La migliore analisi su Maurizio Landini e su Elly Schlein – ieri insieme in piazza a Bologna, alla nostalgica ricerca della sinistra perduta – è stata fatta da Maurizio Crozza.

Nel repertorio del comico genovese – di sinistra – resta memorabile la rappresentazione del sindacalista della Cgil urlante, e con i gettoni nel borsello, alla ricerca (con la Camusso) di una cabina telefonica per informare i giornali di una manifestazione, a bordo di una 128 con la vecchia autoradio dove sentono la cassetta dei New Trolls (per dire che i sindacati sono “una bolla spazio-temporale rimasta imbrigliata negli anni Settanta”). Continua

C’era una volta “la via italiana al socialismo”. Oggi c’è la via cinematografica al revisionismo. La formula “via italiana al socialismo” nacque con l’VIII Congresso nazionale del PCI, tenutosi nel dicembre 1956, subito dopo la rivolta d’Ungheria schiacciata nel sangue dai carri armati sovietici. Continua

SARO’ FRANCO

Enrico Letta annuncia che vuole rendere il Pd “simpatico”. È un problema antico. Luca Ricolfi nel 2008 scrisse il libro: “Perché siamo antipatici? La Sinistra e il complesso dei migliori”. Ma perché la Sinistra è (o almeno si sente) antipatica?

Si può forse trovare una risposta in due aneddoti raccontati da Franco Battiato in un’intervista al “Fatto quotidiano” (11/11/2015) riproposta in questi giorni: “Nel 1980” raccontava Battiato “alla fine di un’esibizione delirante con 5.000 persone, Dario Fo mi aspettò all’uscita del concerto. Mi disse: ‘I tuoi testi non mi piacciono’. E io risposi: ‘E a me che cazzo me ne frega?’. Eravamo sullo stesso piano, a quel punto. Ma non mi ritengo intoccabile, anzi. Se mi avesse criticato in un’altra maniera avrei anche apprezzato. È sempre il modo. Si può essere critici senza essere brutali. Una volta in motoscafo a Venezia ero con Nanni Moretti. Vide una ragazza corpulenta e la investì: ‘Ma non ti vergogni di pesare così tanto?’. Rimasi di stucco”. Continua

Certo, i poeti e i profeti lo dicono con ben altra potenza. Ma anche quei protagonisti della cultura pop di oggi che sono i cantautori – menestrelli del duemila – a volta azzeccano un verso (o una canzone) che, sia pure in un mare di nichilismo, è come un lampo di luce sulla condizione umana. Continua