“Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati”. Veniva in mente questa frase di Bertolt Brecht qualche sera fa, vedendo il direttore di Libero, Mario Sechi, con la sua calma olimpica, esporre, in un talk show, le ragioni di Israele e ricordare i crimini di Hamas che ha dato inizio alla guerra e continua a tenere ostaggi israeliani (come tutta la popolazione palestinese usata come scudo umano).

Una voce quasi isolata, quella di Sechi, perché in Italia pochissimi temerari vanno controcorrente e farlo oggi, sulla guerra fra Israele e Hamas, significa consegnarsi al disprezzo  del Giornalista Collettivo e agli anatemi degli Indignati speciali.

Oggi il furore contro Israele è arrivato a livelli impensabili (gli ebrei in Europahanno paura a camminare per strada con la Kipà). Ma l’ostilità non è cosa nuova. Lo prova una canzone di Bob Dylan uscita nel 1983, al tempo della guerra in Libano: “Neighborhood Bully”, ovvero “Il bullo del quartiere” (faceva parte della raccolta “Infidels”). Continua