Il 4 ottobre, festa di san Francesco, è tornato nelle sale cinematografiche “Fratello sole e sorella luna” di Franco Zeffirelli (in inglese con sottotitoli). Il film, uscito nel 1973, ebbe un grande successo (fu pure candidato agli Oscar), perché racconta, con l’inconfondibile impronta artistica del regista fiorentino, un uomo affascinante.

Ma è anche un’opera figlia del suo tempo. Traspare l’idea di “accordare” il ragazzo di Assisi con i movimenti giovanili del tempo, fino a suggerirne quasi un’interpretazione hippy. Forse si può dire che pure questo film contribuì alla trasformazione del santo in quel “santino” ecologista, sognatore e pacifista che ormai imperversa da decenni e che ha prevalso sul vero Francesco. Continua

Nella sua brillante rubrica sul Giornale, Luigi Mascheroni, due giorni fa, ha riportato tre recenti dichiarazioni, assai simili. Anzitutto quella di Lilly Gruber: “mi sento poco bene a parlare di patria e di nazione”. Poi quella di Alessandro Milan: “La parola Patria mi provoca un brivido lungo la schiena”. Infine quella di Lella Costa: “Scusate, ma io non riesco a dire la parola nazione o patria”.

Ma perché? Sono parole da aborrire? Perché le usa Giorgia Meloni? Perché sarebbero “fasciste”? Evidentemente costoro – come molti che si ritengono antifascisti – ignorano che proprio tali parole risuonarono spesso sulle labbra (e nel cuore) dei partigiani condannati a morte prima della fucilazione (non a caso la Resistenza al nazifascismo si considerò il compimento del Risorgimento). Continua

“Il primo obiettivo di ogni totalitarismo è annientare la memoria”, scrive Roger Scruton. La memoria che abbiamo di noi stessi, come popolo, dovrebbe essere custodita e alimentata, ma – scrive il poeta – “tutto cospira a tacere di noi”. Le nostre radici, molto antiche, sono ignorate.

NASCITA DELL’ITALIA

Valerio M. Manfredi e Luigi Malnati, in un loro libro recente, citando Catone e Servio, ricordano che “quasi tutta l’Italia era stata un tempo sotto il dominio degli Etruschi”. Tuttavia pure altri popoli italici convivevano nella penisola e non c’era ancora la coscienza di un destino comune, che, secondo alcuni storici, si può già cogliere, grazie a Roma, nel periodo della Seconda guerra punica (218-202 a.C.). Continua

Dopo tante riflessioni sul male, nei giornali di queste settimane, non ha avuto rilievo mediatico il discorso di mercoledì in cui Papa Francesco ha parlato dell’azione di Satana nel mondo. Forse è ritenuto un contenuto “tradizionale” o “conservatore” e non ha il gradimento dei media.

Francesco ha apertamente criticato la visione progressista che ha eliminato questa figura: “a un certo livello culturale, si ritiene che semplicemente (il diavolo) non esista. Sarebbe un simbolo dell’inconscio collettivo o dell’alienazione, insomma una metafora. Ma ‘la più grande astuzia del demonio è far credere che non esiste’, come ha scritto Charles Baudelaire…e così domina tutto”. Continua

Cos’hanno in comune Giorgia Meloni e James D. Vance (nella foto), candidato da Donald Trump alla vicepresidenza USA? La passione per l’opera di John Ronald Reuel Tolkien.

Un articolo di Politico.com sul giovane leader americano è uscito con questo titolo: Come Il Signore degli Anelli ha plasmato la politica di JD Vance”. Nel sottotitolo una frase del vice di Trump: “Gran parte della mia visione conservatrice del mondo è stata influenzata da Tolkien”. Continua

Ieri la Santa Sede ha ufficialmente espresso il suo nihil obstat sul “caso Medjugorije”, che è il nome del villaggio della Bosnia Erzegovina dove si ritiene che avvengano dal 1981 apparizioni della Madonna, presentatasi lì come “Regina della pace”.

È un nihil obstat voluto, nonostante le opposizioni, da papa Francescoed è uno degli atti più importanti del suo pontificato. Milioni di credenti, in tutto il mondo, gliene sono grati: è prevedibile che ora questo luogo – probabilmente con la costruzione di un santuario – acquisti un’importanza spirituale ancora maggiore, pur essendo già da anni una grande meta di pellegrinaggio con molte conversioni. Continua

Ieri Elon Musk ha polemizzato con il governo australiano (laburista) sostenendo che la sinistra ama la censura. Sempre ieri Tulsi Gabbard, che è uscita dal Partito Democratico, ha twittato: “Sono orgogliosa di sostenere il presidente Trump perché credo che porrà fine alla censura della libertà di parola in America”.

La libertà è ormai una questione globale, all’ordine del giorno nelle democrazie occidentali, compresa la UE. Un tempo era un valore indiscusso, oggi è diventato un problema. Continua

E se l’astratta (e molto complessa) discussione sulle egemonie culturali – cresciuta a margine del problema della politica culturale – lasciasse finalmente il posto a una più concreta e utile riflessione sulle politiche della scuola e della formazione che riguardano milioni di giovani? Non è forse questa la più autentica politica culturale di un Paese?

È quanto pensa, con molte ragioni, Massimo Cacciari il quale sulla Stampa(12/9) afferma che occorre anzitutto “liberare la politica scolastica italiana da lacci a lacciuoli che la soffocano”. Continua

I promessi sposi è una delle più grandi e più belle narrazioni prodotte dal realismo occidentale”, scrive Daniela Brogi nel suo splendido libro Un romanzo per gli occhi. Manzoni, Caravaggio e la fabbrica del realismo(Carocci editore).

Voglio ripetere che è un vero peccato per il nostro Paese l’aver così clamorosamente mancato – nel 2023 – il 150° anniversario della morte di Alessandro Manzoni. Un errore grave. Continua

La strage di una povera famiglia, a Paderno Dugnano, di cui si è autoaccusato un figlio, senza alcun fatto scatenante, è ormai una tragedia sommersa da un mare di chiacchiere.

Ma colpisce il mutismo della Chiesa. Sempre loquacissima, con i suoi principali esponenti, su qualunque argomento politico o sociale, di colpo si squaglia sulle sole materie che sarebbero di sua competenza: il Male, il Male assurdo “senza movente” e senza spiegazione, l’abisso del cuore umano, l’espiazione, la salvezza e Dio.

L’intervista sulla Stampa di don Claudio Burgio, cappellano del carcere Beccaria dov’è rinchiuso il giovane Riccardo, è emblematica: il sacerdote parla come un assistente sociale. Di certo è una brava persona che svolge un lavoro delicato, ma al giornale non ha detto nulla di specificamente cristiano, nulla sull’origine o la natura di quel Male che ottenebra gli esseri umani e nulla sulla salvezza. Continua