Claudio Strinati, autore di “Caravaggio e Vermeer. L’ombra e la luce” (Einaudi) si interroga, nella pagina culturale di “Repubblica”, su quale sia il segreto di Jan Vermeer, il pittore olandese divenuto popolare grazie al romanzo di Tracy Chevalier, “La ragazza con l’orecchino di perla” (da cui è stato tratto un film di grande successo).

Due mostre – ad Amsterdam e a Delft fino al 4 giugno – espongono ora molte delle sue opere. È l’occasione per interrogarsi sul fascino dei suoi quadri enigmatici che colgono una quotidianità inaccessibile. E anche per interrogarsi, come Strinati, sul pittore: “Di lui complessivamente si sa poco”.

È la stessa constatazione che da tanto tempo si fa su un altro grande, vissuto pochi anni prima: William Shakespeare. Hanno qualcosa in comune? Continua

Il grande dottore san Tommaso d’Aquino (ne riprendo le citazioni dal libro di Roberto de Mattei “Vicario di Cristo”) in diverse opere ha insegnato che – in alcuni casi straordinari – è addirittura doveroso opporsi pubblicamente al Papa, come san Paolo si contrappose pubblicamente a san Pietro:

“Essendovi un pericolo prossimo per la fede, i prelati devono essere ripresi, perfino pubblicamente, da parte di quelli che sono loro soggetti. Così san Paolo, che era soggetto a san Pietro, lo riprese pubblicamente, in ragione di un pericolo imminente di scandalo in materia di fede. E, come dice il commento di sant’Agostino, «lo stesso san Pietro dette l’esempio a coloro che governano, affinché essi, allontanandosi qualche volta dalla buona strada, non rifiutino come indebita una correzione venuta anche dai loro soggetti» (ad gal, 2,14).”

Sempre l’Aquinate, in un’altra opera, a proposito della critica pubblica di san Paolo a san Pietro, scrive:

“La riprensione fu giusta e utile, e il suo motivo non fu di poco conto: si trattava di un pericolo per la preservazione della verità evangelica … Il modo della riprensione fu conveniente, perché fu pubblico e manifesto. Perciò san Paolo scrive: «Parlai a Cefa» cioè a Pietro «di fronte a tutti», perché la simulazione operata da san Pietro comportava un pericolo per tutti. In 1tim 5,20 leggiamo: «Coloro che hanno peccato, riprendili di fronte a tutti». Questo si deve intendere dei peccatori manifesti, e non di quelli occulti, perché con questi ultimi si deve procedere secondo l’ordine proprio della correzione fraterna”. Continua