Nella chiesa di San Damiano, fuori dalle mura di Assisi, Francesco ebbe la chiamata dal crocifisso. Lì Santa Chiara visse con le sue “sorelle” e lì Francesco, malato e sofferente, compose il suo luminoso inno di lode al Creatore, 800 anni fa.

Per questo lì sono esposte oggi nove tele di Gino Covili che illustrano i versi del Cantico delle creature più quelle della predica agli uccelli e della morte di frate Francesco che l’artista donò ai frati (poi vedremo perché). Continua

C’è un pittore italiano  che probabilmente è fra i maggiori del Novecento, ma non è affatto conosciuto se non fra gli addetti ai lavori. Infatti il 2018, che era il centenario della nascita, è trascorso senza che sia stato ricordato in modo particolare.

Del resto la sua pittura – banalmente ed erroneamente classificata come naïf  – non nasce dallo studio, dall’accademia, ma dalla scuola della vita. Si potrebbe anche dire dalla vita della scuola visto che – di professione – per diversi anni ha fatto il bidello e proprio in quel contesto lavorativo ha iniziato a dipingere: si tratta di Gino Covili.

Modenese di Pavullo nel Frignano, Covili nasce nel 1918 in una famiglia modesta, segnata dall’assenza del padre (un violinista trasferitosi in Francia). Perciò fin da ragazzo – fatte le elementari – deve sgobbare prima come garzone, poi come operaio. Continua