“Con franchezza va detto che papa Francesco è probabilmente il più grande ambasciatore della lingua italiana sulla scena mondiale in questo momento. Non ho idea di quante scuole americane offrano corsi di italiano, ma se il mio reddito dipendesse da quante persone vogliono imparare la lingua, farei il tifo perché Francesco rimanesse il più a lungo possibile”.

Giorni fa, uno dei più autorevoli vaticanisti americani, John Allen, sul sito di informazioni cattoliche Crux (che egli guida), faceva questa considerazione prendendo spunto dal recente viaggio del Papa in Kazakistan durante il quale, nei suoi interventi davanti ai vari leader delle religioni mondiali, ha usato la lingua italiana.

Per la verità il tono dell’articolo di Allen (che è anche Senior Vatican Analyst per la CNN) sembra un po’ ironico, forse infastidito. Probabilmente gli americani trovano indisponente o almeno bizzarro che, viaggiando per il mondo, una grande autorità come il Papa parli italiano anziché inglese. Continua

La “rivoluzione d’ottobre” del Sinodo è fallita e con esso è finita la prima parte del pontificato bergogliano. Quale sarà la seconda?

Il discorso conclusivo fatto sabato da Francesco lo fa intuire. Forse quello che inizia sarà uno degli anni più drammatici e confusi della storia della Chiesa. Continua