Il poeta latino Ovidio – che non fu il compagno di banco di Scalfari come insinua Crozza nella sua divertente parodia – è noto soprattutto per le “Metamorfosi” e l’“Ars amatoria”.

Due opere che aprono il sipario sui costumi, i trasformismi e i licenziosi intrecci della Roma imperiale, che poi sono quelli delle corti di ogni epoca.

REVOCA?

A duemila anni esatti dalla morte di Ovidio il Comune di Roma – il 14 dicembre scorso – ha approvato all’unanimità la mozione n. 85 dei consiglieri grillini per riabilitare il poeta e “revocare” la sentenza di condanna all’esilio che fu emessa, contro di lui, dall’Imperatore nell’8 dC. Continua