CAGATA?
Secondo il Corriere.it (26/10) Vittorio Sgarbi, assessore alla Cultura del Comune di Milano, avrebbe espresso questo autorevole parere sull’allarme relativo alla conservazione dell’Ultima Cena di Leonardo, che si trova nel Cenacolo di Santa Maria delle Grazie: “Quella cagata di affresco non lo si può danneggiare più di così, è già un fantasma”. Il “Corriere” sottolinea che l’assessore “usa proprio queste parole per definire uno dei principali richiami artistici di Milano”. Ma è possibile? Quella parola comincia con “ca” come “capolavoro”. Avrà detto capolavoro. Infatti chi ha mai visto Sgarbi sopra le righe? Appare sempre così posato, coi suoi modi urbani, con quel suo temperamento timido e riservato, sempre in silente nascondimento.

ROSICONI
Giorgio Faletti – che dopo aver fatto scintille come comico e pure come cantautore – si è imposto come romanziere, vendendo una valanga di libri, confessa di aver sofferto di certi giudizi: “quello che mi ha fatto più male è Giorgio Bocca. Disse: ‘oggigiorgno, basta un Faletti qualsiasi’ ” (Il Giornale, 25/10). Ma come può Bocca aver detto ciò? Faletti deve aver inteso male. Bocca è notoriamente felicissimo delle alte tirature altrui. Mai nessun travaso di bile. Anzi gode degli altrui successi, va in sollucchero, s’inebria di piacere per loro. Basti vedere i suoi continui rallegramenti a Giampaolo Pansa…

GIULIANO L’APOSTATA
Bombastico match fra due amici. Carlo Panella scrive al Foglio (23/10): “Per giorni mi sono chiesto con stupore la ragione di tanto malriposto entusiasmo del Foglio per l’ambiguo appello dei 138 ulema musulmani ai cristiani”. E giù centinaia di righe di argomenti. Sì, la risposta di Giuliano Ferrara è stata un po’ fortina, ma esilarante. Dice al “Caro Carlo” che
“se fossi supponente come te in questa letterina” si potrebbe liquidare la faccenda così: “Eccitato islamista dilettante sfoga il proprio senso di colpa per il suo passato khomeinista trasformandosi in professionista dell’anti-islam”. E poi si diverte a chiudere così: “Una parola di più, un bicchierino di più e ti decapito”. Divertente e interessante. Ma non per Bruno Gravagnuolo che sull’Unità (25/10) prende tutto sul serio, definisce il buffo titolo che il Foglio ha dato a quella pagina (“Islamista sull’orlo di una crisi di nervi all’attacco”) come un “Incipit da titolista ‘togliattiano’ ”. E conclude che alcuni stanno ipotizzando una “(ri)conversione al centro” di Ferrara “nel solco di antiche nostalgie togliattiane”. A Gravagno’, te piacerebbe eh….

QUALITA’
Bruno Vespa risponde a Mario Capanna (Unità 23/10) che la sua trasmissione “è condannata a fare ascolti”, che “Cogne e Garlasco rappresentano una parte infinitesimale della nostra programmazione” e che lui deve saper “mettere insieme qualità e ascolti”. Capanna replica
che la puntata, da lui auspicata, sul referendum relativo agli Ogm, “otterrebbe ascolti almeno quanto quella dedicata recentemente…all’orgasmo femminile”. Si potrebbe suggerire anche un titolo: Alla ricerca del “punto ogm”.

TITOLAZIONE D’OTTOBRE
Sulla Repubblica (23/10) un articolo di Sandro Viola dedicato alla rivoluzione d’ottobre è lanciato con questo sommario: “Un immenso e arretrato paese si risvegliò dal sonno e dalla oppressione zarista”. Peccato che Viola scriva l’esatto contrario: che fu un “colpo di stato”, che dopo la rivoluzione “la povertà è ancora più tremenda di prima”, che in confronto al Terrore rosso la polizia degli zar appare “come una società di beneficienza” e che senza quella rivoluzione i russi oggi avrebbero avuto un reddito 3 o 4 volte superiore.

Ottimo. Ma chi è il compagno titolista?

Fonte: © Libero – 30 ottobre 2007

Print Friendly, PDF & Email