Erika Frantzve è una giovane donna: è stato ucciso l’uomo della sua vita, Charlie Kirk, 31 anni, padre dei suoi due figli piccoli. È una donna straziata dal dolore che domenica, davanti al mondo intero, ha descritto, con parole e lacrime, colui di cui era innamorata.

Ha ricordato il pomeriggio del 10 settembre quando, in ospedale, ha potuto vedere “il corpo assassinato di mio marito. Ho visto la ferita che ha posto fine alla sua vita. Ho provato tutto ciò che ci si aspetterebbe di provare. Ho provato shock. Ho provato orrore. E ho provato un dolore che non sapevo nemmeno esistesse. Ma anche nella morte, potevo vedere l’uomo che amo”. Continua

“Il nemico emergente in Occidente è il wokismo/marxismo che si combina con l’islamismo per distruggere lo stile di vita americano”.  Pochi giorni prima di essere ucciso, Charlie Kirk rilanciò questo suo tweet dove indicava all’Occidente la “battaglia spirituale”, che riteneva legata al cristianesimo, per salvare la nostra civiltà.

Kirk aveva ragione? Sono parole realiste e attuali anche per noi? In Italia, in effetti, il “campo largo” della sinistra, che va da Fratoianni e Vendola a Elly Schlein e Landini, passando per il populismo dei grillini, somiglia alla miscela di wokismo/marxismo. E l’aver fatto di Gaza la propria bandiera dimostra, quantomeno, che non hanno capito il pericolo islamista. Che riguarda anche l’Europa. Continua

“La cosa più importante da sapere su Charlie Kirk è che era un guerriero gioioso. Questo trentunenne era l’attivista conservatore più importante d’America, ma non era un uomo arrabbiato. Era sposato, aveva due figli piccoli ed era un devoto cristiano evangelico. Quando gli è stato chiesto in un’intervista come sperava di essere ricordato dopo la sua morte, ha risposto: ‘Per il mio coraggio nella fede’“.

Così Rod Dreher su Kirk. In effetti egli era detestato dai progressisti non solo per la sua opposizione al “politicamente corretto” e all’ideologia woke. Ma anche per il cordiale rispetto che aveva verso di loro. Li trattava come si deve fare fra esseri umani e “provava a dialogarci. Due colpe imperdonabili” scrive Ludovico Vicino “per chi disprezza l’umanità e odia se stesso”. Continua