Cosa sta accadendo a Medjugorje?
“Ho fatto circa 2.000 chilometri fra terra e mare sulle tracce di una donna. E’ una donna di “una bellezza indescrivibile”, assicura chi l’ha incontrata” .
Così Antonio Socci racconta il suo primo viaggio a Medjugorje, sui luoghi dove, il 24 giugno 1981, alcuni adolescenti videro su una collinetta, nei pressi del villaggio bosniaco, una giovane ragazza, splendida, dolce, che si sarebbe presentata come la “Beata Vergine Maria” e che tuttora appare loro quotidianamente. A oltre vent’anni di distanza, oggi che Medjugorje è diventata meta di milioni e milioni di pellegrini, Socci ricostruisce, attraverso una rigorosa indagine giornalistica, la storia e il mistero di questi fatti: visita i luoghi, incontra i protagonisti, ascolta sacerdoti, teologi, scienziati. Alla ricerca delle ‘prove’ delle apparizioni, scandagliando i miracoli che là si sono verificati, i messaggi che sono stati dati all’umanità e soprattutto il contenuto dei ‘dieci segreti’: fatti eccezionali del futuro prossimo che i sei veggenti riveleranno, su indicazione della Vergine, tre giorni prima del loro accadere. L’ipotesi conclusiva è sorprendente e sconvolgente: riguarda il futuro di ognuno di noi.

Dall’Introduzione del libro di Antonio Socci Mistero Medjugorje (edizioni Piemme)

Cosa sta accadendo a Medjugorje? E’ una misteriosa vicenda iniziata alle 17,45 di mercoledì 24 giugno 1981. Si crede di saperne quanto basta, ma non è così. La maggior parte ignora, per esempio, che oggi questa storia è tutt’altro che conclusa, anzi pare sia solo agli inizi perché promette sviluppi sconvolgenti proprio nei prossimi anni. Medjugorje (pronuncia: Megiugorie), paesino dell’Erzegovina sperduto e sconosciuto a tutti, è diventato uno dei luoghi più visitati della terra. Solo dal 1981 al 1990 venti milioni di persone sono andati là pellegrini, nonostante le difficoltà del viaggio, i problemi (a quel tempo) del regime e l’assenza di pellegrinaggi ufficiali. Vittorio Messori ha definito questo fenomeno come “il maggior movimento di masse cattoliche del postconcilio” (ma in realtà l’afflusso non si è limitato ai cattolici: è arrivata là gente di tutti i tipi). Addirittura il papa avrebbe detto a un vescovo: “Medjugorje è il centro spirituale del mondo”.

Ma davvero una giovane donna bellissima, che afferma di essere la madre di Cristo, appare ogni giorno da 23 anni a sei ragazzi di questo villaggio? E cosa accade nel corso di queste apparizioni? Che si sa dei “dieci segreti” che sarebbero stati consegnati ai veggenti e che riguardano il destino del mondo nei prossimi anni? Si tratta di “segreti” analoghi a quelli di Fatima?

I vescovi dell’Oceano indiano che il 24 novembre 1993 furono ricevuti dal Papa e s’intrattennero con lui a cena, riferirono in seguito che la conversazione finì a un certo momento su Medjugorje e il Santo Padre avrebbe detto: “Questi messaggi sono la chiave per comprendere ciò che avviene e ciò che avverrà nel mondo”. Secondo padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria e autore di molti importanti libri su Medjugorje, la gravità di ciò che si annuncia in quei segreti, insieme all’appello accorato alla conversione, è l’unica spiegazione possibile di un fatto così eccezionale come la permanenza quotidiana sulla terra della Madonna per più di 23 anni.

Dunque da Medjugorje arriva qualcosa di enorme e di decisivo per il nostro futuro prossimo e remoto, oppure – come affermano alcuni – siamo di fronte al più grande imbroglio della storia cristiana? E’ possibile inventare e far crescere una truffa di tali dimensioni planetarie?

Sono andato, con queste domande in testa, a vedere, a indagare, per capire. Innanzitutto ho tentato, per quanto possibile, di ricostruire i fatti degli inizi, giorno per giorno, secondo le testimonianze (ricchissime di particolari, essendo tutti i protagonisti viventi, ma molto spesso imprecise e contraddittorie nei dettagli temporali, come accade normalmente quando tanta gente si trova contemporaneamente al centro di eventi molteplici e travolgenti e poi riferisce ciò che ricorda). Ho provato a fare una ricostruzione come una normale inchiesta giornalistica, cioè dando credito ai testimoni.

Poi ho proseguito chiedendomi se la storia è attendibile e i testimoni sono credibili, ovvero se ci sono indizi seri che accade loro davvero qualcosa di soprannaturale: il responso della scienza in proposito è impressionante.

Infine mi sono domandato quale sia il senso di tutto, il disegno, la trama segreta.

E soprattutto ho cercato di capire cosa potrà accadere di qui a poco: non a Medjugorje, ma al mondo, a tutti noi. Se veramente un pericolo mortale ci sovrasta.
Naturalmente questo è solo un contributo imperfetto alla scoperta della verità. Non voglio convincere nessuno di nulla perché io stesso ho iniziato questo viaggio senza certezze precostituite, aperto a ciò che avrei trovato, qualunque verità fosse. Tantissime cose non hanno potuto trovar posto in questo libro. Ho tralasciato molti aspetti anche importanti per concentrarmi sull’essenziale. Ci sono cose che a me sono sembrate incomprensibili e controverse e aspetti sconcertanti (così come trovo egualmente sconcertanti alcuni dettagli delle apparizioni di Fatima o La Salette), ma mi interessava indagare soprattutto su una cosa: la Madonna è veramente apparsa e sta tuttora apparendo a Medjugorje? Ed eventualmente perché? Con quale missione? Cosa dobbiamo aspettarci e cosa dobbiamo fare?

Ciò che ho scoperto ha sorpreso e impressionato me per primo: il mondo, tutta l’umanità, è in pericolo, un pericolo mai vissuto dal genere umano nella sua storia, un pericolo che neanche riusciamo a immaginare e che è imminente. Certo, si può non credere a questo prezioso avvertimento preventivo. Forse è perfino logico liquidare il tutto con un sorriso scettico. Ma se l’apparizione di Medjugorje e il suo accorato appello a mettersi in salvo sono autentici?

(…)

Dal Capitolo 17

(…) Ancora più clamoroso il caso di Diana Basile. Questa signora, nata nel 1940, sposata con figli, impiegata a Milano, nel 1972 si ammala di sclerosi multipla. Si tratta di una grave malattia del sistema nervoso centrale, con decorso cronico e progressivo. Per dodici anni la signora Basile va peggiorando sempre più: ricovero dopo ricovero e analisi dopo analisi. Quando, il 23 maggio del 1984 viene portata a Medjugorje, è pressoché impossibilitata a camminare e completamente cieca all’occhio destro con mille altre tremende comlplicanze. Quel giorno dev’essere aiutata da due persone perfino a salire le scale dell’altare della chiesa: si trova faticosamente nella stanzetta delle apparizioni.

Ed ecco il suo racconto: “Mi butto così in ginocchio, vicino all’ingresso. Quando i ragazzi a loro volta si inginocchiano (l’istante dell’arrivo della Madonna, nda), io mi sento come folgorare, odo un gran rumore, poi più nulla… Solo una gioia indescrivibile. Ho rivisto allora come in un film alcuni episodi della mia vita che avevo completamente dimenticato. Alla fine dell’apparizione mi metto inspiegabilmente a camminare da sola, prima adagio e poi sempre più agevolmente, con sicurezza, diritta come tutti gli altri… gli altri, quelli che mi conoscevano, mi abbracciano piangendo. Più tardi, rientrata in albergo, constato di essere tornata perfettamente continente, con sparizione della dermatosi e di aver riottenuto la possibilità di vedere con l’occhio destro, che è ridiventato normale, dopo ben dieci anni!”.

Il giorno dopo, la signora Diana, per ringraziamento, fa addirittura un pellegrinaggio, a piedi nudi, di dieci chilometri da Ljubuski, dove è il suo albergo a Medjugorje e poi è salita da sola sopra al Podbrdo sassoso e impervio. Un caso semplicemente strepitoso. Il professor Spaziante che alla vicenda della signora Basile ha dedicato lunghi studi, riassume il fatto: “Una malattia grave, seria, di lunga durata, resistente alle cure, che è scomparsa in un attimo. La guarigione della signora Basile Diana si presenta completa, perfetta, sia dal punto di vista organico e funzionale che dal punto di vista psichico e sociale”.

Alcune centinaia di documenti medici, sul prima e sul dopo (con la testimonianza su ciò che è accaduto all’apparizione) sono stati depositati dalla signora agli Uffici parrocchiali di Medjugorje e alla diocesi di Mostar. Il medico – dopo aver studiato per anni su questi referti clinici – annota esterrefatto: “Per me resta un quesito: com’è possibile che fasci di fibre nervose che collegano miliardi di neuroni, da anni gravemente danneggiati per la sclerosi multipla possano riabilitarsi così repentinamente? E’ come se qualcuno avesse sparato con un mitra dentro un computer sofisticato , con milioni di valvole, e ne avesse danneggiato le fini connessioni irreparabilmente. E, d’un tratto, tutto di nuovo diventa perfettamente funzionante… Mi piace ricordare l’avvertimento di Alexis Carrel, un genio della medicina: ‘Cercate laggiù! A Lourdes succedono cose inverosimili…’. Forse è lo stesso per Medjugorje”.

Si possono avere mille teorie contro Medjugorje, contro le apparizioni e contro i miracoli, si può essere laicamente certissimi che tutto questo “non può” accadere nel modo più assoluto. Però è accaduto e accade e “contra factum non valet argomentum”. Almeno per noi “razionalisti”.

Libro Boom
PER SOCCI UNA RIVINCITA DELLA MADONNA

di Fausto Carioti

Una vendetta della Madonna, quella di Antonio Socci nei confronti della televisione, verrebbe voglia di scrivere. Ma forse no: forse è solo l’ennesima vendetta silenziosa dell’altra Italia, quella che si mette un crocifisso al collo anche se non lo hanno disegnato Dolce & Gabbana; quella che preferisce portare i figli all’oratorio piuttosto che vederli rincoglionire davanti alla Playstation. Quella che la buona stampa progressista, quando si ricorda della sua esistenza, ama dipingere come un fossile vivente, sopravvissuto chissà come all’evoluzione politica e culturale del Paese, una sorta di drago di Komodo dell’ecosistema italiano.

Eccotelo qui, il fossile: in un mercato librario alla canna del gas, in cui il 72 per cento dei libri pubblicati vende meno di tre copie, lo “strano cristiano” – ribattezzato così da Ezio Mauro, che in tutta onestà prese atto di trovarsi dinanzi a qualcosa di ignoto ai salotti romani e alla redazione di Repubblica – in poche settimane ti fa andare via dagli scaffali trentamila copie di un libro che nessuno – ma proprio nessuno, eccezione fatta per il Foglio – sinora si è degnato di recensire. Colpa del titolo, sicuramente, così parrocchiale: “Mistero Medjugorje”. E di quella copertina con lo sguardo della Madonna in primo piano, manco fosse Aida Yespica. Insomma, il solito sermone di Socci sulla Madonna, roba per bigotti: perché parlarne?

Ad esempio perché il libro in questione – che di pubblicità non ha certo bisogno – non è un sermone. Ma un’inchiesta giornalistica con dati, testimonianze. Fatti. Ovviamente un’inchiesta condotta da uno che nel proprio sito dichiara di confidare «nell’immeritata predilezione della Santa Vergine, sua dolcissima Regina e protettrice», e che quindi si meriterebbe di essere seppellito da una valanga laica e magari atea di altri dati, controtestimonianze, controfatti. Oppure perché, intanto, il libro si permette di andare esaurito nelle librerie. Incurante di chi si preoccupa di ignorarlo, senza un grande editore alle spalle, forte solo del passaparola di chi l’ha letto, da due mesi continua a occupare buone posizioni nella classifica Demoskopea dei libri più venduti, dove pure – misteri del marketing editoriale – è stato piazzato tra i testi di letteratura “varia”, accanto all’autobiografia di Platinette e all’Iliade di Baricco. Uscito il 17 marzo, “Mistero Medjugorje” è già alla terza ristampa, per un totale di 31mila copie.
Del resto, che la Madonna “tirasse” Socci l’aveva già capito nella prima edizione del suo Excalibur, quando proprio una puntata dedicata alla sua “Regina e protettrice” gli fece raggiungere il 10 per cento di share in prima serata. Ora il giornalista senese dirige la scuola di giornalismo Rai di Perugia e la televisione la guarda dal salotto di casa. Giampiero Mughini, che pure gli è amico e gli è stato accanto nell’avventura televisiva, nel suo libro appena uscito lo definisce «un intellettuale cattolico tanto raffinato quanto poco consono all’uso dello strumento televisivo». E come Mughini la pensano in tanti.l In libreria, però, la storia è diversa. Prima il volume di Socci sull’odierno martirio dei cristiani, uscito nel 2002, ha venduto trentamila copie. Ora Mistero Medjugorje promette di fare di più. Per la presumibile gioia del suo amico e lettore Joseph Ratzinger, che a metà ottobre lo ha voluto con sé, a Belluno, per presentare “Fede, verità e tolleranza”, libro del futuro pontefice sui rapporti tra il cristianesimo e le altre religioni. Perché si può discutere se esista o meno una vita ultraterrena. Di certo, però, c’è vita – e tanta – al di fuori della pretesa egemonia culturale della sinistra e dei critici fedeli alla linea dello smarchettamento politicamente corretto. Basta avere gli occhi per vederla.

© Libero – 20 maggio 2004

Finito il secolo breve, il reporter Socci indaga a Medjugorje

DI ALESSANDRO ZACCURI

a definizione più esatta, probabilmente, è quella di romanzo involontario. Impostosi tra i più venduti anche alla recente Fiera internazionale del libro di Torino, il volume che Antonio Socci ha deciso di dedicare al Mistero Medjugorje valica infatti il duplice confine del reportage, sia pure ben documentato, e della personale testimonianza di devozione. Diventa qualcos’altro, e cioè un racconto appassionato, che fa tesoro della documentazione storica (la prima apparizione della Vergine in Erzegovina è fatta risalire, com’è noto, al 24 giugno 1981) inserito però nella prospettiva tutta particolare della profezia. Socci – che sul «caso Medjugorje» si era già soffermato nella trasmissione televisiva Excalibur – lo lascia con intendere con chiarezza: la verifica che gli sta a cuore non riguarda soltanto l’accertamento dei fatti, ma si estende alla possibilità di interpretare il Novecento, il «secolo breve» della secolarizzazione e degli olocausti, come capitolo irrinunciabile di una più vasta storia sacra, aperta alla dimensione del meraviglioso e, più ancora, del sovrasenso spirituale. Entrano in gioco le date, che legano in modo misterioso le apparizioni di Fatima con l’attentato a Giovanni Paolo II e alla guerra nella ex Jugoslavia, e assumono diverso spessore i luoghi, come la cittadina del Lazio, Civitavecchia, alla quale approda la statuetta della Madonna di Medjugorje destinata a suscitare clamore per la sua lacrimazione di sangue. In particolare, risultano trasfigurate le biografie dei singoli veggenti, ragazzi e ragazze diventati adulti in quello che – al netto di prove e controprove – si presenta come un quotidiano dialogo spirituale con Maria.
Detentori di dieci «segreti» che ancora attendono di essere pienamente rivelati, i veggenti sono in definitiva i veri protagonisti dell’involontario romanzo di Socci: cresciuti in un regime ostile al cristianesimo, sottoposti a persecuzioni poliziesche e perizie psichiatriche, ma sempre straordinariamente fedeli alla loro originaria schiettezza. E gli scettici? Nel libro di Socci c’è posto anche per loro, anche se l’autore non tarda a scoprire le carte per dichiarare il proprio radicato convincimento sulla realtà delle apparizioni.
Eppure, come capita in ogni buona inchiesta giornalistica – e, a pensarci bene, anche in tutti i buoni libri – Socci rimane il primo a cercare di contraddire se stesso, a non dare nulla per scontato, a operare ogni possibile deduzione e controdeduzione. Forse è per questo che il mistero, alla fine, rimane tale, risultando proprio per questo ancora più illuminante.

© Avvenire – 20 maggio 2004

 

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