La tragedia del piccolo Charlie ha inquietato gli animi di tantissima gente, sia laici che cattolici. C’è oltretutto un sovrappiù di strazio, perché i genitori avrebbero almeno voluto portare a casa il bambino…

Ieri, mano a mano che passavano le ore, un’onda di commozione e dolore ha attraversato tante coscienze, i telefoni dell’ambasciata britannica e la mail dell’ospedale sono stati intasati, tanto che ancora qualche giorno è stato concesso al bambino.

Si sono fatte spontaneamente centinaia di veglie di preghiera, dappertutto, e molti cattolici hanno preso d’assalto il centralino della Segreteria di stato vaticana e di Santa Marta per chiedere un intervento urgente di papa Bergoglio.

Lui parla su tutto, ogni giorno. Ha tuonato perfino contro coloro che si tingono i capelli (“a me fa pena quando vedo quelli che si tingono i capelli”). Ma – nonostante le richieste – Bergoglio si è rifiutato ostinatamente di dire una sola parola in difesa della vita di Charlie Gard (silenzio totale come per Asia Bibi e per tutti i casi non “politically correct”). Continua

Pochi mesi fa ci siamo commossi per il piccolo Aylan, il bambino siriano fotografato morto su una spiaggia turca (con i familiari aveva cercato di raggiungere la Grecia).

Tutti i media del pianeta rilanciarono quell’immagine in prima pagina e tutti si dissero indignati per un mondo dove si lasciano morire i bambini così.

Ebbene, oggi, per salvare la vita del bambino Charlie Gard, che sta in Gran Bretagna, si può ancora fare qualcosa, ma nessuno sembra voler fare una battaglia in difesa della sua vita.

Fra i pochi c’è mia figlia Caterina e devo dire che imparo sempre molte cose da lei. Continua