Ieri si coglieva, anche nei media, l’entusiasmo e perfino la commozione di tutti per la scoperta archeologica di San Casciano dei Bagni (le statue e i reperti in un’area sacra etrusca poi romanizzata).

Alcuni entusiasti sono poi quelli che hanno da ridire sul ritorno della parola “patria”. Eppure nulla come quel tesoro millenario spiega il significato di questa parola che per decenni è stata bandita dal discorso pubblico.

Patria è la terra dei padri, la terra dove sono sepolte le generazioni da cui discendiamo, la terra che è impastata con le loro ossa e con i segni della loro vita, con le mura, le case, i templi, le civiltà che costruirono. Confondere questa idea di “patria” con il fascismo o il nazionalismo è come confondere il polmone con la polmonite.

Non a caso la ritroviamo nelle bellissime pagine di una personalità che è un simbolo dell’antifascismo, Piero Calamandrei, un padre costituente che fu tra i fondatori del Partito d’Azione. Continua