Ho già scritto, nelle scorse settimane, del Congresso eucaristico nazionale della Chiesa Cattolica negli Stati Uniti a Indianapolis (dal 17 al 21 luglio), che è stato preparato dal più grande pellegrinaggio eucaristico della storia: quattro pellegrinaggi che si sono svolti in contemporanea, da luoghi diversi e simbolici, e che da costa a costa hanno attraversato gli Usa disegnando una croce ideale sul Paese e convergendo a Indianapolis. Qualche immagine QUI , QUI e QUI . Ma c’è molto altro da dire sui cattolici americani. Lo spiego in questo articolo.

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Alcuni giorni fa, sul New York Times, è intervenuto Matthew Schmitz, direttore della rivista online Compact. Il suo articolo aveva questo titolo: “I convertiti cattolici come JD Vance stanno rimodellando la politica repubblicana”. Continua

L’epoca Biden finisce (male) come è cominciata. Era iniziata infatti con la catastrofica e sgangherata uscita dall’Afghanistan. Il modo in cui quel popolo fu di colpo abbandonato ai talebani – con una partenza delle truppe Usa che sembrò a tutti una fuga – dette al mondo una tale impressione di debolezza, confusione e inaffidabilità della superpotenza – come leader planetaria – da indurre i suoi avversari illiberali a occupare spazi.

Da qui l’esplodere di conflitti (anzitutto in Ucraina e Medio Oriente) che hanno fatto montagne di morti, che ci hanno portato alla soglia di una terza guerra mondiale, che hanno provocato la saldatura fra Russia e Cina e hanno disastrato le economie, anzitutto quelle dei paesi europei. Continua

Il quotidiano dei vescovi Avvenire è cristiano? L’abc della fede è la gratitudine per quello che Dio ci dà. Papa Francesco invita a ringraziarlo “riconoscendo che tutto il bene è dono suo” e così ha fatto Donald Trump dopo essere scampato per un centimetro alla pallottola.

Ma Avvenire ieri lo ha attaccato per questo paragonandolo al patriarca di Mosca che evocò Dio per giustificare l’invasione dell’Ucraina. I due fatti sono del tutto opposti. La gratitudine di Trump è casomai identica a quello di Giovanni Paolo II quando, anch’egli, sopravvisse all’attentato. Continua

Mentre propongo il mio articolo sull’attentato a Trump, ricordo che è in corso negli Stati Uniti il grande pellegrinaggio (voluto dai vescovi per preparare il Congresso eucaristico). Si tratta di due itinerari che tracceranno una croce su quel Paese, attraversando 27 stati e 65 diocesi e coprendo una distanza complessiva di 6.500 miglia a piedi. Portando Gesù Cristo nel Santissimo Sacramento per le strade e le città di quella nazione i vescovi americani implorano la benedizione del Cielo. Ne ho scritto QUI. Una bellissima iniziativa (come un grande esorcismo) che avrà effetti benefici per questo grande Paese e, di conseguenza, per il mondo.

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Il proiettile che volava verso la testa di Donald Trump, per un piccolo movimento dell’ex Presidente nell’ultima frazione di secondo, ha colpito solo il suo orecchio. Così ha avuto salva la vita.

Senza quel movimento sarebbe stato un colpo mortale per lui e pure per la pace negli Stati Uniti che, secondo Paolo Mieli, “sarebbero precipitati nella guerra civile”. Infatti la pallottola, ferendo l’orecchio, è passata a un centimetro dal cervello. Continua

La caccia all’ebreo casa per casa, il massacro di civili, comprese donne e bambini, perché ebrei, o la loro cattura e deportazione (si può immaginare con quali trattamenti), non c’entra nulla con la causa dei palestinesi.

Questo è fanatico odio antiebraico e non avremmo voluto mai rivedere scene così orrende 80 anni dopo l’orrore nazista. Non si tratta neanche di una guerra (che si combatte fra eserciti): è odio sanguinario verso un intero popolo. L’obiettivo dei jihadisti, i quali ritengono che quella terra debba essere tutta e solo islamica, è la distruzione dello Stato ebraico. Continua

CONTRADDIZIONI

Nel 2019 – Donald Trump alla Casa Bianca – Enrico Letta pubblicava un libro, “Ho imparato” (Il Mulino), dove tuonava: “Il rischio è che Trump diventi un modello: licenza di oltrepassare il limite, senza argini, senza contrappesi. Ora è il turno della Cina, il nuovo grande nemico. La storia è tornata. Pechino è stata, infatti, il bersaglio principale della campagna presidenziale di Trump… Questa paranoia, che si è tradotta anche in un’escalation senza precedenti di offensive commerciali reciproche, va guardata in un contesto più ampio, cioè nella dinamica tra due imperi, uno in ascesa e uno in declino. Con Trump torna quindi la tentazione di cercare un nemico assoluto e con essa anche il rischio di ripiombare in una nuova Guerra Fredda… Una cortina di ferro tra i due colossi sarebbe una catastrofe”.

Il nuovo presidente Joe Biden, al G7 dei giorni scorsi – com’è noto – ha lanciato proprio una nuova guerra fredda per arginare l’espansionismo cinese. Maurizio Molinari, direttore di “Repubblica” ed esperto di politica estera, ha titolato così il suo editoriale: “L’Europa e la seconda Guerra Fredda”.

Letta ha rivolto a Biden lo stesso attaccho che aveva riservato a Trump per la nuova Guerra Fredda anticinese? Non risulta. Continua

Oggi, nella politica italiana, c’è un paradosso di enorme importanza, ma sembra che nessuno voglia vederlo. E c’è un motivo.

Il paradosso è questo: Donald Trump fu decisivo, nell’agosto 2019, per far nascere in Italia il governo Conte 2 (il famoso tweet su “Giuseppi”).

Con il successivo arrivo alla Casa Bianca di Joe Biden, si è creato il contesto politico internazionale che ha propiziato l’avvento, in Italia, del governo Draghi il quale ha riportato al governo il Centrodestra (quantomeno Lega e Forza Italia).

Non è curioso? Il presidente repubblicano che sembrava più in sintonia con il Centrodestra ha dato un contributo decisivo per la nascita del governo più di sinistra della storia recente, quello giallorosso.

Mentre con il presidente Dem, che è in sintonia con la Sinistra (in realtà ha un rapporto di amicizia soprattutto con Matteo Renzi), torna il Centrodestra in maggioranza. Continua

La possibile provenienza del Covid 19 dai laboratori cinesi di Wuhan(probabilmente una fuoruscita accidentale) un anno fa era già stata illustrata, fin nei dettagli, dal professor Joseph Tritto nel libro “Cina-Covid 19. La chimera che ha cambiato il mondo” (Cantagalli). Un libro uscito ad agosto 2020 e snobbato dai media mainstream.

La ricostruzione della vicenda fatta da Tritto è stata sospettata di “disinformazione” dalla polizia del pensiero della rete, fino alla censura.

Nessuno sembrava interessato a capire se era vero o no ciò che riportava il libro. Il fatto stesso che confermasse, con argomenti scientifici, quanto andava dicendo da mesi il presidente Donald Trump, bastava a renderlo tabù.

Accennare al laboratorio di Wuhan era sufficiente per essere bollati come trumpiani o liquidati come “complottisti”.  Dovevamo rassegnarci tutti alla storia del pipistrello a cui era addebitato tutto lo sfacelo umanitario ed economico provocato dal Covid nel mondo intero. Continua

“Tutte le involuzioni autoritarie hanno bisogno di un pretesto. Il turco Erdogan ha utilizzato il tentato colpo di stato del 2016, Mussolini il tentato omicidio di uno studente di 15 anni nel 1926, Hitler l’incendio del Reichstag. In alcuni casi i pretesti sono chiaramente fabbricati, come nel caso di Hitler, altri sono chiaramente autentici, ma in tutti questi casi la reazione emotiva a un torto serve a giustificare qualcosa che, almeno nel lungo termine, è molto peggio. Sento che questo è ciò che sta accadendo negli Stati Uniti in questo momento”.

Chi firma queste considerazioni, prendendo spunto dall’irruzione di manifestanti nel parlamento americano del 6 gennaio, non è affatto un trumpiano o un analista “di destra”. Tutt’altro.

E’ Luigi Zingales, stimato e autorevole economista italiano che ha una cattedra alla prestigiosa Università di Chicago e una quantità di titoli accademici. In Italia è editorialista del “Sole 24 ore” e ha una rubrica su “L’Espresso”. L’articolo di Zingales è uscito su “Promarket”, pubblicazione collegata alla stessa Università di Chicago. Continua

La Guida Suprema dell’Iran, Alì Khamenei, su twitter, tuona tranquillamente: “Israele è un cancro maligno che deve essere rimosso e debellato: è possibile e accadrà”.

E’ un tweet che sta lì da tempo, nessuno ritiene di cancellarlo, tanto meno viene cancellata da Twitter la Guida Suprema che pure in questi mesi ha tuonato contro gli stati musulmani che “scendono a compromessi con il regime sionista usurpatore” (si riferisce agli “Accordi di Abramo” stipulati grazie a Trump fra Israele e alcuni stati arabi).

In compenso Twitter ha “imbavagliato” Trump che continua a ripetere che ci sono state enormi irregolarità nel voto del 3 novembre.

Su Twitter cinguettano tutti, solo Trump è stato cancellato. C’è per esempio Maduro, che domina in Venezuela e può twittare esaltando il suo regime e attaccando gli oppositori.

“Mentre Twitter bannava il presidente degli Stati Uniti”, ha scritto Giulio Meotti, l’ambasciata cinese negli Stati Uniti presentava la tragedia demografica degli Uiguri “come una loro ‘scelta riproduttiva’. Il fantastico mondo della libertà digitale”. Continua