“Tutte le involuzioni autoritarie hanno bisogno di un pretesto. Il turco Erdogan ha utilizzato il tentato colpo di stato del 2016, Mussolini il tentato omicidio di uno studente di 15 anni nel 1926, Hitler l’incendio del Reichstag. In alcuni casi i pretesti sono chiaramente fabbricati, come nel caso di Hitler, altri sono chiaramente autentici, ma in tutti questi casi la reazione emotiva a un torto serve a giustificare qualcosa che, almeno nel lungo termine, è molto peggio. Sento che questo è ciò che sta accadendo negli Stati Uniti in questo momento”.

Chi firma queste considerazioni, prendendo spunto dall’irruzione di manifestanti nel parlamento americano del 6 gennaio, non è affatto un trumpiano o un analista “di destra”. Tutt’altro.

E’ Luigi Zingales, stimato e autorevole economista italiano che ha una cattedra alla prestigiosa Università di Chicago e una quantità di titoli accademici. In Italia è editorialista del “Sole 24 ore” e ha una rubrica su “L’Espresso”. L’articolo di Zingales è uscito su “Promarket”, pubblicazione collegata alla stessa Università di Chicago. Continua