TANTO PE’ CANTA’  

I giovani cantanti di cui il sistema decreta il successo, oggi, fanno notizia soprattutto per le presunte “provocazioni” politiche e di costume, in realtà molto mainstream. O per le bizze o per le liti fra di loro, in cui si attribuiscono addirittura la qualifica di “artista” (anche in questi giorni se n’è vista una).

In tutti costoro – che sono molto social e si misurano a follower – domina ciò che è stato definito “il conformismo dell’anticonformismo”. Infatti sono molto coccolati dai media e si atteggiano a divi già alle prime canzoni.

Ma la musica? La qualità dei testi? Qualcuno ascolterà le loro canzoni di oggi fra 30 o 40 anni? La domanda è pertinente. Perché oggi si ascoltano ancora e si amano le canzoni degli anni Settanta o Ottanta: Battisti ma pure Al Bano o i Pooh o Morandi o Massimo Ranieri, e poi Lucio Dalla, Bennato, la Nannini, Vasco Rossi, Rino Gaetano e ancor più Branduardi, Battiato, De Gregori, Guccini, De André… Continua

Caro Francesco Guccini,

già a 16 anni amavo le tue canzoni (e il tuo poetare “di-vino”) e mi fa un po’ ridere scoprire che ti sei messo a parlare di me in tv, perché in fondo mi penso sempre come il figlio di un minatore delle colline senesi.

Tu nel ’74 eri già un mito (disgraziatamente di sinistra) quando io imparavo la fede cattolica e il disgusto del comunismo da mio padre che era un fiero militante democristiano, che aveva rischiato grosso prima con i rastrellamenti dei tedeschi, poi con le elezioni del 1948 ed era scampato in miniera agli scoppi di grisù (lui ebbe “solo” una mano tranciata). Continua