Nella foto papa Bergoglio che riceve in dono da Evo Morales la falce e martello dove è rappresentato il crocifisso (la stessa immagine è riprodotta sul medaglione che Morales ha messo al collo di Bergoglio come onorificienza).

   *                             *                           *                         *                            *                          *                                

Il nuovo presidente della Cei voluto da papa Bergoglio, il card. Gualtiero Bassetti, come ha notato ieri Vittorio Feltri, di fronte all’eccidio dei 35 cristiani egiziani compiuto dai terroristi, se n’è uscito dicendo: “Non sono le religioni che provocano violenze e terrorismo”.

Eppure proprio l’editoriale dell’“Avvenire” (quotidiano della Cei) ieri spiegava che quei poveretti sono stati uccisi perché “hanno chiesto loro di rinunciare a Cristo e di diventare musulmani. Se avessero accettato li avrebbero risparmiati, ma hanno rifiutato”.

Dunque perché Bassetti parla di “religioni” (al plurale)? Non sono tutte la stessa cosa. C’è la religione dei carnefici e c’è quella delle vittime. Non si possono confondere vittime e carnefici.

La causa della strage è stata proprio religiosa: l’odio per la fede cristiana. Con buona pace di Bassetti.

Del resto dopo aver affermato che non sono “le religioni” a compiere questi orrori, il cardinale ha aggiunto: “sono loro schegge impazzite”. Ma “loro” e “schegge” sono al plurale. Quindi ci sarebbero “schegge impazzite” di tutte le religioni che fanno massacri?

A Bassetti risulta che vi siano organizzazioni di terroristi cattolici che uccidono quei musulmani che non si fanno battezzare in Chiesa? Continua

PADRE JACQUES HAMEL, 86 ANNI ERA UN SACERDOTE FRANCESE ED E’ STATO SGOZZATO DURANTE LA MESSA, A ROUEN, DA DUE TERRORISTI CHE HANNO FATTO IRRUZIONE TENENDO IN MANO DEI COLTELLI.
ANCHE UN’ALTRA PERSONA (FORSE UNA SUORA) E’ STATA GRAVEMENTE FERITA.
PADRE JACQUES, CIOE’ GIACOMO: IERI ERA SAN GIACOMO. E’ IL NOME DEL PRIMO APOSTOLO A MORIRE MARTIRE.
L’ISIS HA RIVENDICATO QUESTA MATTANZA E QUESTA PROFANAZIONE DI UNA CHIESA.
E BERGOGLIO COSA DICE?
STAVOLTA NON POTEVA USARE LE SUE SOLITE PRETESTUOSE SPIEGAZIONI (I MERCANTI DI FUCILI, L’OCCIDENTE EC): INFATTI SIAMO DI FRONTE AL CHIARO ODIO ANTICRISTIANO CHE HA MACELLATO UN POVERO, ANZIANO, INERME E INNOCENTE SACERDOTE DI CRISTO CON UN COLTELLO…
DUNQUE BERGOGLIO NON PERVENUTO.
A QUANTO PARE LUI SEGUE, DISCIPLINATAMENTE, L’ATTEGGIAMENTO DETTATO DA OBAMA CHE NON VUOLE NEMMENO MAI PRONUNCIARE LA PAROLA “ISLAMICO” DI FRONTE AGLI ATTACCHI DEL TERRORISMO.
INFATTI SI E’ SENTITO SOLO IL BALBETTIO IMBARAZZATO E GENERICO DEL PORTAVOCE VATICANO
QUASI MAI UNA POSIZIONE NETTA. UNA PAROLA CHIARA E DECISA PRONUNCIATA DAL VESCOVO DI ROMA. TRANNE RARISSIME ECCEZIONI (PERALTRO CON GROSSE RETICENZE)
DA BERGOGLIO NON SI SENTE SOLITAMENTE UNA DIFESA APPASSIONATA DELLA CHIESA CATTOLICA PERSEGUITATA E ODIATA.
LUI NORMALMENTE NON HA PAROLE D’AMORE PER LA CHIESA DI CRISTO, PER TANTI FEDELI CHE SI TROVANO COME PECORE IN MEZZO AI LUPI.
ANZI, DA TRE ANNI BERGOGLIO RIVOLGE ABITUALMENTE CONTRO LA CHIESA PAROLE DURE, UMILIANTI. ATTACCHI QUOTIDIANI.
LA DELEGITTIMA IN OGNI MODO. ALTRO CHE DIFENDERLA, LA DEMOLISCE OGNI GIORNO DI PIU’ PER INNALZARE SE STESSO, ESALTATO E MITIZZATO DAI MEDIA LAICISTI E ANTICATTOLICI.
COSI’ NOI CATTOLICI SIAMO SOLI DAVANTI AL DISPREZZO DEL MONDO E DAVANTI ALL’ODIO E ALLA VIOLENZA DEI PERSECUTORI.
SICURI PERO’ DEL VERO BUON PASTORE, ONORIAMO LA MEMORIA DI PADRE JACQUES, MARTIRE DELLA FEDE CRISTIANA E PREGHIAMO CON DOLORE PER LE DISGRAZIATE ANIME DEI PERSECUTORI E DEGLI ASSASSINI.
CHE PADRE JACQUES INTERCEDA PER LA CHIESA E PER IL MONDO. LUI CHE E’ STATO MARTIRIZZATO DURANTE UNA SANTA MESSA, CIOE’ DURANTE IL RIACCADERE DEL SACRIFICIO DI COLUI CHE CON LA SUA CROCE CI HA SALVATI.
CHE QUEL SACRIFICIO SALVIFICO RESTI PER SEMPRE IL CUORE DELLA CHIESA E LA SALVEZZA DEL MONDO, CHE NESSUNO PROVI MAI A OBNUBILARLO.

.

Antonio Socci

I MARTIRI DI QUESTE ORE

“NOI AMIAMO GESU’ “. PER QUESTO RIFIUTO DI CONVERTIRSI ALL’ISLAM QUATTRO RAGAZZINI SONO STATI DECAPITATI IN IRAQ. MENTRE IL PAPA ANDAVA ALLA MOSCHEA E PREGAVA RIVOLTO ALLA MECCA…

http://www.lastampa.it/2014/12/10/blogs/san-pietro-e-dintorni/orrore-islamico-in-iraq-k16lR0M3wZgRnHLvOYrLrN/pagina.html

 

 

L’IMMACOLATA E I (DIVERSI) PAPI….

Un lettore mi ha scritto:
Le regalo questo impietoso confronto:

“Maria, quel giorno in cui ricevette l’annuncio dell’Angelo, era tutta raccolta e al tempo stesso aperta all’ascolto di Dio. In lei non c’è ostacolo, non c’è schermo, non c’è nulla che la separi da Dio. Questo è il significato del suo essere senza peccato originale: la sua relazione con Dio è libera da qualsiasi pur minima incrinatura; non c’è separazione, non c’è ombra di egoismo, ma una perfetta sintonia: il suo piccolo cuore umano è perfettamente «centrato» nel grande cuore di Dio”.
BENEDETTO XVI, 8/12/12

“Il Vangelo non ci dice nulla: se ha detto una parola o no… Era silenziosa, ma dentro il suo cuore, quante cose diceva al Signore! ‘Tu, quel giorno – questo è quello che abbiamo letto – mi hai detto che sarà grande; tu mi ha detto che gli avresti dato il Trono di Davide, suo padre, che avrebbe regnato per sempre e adesso lo vedo lì!’. La Madonna era umana! E forse aveva la voglia di dire: ‘Bugie! Sono stata ingannata!’: Giovanni Paolo II diceva questo, parlando della Madonna in quel momento. Ma Lei, col silenzio, ha coperto il mistero che non capiva e con questo silenzio ha lasciato che questo mistero potesse crescere e fiorire nella speranza”.
FRANCESCO, 20/12/13

Osservo due cose:
Anzitutto papa Bergoglio contraddice quanto afferma il Catechismo a proposito della Madonna sotto la Croce:
“La sua fede non ha mai vacillato, Maria non ha cessato di credere ‘nell’adempimento’ della parola di Dio. Ecco perché la Chiesa venera in Maria la più pura realizzazione della fede”.
In secondo luogo Bergoglio contraddice il Concilio Vaticano II e attribuisce a Giovanni Paolo II l’esatto contrario di quanto scrisse nella “Redemptoris Mater”.
.
Valutate voi stessi:
.
“Tale benedizione raggiunge la pienezza del suo significato, quando Maria sta sotto la Croce di suo Figlio (Gv 19,25). Il Concilio afferma che ciò avvenne «non senza un disegno divino»: «Soffrendo profondamente col suo Unigenito e associandosi con animo materno al sacrificio di lui, amorosamente consenziente all’immolazione della vittima da lei generata», in questo modo Maria «serbò fedelmente la sua unione col Figlio sino alla Croce» (Lumen Gentium 58): l’unione mediante la fede, la stessa fede con la quale aveva accolto la rivelazione dell’angelo al momento dell’annunciazione. Allora si era anche sentita dire: «Sarà grande…, il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre…, regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine» (Lc 1,32). Ed ecco, stando ai piedi della Croce, Maria è testimone, umanamente parlando, della completa smentita di queste parole. Il suo Figlio agonizza su quel legno come un condannato. «Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori…; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima»: quasi distrutto (Is 53,3). Quanto grande, quanto eroica è allora l’obbedienza della fede dimostrata da Maria di fronte agli «imperscrutabili giudizi» di Dio! Come «si abbandona a Dio» senza riserve, «prestando il pieno ossequio dell’intelletto e della volontà» (Dei Verbum, 5) a colui, le cui «vie sono inaccessibili» (Rm 11,33). Ed insieme quanto potente è l’azione della grazia nella sua anima, come penetrante è l’influsso dello Spirito Santo, della sua luce e della sua virtù! Mediante questa fede Maria è perfettamente unita a Cristo nella sua spoliazione. (…) Ai piedi della Croce Maria partecipa mediante la fede allo sconvolgente mistero di questa spoliazione. È questa forse la più profonda «kenosi» della fede nella storia dell’umanità. Mediante la fede la madre partecipa alla morte del Figlio, alla sua morte redentrice; ma, a differenza di quella dei discepoli che fuggivano, era una fede ben più illuminata.
(GIOVANNI PAOLO II, Redemptoris Mater 18-19)

Foto: L’IMMACOLATA E I (DIVERSI) PAPI….

Un lettore mi ha scritto: 
Le regalo questo impietoso confronto:

“Maria, quel giorno in cui ricevette l’annuncio dell’Angelo, era tutta raccolta e al tempo stesso aperta all’ascolto di Dio. In lei non c’è ostacolo, non c’è schermo, non c’è nulla che la separi da Dio. Questo è il significato del suo essere senza peccato originale: la sua relazione con Dio è libera da qualsiasi pur minima incrinatura; non c’è separazione, non c’è ombra di egoismo, ma una perfetta sintonia: il suo piccolo cuore umano è perfettamente «centrato» nel grande cuore di Dio”.
BENEDETTO XVI, 8/12/12

“Il Vangelo non ci dice nulla: se ha detto una parola o no… Era silenziosa, ma dentro il suo cuore, quante cose diceva al Signore! ‘Tu, quel giorno - questo è quello che abbiamo letto - mi hai detto che sarà grande; tu mi ha detto che gli avresti dato il Trono di Davide, suo padre, che avrebbe regnato per sempre e adesso lo vedo lì!’. La Madonna era umana! E forse aveva la voglia di dire: ‘Bugie! Sono stata ingannata!’: Giovanni Paolo II diceva questo, parlando della Madonna in quel momento.  Ma Lei, col silenzio, ha coperto il mistero che non capiva e con questo silenzio ha lasciato che questo mistero potesse crescere e fiorire nella speranza”.
FRANCESCO, 20/12/13 

Osservo due cose: 
Anzitutto papa Bergoglio contraddice quanto afferma il Catechismo a proposito della Madonna sotto la Croce:
“La sua fede non ha mai vacillato, Maria non ha cessato di credere ‘nell’adempimento’ della parola di Dio. Ecco perché la Chiesa venera in Maria la più pura realizzazione della fede”. 
In secondo luogo Bergoglio contraddice il Concilio Vaticano II e attribuisce a Giovanni Paolo II l’esatto contrario di quanto scrisse nella “Redemptoris Mater”. 
.
Valutate voi stessi:
.
“Tale benedizione raggiunge la pienezza del suo significato, quando Maria sta sotto la Croce di suo Figlio (Gv 19,25). Il Concilio afferma che ciò avvenne «non senza un disegno divino»: «Soffrendo profondamente col suo Unigenito e associandosi con animo materno al sacrificio di lui, amorosamente consenziente all'immolazione della vittima da lei generata», in questo modo Maria «serbò fedelmente la sua unione col Figlio sino alla Croce» (Lumen Gentium 58): l'unione mediante la fede, la stessa fede con la quale aveva accolto la rivelazione dell'angelo al momento dell'annunciazione. Allora si era anche sentita dire: «Sarà grande..., il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre..., regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine» (Lc 1,32). Ed ecco, stando ai piedi della Croce, Maria è testimone, umanamente parlando, della completa smentita di queste parole. Il suo Figlio agonizza su quel legno come un condannato. «Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori...; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima»: quasi distrutto (Is 53,3). Quanto grande, quanto eroica è allora l'obbedienza della fede dimostrata da Maria di fronte agli «imperscrutabili giudizi» di Dio! Come «si abbandona a Dio» senza riserve, «prestando il pieno ossequio dell'intelletto e della volontà» (Dei Verbum, 5) a colui, le cui «vie sono inaccessibili» (Rm 11,33). Ed insieme quanto potente è l'azione della grazia nella sua anima, come penetrante è l'influsso dello Spirito Santo, della sua luce e della sua virtù! Mediante questa fede Maria è perfettamente unita a Cristo nella sua spoliazione. (…) Ai piedi della Croce Maria partecipa mediante la fede allo sconvolgente mistero di questa spoliazione. È questa forse la più profonda «kenosi» della fede nella storia dell'umanità. Mediante la fede la madre partecipa alla morte del Figlio, alla sua morte redentrice; ma, a differenza di quella dei discepoli che fuggivano, era una fede ben più illuminata.  
(GIOVANNI PAOLO II, Redemptoris Mater 18-19)