Il “Wall Street Journal” l’ha segnalato giorni fa, ma in Italia ancora non ce ne siamo resi conto. Eppure si tratta di un fenomeno epocale che lascerà il segno per lungo tempo.

Dunque il fatto storico a cui stiamo assistendo da qualche mese è il crollo rovinoso di tutti i partiti tradizionali della Sinistra in Europa e in America.

La sconfitta di Hillary Clinton (insieme a quella, da lei stessa provocata, di Bernie Sanders) negli Stati Uniti ha portato con sé la disfatta del Partito Democratico, anche nelle elezioni dei parlamentari e dei governatori.

E la presidenza Trump ha tutta l’aria di inaugurare un ciclo, come fece la prima presidenza Reagan.

Per restare nel continente americano, anche senza ricordare la scomparsa di Fidel Castro, la destituzione della Presidente del Brasile, Dilma Rousseff segna il collo della sinistra più rappresentativa a livello internazionale (anche in Argentina ha vinto il centrodestra di Mauricio Macrì).

Quello europeo poi è un panorama di rovine per i partiti tradizionali della Sinistra. In Gran Bretagna i laburisti di Corbyn, già male in arnese, sono stati “asfaltati” dal referendum sulla Brexit.

In Italia il Partito Democratico – perfino nella sua versione più accattivante, quella di Matteo Renzi – si trova ora a pezzi e si sta leccando le ferite dopo la disfatta del referendum di domenica.

In Francia la presidenza di Hollande è stata così disastrosa che l’uscente nemmeno è stato ricandidato e si prospetta un match fra i gollisti di Fillon e il Front National di Marine Le Pen. Gli elettori di sinistra si troveranno a scegliere fra la Destra e il Centrodestra. Continua