In vista delle elezioni europee – e quindi del redde rationem – a sinistra è iniziato il fuggi fuggi da questa UE, governata dalla Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen, che fu votata dalla coalizione Ppe, Socialisti, liberali e Macron (con l’aggiunta del M5S).

Evidentemente si rendono conto di quanto sono impopolari le politiche fanaticamente ideologiche (e pure inutili) che – anzitutto su spinta della sinistra – hanno imposto ai popoli, con costi insostenibili per la gente comune. Continua

L’editoriale di Ernesto Galli della Loggia“L’identità europea svanita” – è sorprendente visto chi lo ha pubblicato (il Corriere della sera del 5/2).

Considerando i finanziamenti alla ricerca della UE, quasi tutti convogliati sull’area tecnico-scientifica, mentre irrisori sono quelli per le materie umanistiche, Galli trae due conclusioni. Continua

Il problema non è tanto (o solo) i “30 km orari”, anche se a quella velocità ti tamponano i moscerini e al distributore poi devi pulire il vetro posteriore, anziché quello anteriore.

Neanche – se vogliamo restare in tema di mobilità e di “governo illuminato” della velocità – gli autovelox. Casomai il loro numero esagerato, vista la notizia clamorosa del record europeo di autovelox in Italia (11.130 in tutta la penisola) contro i 4.700 della Germania e i 3.780 della Francia. Con l’ovvio mare di multe che, nel 2022, nelle 20 principali città italiane, hanno fruttato un incasso di 75.891. 968 euro, con un aumento del 61,7% sul 2021. Continua

È un progresso? O piuttosto un regresso? Una trentina di anni fa i lupi sono usciti dal mondo delle fiabe, dalla letteratura, dai libri di storia e – non è chiaro il perché – hanno cominciato a riprodursi nei nostri boschi. Sempre di più e con danni sempre maggiori agli allevamenti.

Il Financial Times scrive che l’Italia ne ha più di tremila esemplari ed è in cima alla classifica europea. La Commissione europea ha calcolato che i lupi ogni anno uccidono, nei Paesi Ue, più di 65.500 capi di bestiame. Continua

Dopo aver decretato varie volte la fine dei “sovranisti” e dei “populisti” (qualunque cosa vogliano dire queste definizioni) i giornali mainstream davanti alla vittoria, in Olanda, del Partito delle Libertà di Wilders si mostrano sconcertati e lanciano l’allarme affiancando al caso olandese la vittoria di Milei in Argentina, di Fico in Slovacchia, l’affermazione della destra in Spagna e Polonia e il possibile ritorno di Trump. Senza dimenticare la vittoria del centrodestra in Grecia nel 2023 e in Italia nel 2022. Continua

Dal 7 ottobre, data dell’attacco di Hamas a Israele, politici, giornali e intellettuali ripetono continuamente uno slogan: “Due popoli e due stati”.

Non entro nel merito del conflitto israelo-palestinese. Però stupisce che a sbandierare il vessillo dei “due stati” siano pure coloro che – in polemica con i cosiddetti sovranisti – hanno trascorso gli ultimi anni a ripetere che è finita l’epoca delle sovranità nazionali e che gli stati nazionali sono pericolosi. Continua

“Nei suoi ultimi giorni alla Casa Bianca, Barack Obama ha approfittato dei poteri di cui ancora godeva per revocare la legge che garantiva il diritto di asilo ai rifugiati provenienti da Cuba non appena fossero riusciti a mettere piede sul territorio americano”.

Con questa notizia, che evidenziava una delle tante “ambiguità” Democratiche, iniziava la prefazione di Sergio Romano a un libro – uscito qualche anno fa – di Kelly M. Greenhill intitolato “Armi di migrazione di massa. Deportazione, coercizione e politica estera” (Leg Edizioni). Continua

L’establishment di Bruxelles ha fretta di varare le sue disastrose politiche green, probabilmente per il timore che dal prossimo voto europeo la sinistra esca sconfitta e sia spedita all’opposizione.

Così, fra 11 e 12 luglio, arriva al Parlamento europeo la controversa Legge Natura che ha scatenato l’opposizione degli agricoltori, degli allevatori e dei pescatori, provocando pure la rottura fra Ppe e socialisti per i suoi contenuti estremisti. Continua

Dopo la drammatica morte del giovane Nahel, nella banlieu parigina, durante un controllo stradale, la Francia delle periferie è esplosa.

I giornali italiani e la sinistra sembrano in imbarazzo, forse perché a Parigi non governa “la Destra” e non capiscono più dove sono i buoni e i cattivi. Tutto è confuso. Il loro solito schema ideologico non funziona. Continua