La mia generazione ha imparato da Giovanni Paolo II cosa significa amare la propria patria. Lui che veniva da una terra di eroi e di martiri, un Paese che nel Novecento è stata massacrato dai due terribili totalitarismi, il nazismo e il comunismo.

Da noi la parola “patria” era quasi dimenticata e disprezzata, come lo è oggi. E Giovanni Paolo II – che amava la sua terra polacca – ha insegnato a tutti noi ad amare la nostra e la patria di tutti. In ogni suo viaggio, appena sceso dall’aereo, baciava la terra che era andato a visitare. Perché era la terra patria di quel popolo che lo ospitava.

E’ questo che a “Repubblica” non capiscono e per questo hanno attaccato in un modo vergognoso il popolo polacco per la sua bellissima preghiera corale del 7 ottobre.

La cultura dominante è immersa nell’ultima ubriacatura ideologica del Novecento: il globalismo, che incita all’odio contro le patrie. Ma chi disprezza la propria patria disprezza la patria di tutti gli altri.

Oggi il potere finanziario globale schiaccia tutte le identità (religiose, nazionali, sessuali) per ridurci a individui apolidi e anonimi come la merce e come il denaro: individui che producono e consumano per ingrassare le loro bolle speculative.

Allora bisogna riscoprire le nostre radici e le nostre identità per resistere al “pensiero unico” sempre più intollerante e totalitario. Per questo voglio riproporre questo bellissimo inno nazionale inglese perché nel loro amor di patria si riflette ogni patriottismo.

E come per tutti i popoli cristiani, anche in questo inno la “patria” terrena è solo la prefigurazione della vera Patria, quella celeste che ci aspetta.

Un mio amico sacerdote, qualche sera fa, ha inviato questo antico inno (profondamente religioso) a me ed altri amici con queste parole:

Vi ho mandato una delle mie canzoni preferite. La ascolto ogni sera prima di andare a letto. E stasera volevo condividerla. Se leggete bene il testo non è solo uno dei più amati inni nazionali inglesi ma esprime bene per me tutto l’amore che si può avere per la chiesa e per la patria celeste e suscita in me quell’amore pronto a qualsiasi sacrificio che merita il nostro grande Re.  Continua