Bisogna solidarizzare con il Papa. Perché quello di ieri mattina per Leone XIV deve essere stato un impatto duro con i media italiani (se ha visto le prime pagine dei giornali). Tuttavia può essergli utile per capire come funziona il circo mediatico-clericale e quanto insidioso e dannoso può essere per lui (e per la Chiesa).

Ecco cosa è successo. Una settimana fa inizia l’evento più importante dell’Anno Santo: il Giubileo dei giovani. Arrivano a Roma, a ondate, migliaia di ragazzi e ragazze. Per le vie della città eterna è una festosa ventata di volti, di lingue, di colori e di note, ma rispettosa, pacifica e allegra. Dappertutto chitarre, rosari e bandiere. Continua

Con l’oceanico evento di Tor Vergata – preceduto dall’allegro sciamare di migliaia di giovani per le vie della città eterna – è davvero cominciato il pontificato di Leone XIV e si apre un nuovo orizzonte per la Chiesa del terzo millennio.

Del resto già s’intravede la post-secolarizzazione: cominciano a sgretolarsi le ideologie anticristiane, anti umaniste e antioccidentali. Se ne colgono i segni negli eventi mondiali e nei cambiamenti culturali degli ultimi mesi a livello planetario, a cominciare da quegli Stati Uniti da cui proviene Robert Prevost(l’Europa è il continente più attardato nel vecchio nichilismo woke). Continua

“Secondo il Pew Research Center, oltre il 70 per cento dei giovani europei tra i 16 e i 29 anni si dichiara non religioso; l’Organizzazione mondiale della Sanità ricorda che ‘l’Europa è il continente con il più alto tasso di suicidi giovanili al mondo’; di riflesso, come evidenziato dall’Eurobarometro nel 2022, ‘il 42 per cento dei giovani europei dichiara di ritenere la propria vita priva di significato’”.

Ecco un’istantanea del disastro spirituale europeo davanti a cui si trova oggi il nuovo Papa Leone XIV (Vatican news ha ripreso questi dati dal “Manifesto dei giovani cristiani d’Europa”). Continua

È un funerale, anche se lo travestiranno da festa, quasi una Woodstock cattolica. I numeri sono impietosi: 500 mila i giovani “iscritti” al Giubileo che culminerà nella veglia di sabato con il Papa. Ma la stessa veglia con Giovanni Paolo II, a Tor Vergata, nell’Anno Santo del 2000, vide la presenza di più di 2 milioni di giovani.

Dunque dopo venticinque anni sono un quarto di quelli del 2000 (anche se gli organizzatori “porteranno” la cifra dei partecipanti a un milione sarà la metà). Come si spiega questo crollo? Continua

“Il Papa? È un uomo di fede, mite e buono. Ci ascolta molto…”, dice sornione l’ecclesiastico. Ma in che senso (e chi) ascolta? La risposta è un sorrisetto soddisfatto. Il monsignore è parte dell’establishment bergogliano che spadroneggia dappertutto.

Cercano di far credere che Prevost si farà trasformare in una copia sbiadita di papa Bergoglio. Possibile? Che i domatori vogliano addomesticare il Leone per il loro circo progressista è evidente, ma che lui si faccia “domare” è un altro discorso. Continua

Durante la breve vacanza a Castelgandolfo, secondo le voci, Leone XIVintenderebbe lavorare alla sua prima enciclica, un documento che, di solito, esprime l’orizzonte di un pontificato: la Redemptor Hominis di Giovanni Paolo II fu un inno a Cristo liberatore. Continua

Questo mio articolo è uscito la mattina del 25 giugno. E proprio quel giorno il Papa, pronunciando le parole riportate nel tweet riprodotto in foto, ha espresso “attenzione e speranza” verso “gli sviluppi della situazione in Iran, Israele e Palestina”. Cioè verso la tregua imposta da Trump come fine della guerra.

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Il presidente americano ha fatto probabilmente un capolavoro politico da Nobel. Nessuno può prevedere se e quanto la tregua fra Israele e Iran reggerà. Forse salterà tutto di nuovo in aria, forse no. Probabilmente c’è perfino chi “gufa” la pace per poter dire che Trump ha fallito.

Il buon senso consiglierebbe di sostenere il tentativo di stabilizzazione del leader statunitense, perché la pace conviene a tutti, ma – come diceva il Manzoni – spesso il buon senso “se ne sta nascosto, per paura del senso comune”. Continua

Il presidente Trump rifiuta sia l’isolazionismo dogmatico di certi Maga (che consegnerebbe il mondo a poteri folli), sia le guerre ideologiche di Neocon e Dem (che tanti danni hanno fatto in passato). Vecchi schemi da archiviare.

Invece c’è per ora una sorprendente vicinanza fra la sua azione e le esortazioni di Leone XIV, pur essendo due leader assai diversi con responsabilità e compiti diversi. Continua

Il discorso di Leone XIV, ieri, al Giubileo dei governanti, è molto importante.Per quello che il pontefice ha detto: torna la centralità della legge naturale, come per Giovanni Paolo II e Benedetto XVI (non a caso, con Wojtyla, egli indica l’esempio di un politico santo, Tommaso Moro che “non esitò a sacrificare la sua stessa vita pur di non tradire la verità”).

Ma quello di ieri è un discorso importante anche per ciò che non ha detto: non c’è traccia infatti né di emergenza climatica, né di immigrazionismo, i due temi fondamentali del predecessore. Continua