Premetto: stimo molto sia Matteo Salvini che Giorgia Meloni. Sono leader politici generosi e appassionati. Due giovani leader che vogliono bene all’Italia e che hanno dimostrato di essere fra coloro che non cercano poltrone, ma desiderano far risorgere questo nostro Paese.

Tuttavia mi chiedo se adesso hanno imboccato la strada giusta. Si ha il dovere di dire la verità anche quando può dispiacere: io devo confessare che non capisco come stanno affrontando la crisi di governo. Parlo da semplice cittadino, da italiano, da padre di famiglia: sono molto preoccupato.

In questo momento continuare a dire solo “al voto, al voto” è politicamente suicida ed è un disastro per questo nostro disgraziato Paese. Serve solo a restare del tutto ai margini, lasciando gli altri indisturbati a fare i loro giochi: in concreto è un gran regalo a Giuseppe Conte, al Pd e al M5S, ed è un venir meno alle proprie responsabilità.

Non perché non sia giusto – in via di principio – chiedere di dare la parola agli italiani, ma perché è evidente che non ci saranno elezioni anticipate (chi vi si oppone ha i numeri per continuare a governare) e perché l’emergenza sanitaria, economica e sociale in cui l’Italia si trova (anzitutto a causa di un governo disastroso) richiede subito una nuova guida ferma ed efficaceDue o tre mesi di sospensione fra campagna elettorale e operatività di un nuovo governo non sono possibili, né ammissibili.

Per l’Italia maggioritaria che il centrodestra rappresenta, ma anzitutto per l’Italia nel suo insieme, in questo momento la cosa peggiore che può accadere e di veder reinsediare al governo la coalizione giallorossa più o meno rattoppata.

Sono già troppi i danni che sono stati fatti e la situazione del Paese è drammatica. Perciò è precisa responsabilità di tutto il Centrodestra, adesso, entrare in gioco e dare la propria disponibilità a partecipare ad un governo che rompa gli attuali steccati e sia guidato da una personalità di grande autorevolezza e competenza.

Sarebbe un grande segnale, che nobiliterebbe e innalzerebbe la politica, attualmente sprofondata in Italia in un avvilente mercato di parlamentari che la scredita agli occhi del mondo. Una classe politica che mostra di sapersi unire (anche a costo di rinunciare ai propri interessi di partito) per affrontare i momenti drammatici che vive l’Italia, darebbe finalmente al nostro popolo un bel segnale di forza morale e coesione.

Dunque, il primo dovere, a mio avviso, è impedire che vengano fatti altri danni al Paese. Se ci si sottrare a questa responsabilità, magari per un miope calcolo di bottega politica, il prezzo che il vostro centrodestra pagherebbe poi, al momento del voto, sarebbe colossale (senza dimenticare che se Salvini e Meloni restano fuori dai giochi sarà inevitabile che Forza Italia si spacchi o che lasci il centrodestra e così il suicidio sarà completo).

Chi fa politica seriamente, per essere un vero statista, deve misurarsi con la concreta situazione in cui si trova il suo Paese e con quello di cui ha bisogno, non cullarsi nell’illusione di mondi ideali che non esistono. Far parte di una coalizione di governo, intanto, permetterebbe di scongiurare errori perniciosi per il Paese. E non è affatto poco.

Inoltre un eventuale governo di questo genere dovrebbe darsi “un programma di salvezza” basato su poche grandi cose: affrontare subito quell’emergenza Covid che fino ad ora non sono stati capaci di risolvere, mettendo in sicurezza la vita degli italiani, e predisporre immediatamente un piano serio e realizzabile per utilizzare i fondi europei, anche con quelle riforme (della giustizia e della burocrazia) che sono premesse indispensabili per far rialzare il nostro Paese.

Tirarsi fuori dalle responsabilità e aspettare sulla riva del fiume di poter prendere in mano il governo nel futuro, oltre ad essere un calcolo miope e irresponsabile, è anche profondamente irrealistico, perché: 1) l’Italia non ve lo perdonerebbe (e neanche i vostri elettori); 2) quel momento non arriverebbe più, in quanto vi sareste dimostrati non all’altezza della situazione; 3) nel caso impossibile in cui arrivasse vi trovereste davanti un cumulo di macerie e un Paese commissariato senza più nessuna libertà di manovra.

Per tutte queste ragioni, secondo me, è assolutamente urgente che il centrodestra dia un chiaro segnale di disponibilità. Posso sbagliarmi, naturalmente, ma questo mio pensiero deriva anche da quello che sento nel Paese, innanzitutto fra gli elettori del centrodestra.

Capisco che – di fronte a una classe politica come quella dell’attuale governo, che ha fatto del “potere per il potere” la propria “religione” – il fatto che ci siano anche politici che non hanno la smania di agguantare poltrone ministeriali, e preferiscono l’opposizione al governo, possa essere edificante e autogratificante.

Ma la vera moralità della politica consiste anzitutto nell’assumersi le proprie responsabilità anche quando sono gravose e rischiose e non tirarsi fuori in nome di una presunta purezza ideologica. L’Italia non ve lo perdonerebbe.

Mettersi in gioco vi farebbe guadagnare in autorevolezza agli occhi degli italiani e aiuterebbe anche l’attuale schieramento di sinistra ad uscire dal settarismo, dalla sudditanza e dall’inconcludenza. Insomma migliorerebbe anche gli avversari.

A guadagnarci enormemente sarebbe l’Italia.

 

Antonio Socci

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