La forsennata campagna anti Trump che è in corso non ha precedenti. Non si tratta solo delle irrisioni e delle espressioni discutibili, ma anche delle critiche politiche infondate, come quella – assai ripetuta ultimamente – per cui Trump avrebbe gettato il mondo nel caos di una generalizzata conflittualità bellica.

È vero l’esatto contrario. Come ha ricordato la stessa premier italiana Giorgia Meloni, in Parlamento, l’invasione russa dell’Ucraina è iniziata il 24 febbraio 2022 e il conflitto fra Israele e Hamas è scoppiato il 7 ottobre 2023. C’era Biden, non Trump che si è insediato solo cinque mesi fa, il 20 gennaio 2025.

Su queste colonne abbiamo documentato che egli ha ereditato dalla precedente amministrazione Dem un mondo in fiamme. Continua

Questo mio articolo è uscito la mattina del 25 giugno. E proprio quel giorno il Papa, pronunciando le parole riportate nel tweet riprodotto in foto, ha espresso “attenzione e speranza” verso “gli sviluppi della situazione in Iran, Israele e Palestina”. Cioè verso la tregua imposta da Trump come fine della guerra.

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Il presidente americano ha fatto probabilmente un capolavoro politico da Nobel. Nessuno può prevedere se e quanto la tregua fra Israele e Iran reggerà. Forse salterà tutto di nuovo in aria, forse no. Probabilmente c’è perfino chi “gufa” la pace per poter dire che Trump ha fallito.

Il buon senso consiglierebbe di sostenere il tentativo di stabilizzazione del leader statunitense, perché la pace conviene a tutti, ma – come diceva il Manzoni – spesso il buon senso “se ne sta nascosto, per paura del senso comune”. Continua

Il presidente Trump rifiuta sia l’isolazionismo dogmatico di certi Maga (che consegnerebbe il mondo a poteri folli), sia le guerre ideologiche di Neocon e Dem (che tanti danni hanno fatto in passato). Vecchi schemi da archiviare.

Invece c’è per ora una sorprendente vicinanza fra la sua azione e le esortazioni di Leone XIV, pur essendo due leader assai diversi con responsabilità e compiti diversi. Continua

I media sono concentrati solo sulla guerra fra Russia e Ucraina e su quella di Gaza, fra Israele e Hamas. Ma nel mondo sono in corso circa 56 conflitti armati: è “il numero più alto dalla Seconda guerra mondiale”, spiega la 18a edizione del Global Peace Index dell’Institute for Economics & Peace (IEP). Migliaia di morti, terribili violenze e tanti profughi di cui sappiamo pochissimo.

Il presidente americano Trump, che è a capo della prima potenza del pianeta (e cerca di pacificare i focolai più gravi, nell’assenza dell’Onu), ha ereditato dalla precedente amministrazione Dem un mondo in fiamme. Continua

Di fronte allo stallo (momentaneo?) delle trattative fra Ucraina e Russiaoccorre trovare vie diverse per la pacificazione altrimenti la Casa Bianca dovrà cambiare strategie e scenari. Quali?

Non so se la prospettiva delineata ieri sul Giornale da Edward Luttwak potrà mai diventare la linea dell’amministrazione Trump, ma certamente Luttwak è un addetto ai lavori e ben conosce le idee che attualmente circolano negli ambienti repubblicani di Washington. Continua

In meno di una settimana il pontificato di Leone XIV ha già assunto connotati precisi, che non piaceranno a chi pensava di trasformare la Chiesa Cattolica in una costola del Pd o nel salotto (ir)religioso di Repubblica.

I cattolici sono rimasti affascinati dal nuovo Papa. Dopo anni “rivoluzionari”, molti fedeli si sono commossi fin dal suo primo affacciarsi sul balcone di San Pietro, quando il Santo Padre si è presentato, sorridente, con i paramenti da Pontefice, con il saluto di Cristo risorto e parole di consolazione: “Dio ci vuole bene, Dio vi ama tutti, e il male non prevarrà! Siamo tutti nelle mani di Dio.Pertanto, senza paura, uniti mano nella mano con Dio e tra di noi andiamo avanti! Siamo discepoli di Cristo”. Continua

Per far finire la guerra in Ucraina non bisogna risolvere solo questioni territoriali, militari o economiche. In fondo su tutte queste cose si possono trovare dei compromessi. Dopo qualsiasi guerra si sono stipulati trattati di pace.

Nell’immediato però c’è un’altra cosa che blocca tutto. È di natura esistenziale. Lo ha spiegato, con amarezza, Donald Trump, giorni fa, in un’intervista in cui ha detto che forse la pace in Ucraina è diventata impossibile perché “c’è un odio tremendo tra loro”. Parlava di Putin e Zelensky. Lo conferma il tira e molla sull’incontro fra i due presidenti in Turchia. Continua

Uscendo dal santuario della Madonna, a Genazzano, Leone XIV è stato acclamato dalla folla che gridava: “Viva il Papa!”. Lui ha salutato e ha risposto: “Viva Maria!”.

Non è un dettaglio. È il timbro del nuovo Pontefice che, non a caso, nella prima omelia ha affermato che il Pastore della Chiesa deve “sparire perché rimanga Cristo, farsi piccolo perché Lui sia conosciuto e glorificato, spendersi fino in fondo perché a nessuno manchi l’opportunità di conoscerlo e amarlo”. Continua

Ieri, fra i vaticanisti, dopo la prima omelia di Leone XIV, qualcuno ha commentato: “Mi ricorda più Wojtyla che Francesco”. È la sensazione giusta.

L’elezione di Giovanni Paolo II, nel 1978, fece conoscere a tutto il mondo la fede cattolica del popolo polacco, da cui poi venne la scintilla che fece crollare (in modo incruento) il mostro comunista dell’Est europeo.

Oggi l’elezione di Leone XIV fa scoprire a tutti la fioritura e la vivacità del cattolicesimo americano. Perché gli Stati Uniti, negli anni di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI e su loro impulso, hanno vissuto una grande rinascita della fede cattolica che sembrava smarrita e che è diventata socialmente molto rilevante. Continua

Il nome del nuovo Papa rimanda a Leone XIII, il Papa della Rerum novarum, dell’apertura della Chiesa alla questione sociale che (a quel tempo) portò a una primavera cattolica. Si dovrà capire cosa significa oggi (Prevost è stato per anni missionario in Perù, patria della Teologia della liberazione).

Si è affacciato dal balcone di San Pietro con la stola dove sono rappresentati San Pietro e San Paolo seguendo una tradizione che Francesco aveva accantonato, ma non risultano pubblici dissensi dalla sua linea. Del resto è stato eletto da cardinali in gran parte bergogliani. Continua