Winston Churchill diceva che il Cremlino (a quel tempo c’era il regime comunista) era “un dilemma avvolto in un mistero, racchiuso in un enigma”.

Qualcosa di simile potremmo dire oggi del Vaticano. Forse è anche per quest’aura di segreto – oltre alla solennità e alla bellezza della “location” – che ha tanto successo una serie, pur banale e surreale, come “The young pope”.

Molto più appassionanti della fiction sono i misteri del Vaticano vero. Dove, per la prima volta nella storia della Chiesa, un papa – dopo mesi di pesanti attacchi – si è “dimesso” (per ragioni oscure), ma in realtà rimanendo papa.

Un Vaticano dove oggi convivono due papi, senza che nessuno abbia spiegato com’è possibile, dal momento che è sempre stato insegnato che può esserci un solo Successore di Pietro.

Dove – probabilmente – qualcosa di importante sta accadendo in questi giorni, dietro il silenzio impenetrabile dei sacri palazzi.

Purtroppo i media da tempo sembrano disinteressati all’informazione sulla Chiesa e la Santa Sede, forse perché troppo impegnati nelle celebrazioni e negli osanna.

Fatto sta che nessuno, almeno in Italia, sembra essersi accorto di una intervista esplosiva del numero 2 della Chiesa, il card. Gerhard Ludwig Müller, Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede (è il ruolo che ricoprì il card. Ratzinger al tempo di Giovanni Paolo II). Continua

Propongo alla vostra riflessione alcuni brani dal clamoroso discorso di mons. Georg Gaenswein, segretario di Benedetto XVI, tenuto sabato scorso alla Gregoriana: unite i punti e scoprite il disegno.

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“Come ai tempi di Pietro, anche oggi la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica continua ad avere UN UNICO PAPA LEGITTIMO. E tuttavia, da tre anni a questa parte, viviamo con due successori di Pietro viventi tra noi (…). Molti continuano a percepire ancor oggi questa situazione nuova come UNA SORTA DI STATO D’ECCEZIONE VOLUTO DAL CIELO.
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Perciò, DALL’UNDICI FEBBRAIO 2013 il ministero papale non è più quello di prima. È e rimane il fondamento della Chiesa cattolica; e tuttavia è un fondamento che BENEDETTO XVI ha profondamente e durevolmente trasformato nel SUO PONTIFICATO D’ECCEZIONE (Ausnahmepontifikat)
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Era la mattina di quello stesso giorno in cui, di sera, un fulmine chilometrico con un’incredibile fragore colpì la punta della cupola di San Pietro posta sopra la tomba del Principe degli apostoli. DI RADO IL COSMO HA ACCOMPAGNATO IN MODO PIU’ DRAMMATICO UNA SVOLTA STORICA.
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Dall’elezione del suo successore il 13 marzo 2013 NON VI SONO DUNQUE DUE PAPI.
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BENEDETTO XVI NON HA RINUNCIATO NE’ AL SUO NOME, NE’ ALLA TALARE BIANCA. PER QUESTO L’APPELLATIVO CORRETTO CON IL QUALE RIVOLGERGLISI ANCORA OGGI E’ “SANTITA’ ”.
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EGLI NON HA ABBANDONATO L’UFFICIO DI PIETRO (…) EGLI HA INVECE RINNOVATO QUEST’UFFICIO.
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Un passo come quello compiuto da Benedetto XVI fino ad oggi NON C’ERA appunto MAI STATO“.

Continua