ultima volta è stato alla fine dell’ottobre 2001.

13) Shi Hongzhen, vescovo coadiutore di Tianjin, 75 anni. Quest’anno ha compiuto 50 anni di ordinazione sacerdotale. Non può lavorare, soprattutto a causa della sua malattia. Non è a domicilio coatto.

Sacerdoti arrestati e/o condannati

A) Zhang Zhenquan, Ma Wuyong (diocesi di Baoding, Hebei), arrestati nel luglio-agosto 2004 durante una cerimonia per l’anniversario di ordinazione, insieme a p. Huo Junlong, amministratore della diocesi di Baoding.

B) P. Li Wenfeng; p. Liu Heng; p. Dou Shengxia (diocesi di Shijiazhuang, Hebei): arrestati il 20 ottobre 2003 insieme a diversi seminaristi durante un ritiro spirituale a Gaocheng.

C) P. Chi Huitian (diocesi di Baoding, Hebei), arrestato il 9 agosto 2003 mentre celebrava la messa durante un campo estivo di catechismo a dei ragazzi.

D) P. Kang Fuliang, Chen Guozhen, Pang Guangzhao, Yin Ruose, Li Shujun (diocesi di Baoding, Hebei): arrestati il 1 luglio 2003 perché in visita a p. Lu Genjun, appena rilasciato da 3 anni di lager, perché accusato di “evangelizzazione”.

E) P. Lu Xiaozhou (diocesi di Wenzhou, Zhejiang), arrestato il 16 giugno 2003 mentre stava per dare l’estrema unzione ad un moribondo.

F) P. Lin Daoming (diocesi di Fuzhou, Fujian). Arrestato il 3 maggio 2003, mentre è in visita da sua madre. La madre era stata appena rilasciata dalla prigione, arrestata perché era la cuoca del seminario sotterraneo di Ch’angle.

G) P. Zheng Ruipin (diocesi di Fuzhou, Fujian). Arrestato il 12 aprile 2003 insieme a 18 seminaristi. I seminaristi sono stati rilasciati; il padre è tuttora in carcere in luogo sconosciuto.

H) P. Pang Yongxing, p. Ma Shunbao, p. Wang Limao (diocesi di Baoding, Hebei). Arrestati rispettivamente nel dicembre 2001; il 24 marzo e il 31 marzo 2002 (domenica delle Palme e Pasqua). Il 7 luglio 2003 sono stati tutti condannati ai lavori forzati.

I) P. Li Jianbo (diocesi di Baoding, Hebei). Arrestato il 19 aprile 2001 a Xilinhot (Mongolia Interna) e condannato ai campi di rieducazione attraverso il lavoro. Si dice che sia molto malato.

Fonte: AntonioSocci.it

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