Durante la conferenza stampa aerea di ritorno dal Bangladesh, il 2 dicembre, (vedi QUI e il Post Scriptum di Sandro Magister QUI ) la giornalista francese Etienne Loraillère ha posto questa domanda a Bergoglio: “Qual è la sua priorità: evangelizzare o dialogare per la pace?”.
La risposta di Bergoglio – dopo una sequela di assurdità inconcepibili – alla fine arriva in questi termini inauditi:
“La sua domanda: cosa è prioritario, la pace o la conversione? Ma quando si vive con testimonianza e rispetto, si fa la pace. La pace incomincia a rompersi in questo campo quando incomincia il proselitismo, e ci sono tanti tipi di proselitismo, ma questo non è evangelico”.
In pratica Bergoglio sostiene che annunciare il Vangelo (fare proselitismo) crea divisione e il senso della presenza dei cristiani nel mondo è dialogare, “fare la pace”. MA LA CHIESA NON E’ L’ONU. ESISTE PER ANNUNCIARE GESU’ CRISTO A TUTTI GLI UOMINI.
Come ha osservato Riccardo Cascioli ( QUI ) questa risposta di Bergoglio rende sostanzialmente inutili (se non dannose) le missioni e i missionari e di fatto delegittima i tanti martiri cattolici che ci sono stati nella storia (i quali, evidentemente, hanno fatto l’errore di anteporre l’annuncio di Cristo all’andare d’accordo con tutti)
Una risposta del genere, che poi è perfettamente in linea col comportamento di Bergoglio che di fatto sconsiglia le conversioni, pone una questione molto più grande e grave .
MI CHIEDO SE QUESTA SIA LA RISPOSTA DI UN PAPA… IL MANDATO APOSTOLICO DI GESU’ E’ UN ALTRO ED E’ MOLTO CHIARO:

Continua

Ecco cosa scrive Sandro Magister (nel suo sito www.chiesa) :

Il passaggio dall’anglicanesimo al cattolicesimo non solo di singoli individui ma di intere comunità con preti e vescovi è stato facilitato e regolato nel 2009 da Benedetto XVI con la costituzione apostolica “Anglicanorum cœtibus”. (…)
Ebbene, ecco le testimonianze degli anglicani Venables e Palmer raccolte dal vaticanista inglese Austen Ivereigh nell’eccellente biografia di Bergoglio da lui pubblicata alla fine del 2014:
“Nel 2009, quando papa Benedetto XVI creò una nuova struttura giuridica, l’ordinariato personale, per gli anglicani che diventano cattolici, Bergoglio chiamò il vescovo Gregory Venables, primate anglicano del Cono Sud (in comunione con Canterbury), che risiedeva a Buenos Aires. A colazione, ha ricordato Venables, ‘mi disse molto chiaramente che l’ordinariato era assolutamente superfluo e che la Chiesa ha bisogno di noi come anglicani’. Fu il messaggio di Bergoglio anche a Tony Palmer, che stava considerando l’ordinariato e si chiedeva se andasse bene per lui. ‘Mi disse che abbiamo bisogno di intermediari. Mi consigliò di non fare quel passo, perché sarebbe sembrato che avessi scelto una sponda precisa e in quel caso avrei smesso di essere un intermediario’. Bergoglio era convinto che Palmer dovesse restare anglicano ‘per amore della missione, questa missione di unità’, e gli consigliò di ‘abbandonare l’idea’ di diventare cattolico”.

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