L’intervento con cui Benedetto XVI torna pubblicamente a pronunciarsi sulla vita della Chiesa, ha scatenato durissime reazioni, in linea con il clima di pesante intolleranza instaurato da Bergoglio e dal suo establishment (vedi QUI l’articolo di Marco Tosatti). Il mio commento intende mettere a fuoco la “svolta” di papa Benedetto.
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Il ritorno di Benedetto XVI (che forse non ha mai lasciato il papato): questa è la sensazione di molti cattolici. Sono bastati due suoi sorprendenti interventi per provocare la rabbia dell’attuale establishment bergogliano e – dall’altra parte – l’entusiasmo dei tanti credenti (smarriti e confusi) che ora riconoscono finalmente la voce del vero pastore.
Tre settimane orsono, in un messaggio al convegno sul suo pensiero politico voluto dal Presidente della Repubblica della Polonia e dai vescovi di quel Paese, Benedetto XVI aveva centrato “una questione essenziale per il futuro del nostro Continente” cioè “il confronto fra concezioni radicalmente atee dello Stato e il sorgere di uno Stato radicalmente religioso nei movimenti islamistici”.
Papa Ratzinger aveva affermato che questa tenaglia fra laicismo (o ateismo marxista) e islamismo, due concezioni sbagliate, “conduce il nostro tempo in una situazione esplosiva, le cui conseguenze sperimentiamo ogni giorno. Questi radicalismi esigono urgentemente che noi sviluppiamo una concezione convincente dello Stato, che sostenga il confronto con queste sfide e possa superarle”.
Era un evidente richiamo al suo storico discorso di Ratisbona che – non a caso – aveva fatto infuriare un certo laicismo di casa nostra e un certo mondo islamista.
Inoltre in queste ore è stato reso noto un altro intervento di Benedetto XVI che sta provocando un vero terremoto in Vaticano. Continua