È giusto – a scuola – portare il telefono cellulare in classe? Al Liceo Malpighi di Bologna è stato deciso che studenti e insegnanti, entrando nell’edificio scolastico, lascino il telefonino in un cassetto per riprenderlo all’uscita.

La cosa ha scatenato un dibattito sui giornali, ma è una circolare ministeriale del 2007 che proibisce di usare il cellulare in classe. Inoltre tutte le scuole hanno regolamenti con questa norma. Solo che rimane sulla carta.  Al Malpighi invece, dopo lunga riflessione, hanno deciso di far rispettare quella regola.

Il bello è che il Malpighi di Bologna non è un vecchio istituto refrattario alle innovazioni, ma l’esatto contrario: è noto – e non solo a Bologna – come una scuola d’avanguardia, che offre una preparazione molto avanzata. In sostanza un liceo del futuro, tanto che da anni usa la tecnologia per la didattica (questo è previsto e approvato anche dal Ministero), ma la usa con i ragazzi per potenziare le loro possibilità di apprendimento, non per minarle. Così – dopo mesi di confronto con esperti – è stata presa la decisione sui telefonini. Continua

I trent’anni di internet in Italia che si festeggiano in questi giorni non sono soltanto un avvenimento tecnologico, ma anche neurologico.

E’ una specie di supermente che abbiamo a disposizione sempre e dovunque con il nostro telefonino. Ma non si tratta solo delle infinite cose che possiamo trovare, conoscere, vedere, leggere, scoprire in un istante, da qualunque luogo.

Con la rete ognuno si trova dotato di un corpo più esteso, di occhi, orecchi, mani e piedi più potenti. Siamo costantemente connessi col mondo, in qualche modo possiamo essere contemporaneamente in molti luoghi diversi e farci sentire. Ai quattro angoli del pianeta. E’ un potere straordinario.

Tuttavia anche rischioso perché con la mente rischiamo di essere sempre altrove, sempre “fuori”, così possiamo perdere o dimenticare la strada di casa: il nostro “io”. Continua