Fu il cardinale Giuseppe Siri, trent’anni fa, a proporre l’abolizione del segreto del Conclave, quello che sono tenuti a mantenere sotto giuramento tutti i porporati sull’elezione di un papa nella Cappella Sistina.
Lo propose perché – lungi ormai dal tutelare le cose sacre – quella norma rischiava (e rischia) di diventare la copertura di cose profane (il prelato aggiunse allora – anni Ottanta – che si sarebbe dovuto pregare molto per i conclavi del futuro perché non arrivasse fin lì l’influenza esterna di qualche setta).
E’ paradossale che una proposta così innovativa e democratica sia stata avanzata dal prelato che era considerato il leader dei “conservatori”. E che in questi trent’anni nessun prelato ritenuto “progressista” l’abbia ripresa e fatta sua.
Continua