La caccia all’ebreo casa per casa, il massacro di civili, comprese donne e bambini, perché ebrei, o la loro cattura e deportazione (si può immaginare con quali trattamenti), non c’entra nulla con la causa dei palestinesi.

Questo è fanatico odio antiebraico e non avremmo voluto mai rivedere scene così orrende 80 anni dopo l’orrore nazista. Non si tratta neanche di una guerra (che si combatte fra eserciti): è odio sanguinario verso un intero popolo. L’obiettivo dei jihadisti, i quali ritengono che quella terra debba essere tutta e solo islamica, è la distruzione dello Stato ebraico. Continua

CONTRADDIZIONI

Nel 2019 – Donald Trump alla Casa Bianca – Enrico Letta pubblicava un libro, “Ho imparato” (Il Mulino), dove tuonava: “Il rischio è che Trump diventi un modello: licenza di oltrepassare il limite, senza argini, senza contrappesi. Ora è il turno della Cina, il nuovo grande nemico. La storia è tornata. Pechino è stata, infatti, il bersaglio principale della campagna presidenziale di Trump… Questa paranoia, che si è tradotta anche in un’escalation senza precedenti di offensive commerciali reciproche, va guardata in un contesto più ampio, cioè nella dinamica tra due imperi, uno in ascesa e uno in declino. Con Trump torna quindi la tentazione di cercare un nemico assoluto e con essa anche il rischio di ripiombare in una nuova Guerra Fredda… Una cortina di ferro tra i due colossi sarebbe una catastrofe”.

Il nuovo presidente Joe Biden, al G7 dei giorni scorsi – com’è noto – ha lanciato proprio una nuova guerra fredda per arginare l’espansionismo cinese. Maurizio Molinari, direttore di “Repubblica” ed esperto di politica estera, ha titolato così il suo editoriale: “L’Europa e la seconda Guerra Fredda”.

Letta ha rivolto a Biden lo stesso attaccho che aveva riservato a Trump per la nuova Guerra Fredda anticinese? Non risulta. Continua

Oggi, nella politica italiana, c’è un paradosso di enorme importanza, ma sembra che nessuno voglia vederlo. E c’è un motivo.

Il paradosso è questo: Donald Trump fu decisivo, nell’agosto 2019, per far nascere in Italia il governo Conte 2 (il famoso tweet su “Giuseppi”).

Con il successivo arrivo alla Casa Bianca di Joe Biden, si è creato il contesto politico internazionale che ha propiziato l’avvento, in Italia, del governo Draghi il quale ha riportato al governo il Centrodestra (quantomeno Lega e Forza Italia).

Non è curioso? Il presidente repubblicano che sembrava più in sintonia con il Centrodestra ha dato un contributo decisivo per la nascita del governo più di sinistra della storia recente, quello giallorosso.

Mentre con il presidente Dem, che è in sintonia con la Sinistra (in realtà ha un rapporto di amicizia soprattutto con Matteo Renzi), torna il Centrodestra in maggioranza. Continua

La possibile provenienza del Covid 19 dai laboratori cinesi di Wuhan(probabilmente una fuoruscita accidentale) un anno fa era già stata illustrata, fin nei dettagli, dal professor Joseph Tritto nel libro “Cina-Covid 19. La chimera che ha cambiato il mondo” (Cantagalli). Un libro uscito ad agosto 2020 e snobbato dai media mainstream.

La ricostruzione della vicenda fatta da Tritto è stata sospettata di “disinformazione” dalla polizia del pensiero della rete, fino alla censura.

Nessuno sembrava interessato a capire se era vero o no ciò che riportava il libro. Il fatto stesso che confermasse, con argomenti scientifici, quanto andava dicendo da mesi il presidente Donald Trump, bastava a renderlo tabù.

Accennare al laboratorio di Wuhan era sufficiente per essere bollati come trumpiani o liquidati come “complottisti”.  Dovevamo rassegnarci tutti alla storia del pipistrello a cui era addebitato tutto lo sfacelo umanitario ed economico provocato dal Covid nel mondo intero. Continua

“Tutte le involuzioni autoritarie hanno bisogno di un pretesto. Il turco Erdogan ha utilizzato il tentato colpo di stato del 2016, Mussolini il tentato omicidio di uno studente di 15 anni nel 1926, Hitler l’incendio del Reichstag. In alcuni casi i pretesti sono chiaramente fabbricati, come nel caso di Hitler, altri sono chiaramente autentici, ma in tutti questi casi la reazione emotiva a un torto serve a giustificare qualcosa che, almeno nel lungo termine, è molto peggio. Sento che questo è ciò che sta accadendo negli Stati Uniti in questo momento”.

Chi firma queste considerazioni, prendendo spunto dall’irruzione di manifestanti nel parlamento americano del 6 gennaio, non è affatto un trumpiano o un analista “di destra”. Tutt’altro.

E’ Luigi Zingales, stimato e autorevole economista italiano che ha una cattedra alla prestigiosa Università di Chicago e una quantità di titoli accademici. In Italia è editorialista del “Sole 24 ore” e ha una rubrica su “L’Espresso”. L’articolo di Zingales è uscito su “Promarket”, pubblicazione collegata alla stessa Università di Chicago. Continua

La Guida Suprema dell’Iran, Alì Khamenei, su twitter, tuona tranquillamente: “Israele è un cancro maligno che deve essere rimosso e debellato: è possibile e accadrà”.

E’ un tweet che sta lì da tempo, nessuno ritiene di cancellarlo, tanto meno viene cancellata da Twitter la Guida Suprema che pure in questi mesi ha tuonato contro gli stati musulmani che “scendono a compromessi con il regime sionista usurpatore” (si riferisce agli “Accordi di Abramo” stipulati grazie a Trump fra Israele e alcuni stati arabi).

In compenso Twitter ha “imbavagliato” Trump che continua a ripetere che ci sono state enormi irregolarità nel voto del 3 novembre.

Su Twitter cinguettano tutti, solo Trump è stato cancellato. C’è per esempio Maduro, che domina in Venezuela e può twittare esaltando il suo regime e attaccando gli oppositori.

“Mentre Twitter bannava il presidente degli Stati Uniti”, ha scritto Giulio Meotti, l’ambasciata cinese negli Stati Uniti presentava la tragedia demografica degli Uiguri “come una loro ‘scelta riproduttiva’. Il fantastico mondo della libertà digitale”. Continua

Il sogno di un’élite globalizzata occidentale è precisamente quello di stabilire una nuova religione mondiale. Per questo piccolo gruppo, le antiche religioni, e in particolare la Chiesa Cattolica, devono trasformarsi oppure morire. Devono abbandonare la propria dottrina e il proprio insegnamento morale, così da riuscire a realizzare una religione mondiale planetaria, una religione senza Dio, senza dottrina e senza insegnamento morale, una religione del consenso. Questa religione finirebbe in realtà per mettersi unicamente al servizio degli interessi finanziari… Siamo di fronte a un’iniziativa politica, ideologica, atea, a una dittatura aberrante e inammissibile.

Card. Robert Sarah, Si fa sera e il giorno ormai volge al declino (Cantagalli)

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La vera minaccia viene dalla dittatura universale di ideologie apparentemente umanistiche, contraddire le quali comporta l’esclusione dal consenso di base della società… La società moderna intende formulare un credo anticristiano: chi lo contesta viene punito con la scomunica sociale. Avere paura di questo potere spirituale dell’Anticristo è fin troppo naturale

Benedetto XVI

Da Peter Seewald, “Benedetto XVI. Una vita”

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Sono tempi cupi per chi ama la libertà. La voglia di bavaglio e di censuraavanza come un carro armato. La Sinistra “politically correct” – tribunale supremo delle idee ammesse o proibite – rivendica ormai la pretesa di decidere chi può parlare e chi no, cosa bisogna dire e come dirlo (in Italia già si discutono leggi di questo tipo).

Negli Stati Uniti questa ideologia accomuna i capitalisti della Silicon valley, gran parte dei media e le piazze manifestanti degli estremisti di sinistra. Con la compiacenza del Deep State.

Sono più potenti del presidente degli Stati Uniti Trump a cui hanno imposto, per tutta la campagna elettorale 2020, il bollo di biasimo delegittimante di twitter e facebook. Continua

“Io credo che senza il coronavirus Trump non avrebbe perso”, ha osservato Massimo D’Alema, riconoscendo così l’importanza decisiva del “virus cinese” nell’abbattimento di Trump, il gran nemico della Cina.

In effetti a gennaio scorso, prima del Covid, tutte le rilevazioni dicevano che Trump era di gran lunga vincente, visti i successi di politica economica e di politica estera (Trump è il primo presidente Usa da decenni che non ha fatto guerre, ma trattati di pace).

Si è spinto oltre l’affermazione di D’Alema un altro che nel Pci è nato e cresciuto, Giuliano Ferrara, quando – a urne aperte – è arrivato a dichiarare: “forse finiremo per ringraziarlo, questo virus maledetto, se almeno porterà via Trump dalla Casa Bianca”.

Una frase terribile che mostra a che livelli polemici si è arrivati, perfino qua. D’Alema ha ricordato che “c’è un video dei Democratici, diventato virale, in cui Trump è paragonato a Hitler. Non mi sembra certo un messaggio moderato”. Continua

Donald Trump conclude il suo primo mandato presidenziale con due successi straordinari che perfino gli avversari (non accecati dall’odio) hanno dovuto riconoscergli: l’economia e la politica internazionale.

A gennaio scorso, prima della tempesta Covid, l’economia americana macinava record su record, avendo praticamente azzerato la disoccupazione. Poi il “virus cinese” (come lui lo chiama) ha avuto effetti micidiali, ma la ripresa è già formidabile. Venerdì Federico Rampini su “Repubblica” riconosceva: “L’America riparte alla grande. Il dato sulla ripresa del suo Pil (+33% su base annua) è fantastico”.

A livello internazionale Trump ha sbarrato il passo alla marcia trionfale della Cina (favorita dai suoi predecessori) cambiando così l’agenda americana e mondiale. Inoltre ha concluso una serie di importanti trattati di pace, soprattutto in Medio oriente, senza mai fare una guerra (specialità del bipartito Dem/Neocon). In sostanza è lui che avrebbe meritato il Nobel per la pace, non Obama. Continua