Un altro caso interessante è rappresentato dall’apparizione della Madonna a La Salette, nel 1846, che è stata riconosciuta dalla Chiesa. Nel messaggio datato 6 luglio 1851 si dice che «non passeranno due volte cinquant’anni» e «nascerà l’Anticristo».

Nel segreto del 1879 scritto da Melania diversi anni dopo l’approvazione delle apparizioni (su cui dunque non c’è un’approvazione della Chiesa) si legge fra l’altro (…): «Roma perderà la fede e diventerà la sede dell’Anticristo».  E poi: «La Chiesa sarà eclissata; il mondo sarà in costernazione».

(…) Ma è del Novecento la mistica che più ha parlato dell’Anticristo e con più chiarezza: Maria Valtorta. (…) A lei si devono anche tre volumi di dettati di origine soprannaturale – dal 1943 al 1950 – perlopiù attribuiti a Gesù Cristo, pubblicati sotto il titolo Quaderni. Continua

Oggi è uscito il mio libro “Il segreto di Benedetto XVI (perché è ancora Papa)” edito da Rizzoli. Sono uscite delle anticipazioni su “Libero”, sulla “Verità” e sul “Giornale”. Inoltre sono stati pubblicati degli articoli sul libro di Marco Tosatti (QUI) e Maria Giovanna Maglie (QUI)

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La profezia di Fatima su questo nostro tempo è eloquente e fa riflettere. Ma forse c’è ancora di più che è rimasto nell’ombra e che è davvero inquietante.

C’è un “dettaglio” che emerge dopo tanti anni (…). È noto che Giacinta e Francesco morirono poco dopo le apparizioni per la febbre spagnola che divampò in tutta Europa. (…) Giacinta fu particolarmente legata alla figura di un papa, evidentemente un papa futuro rispetto agli anni della sua vita.

Nella terza memoria scritta da Lucia – in data 31 agosto 1941 – si trova riportata una visione della piccola Giacinta (oggi canonizzata dalla Chiesa) che fa pensare a Benedetto XVI. Ma nella documentazione sulle apparizioni di Fatima è contenuta anche una frase della Madonna che Giacinta riferisce a chi la interroga (…).

Una frase breve, ma terribile, pronunciata dalla Vergine durante l’apparizione del 13 ottobre 1917, quella in cui si verifica il “miracolo del sole” (uno spaventoso vorticare del sole nel cielo) davanti a 70.000 persone, compresi diversi giornalisti. (…)

Ne sono venuto a conoscenza quando un amico padovano, pellegrino a Fatima, me l’ha segnalata girandomi il testo di un corso sui messaggi della Madonna tenuto nel 2017 al santuario portoghese. Il suo titolo: “Curso sobre a Mensagem de Fátima ‘O triunfo do amor nos dramas da História’ ”.(…)

Nella parte finale, quella della documentazione storica, si riportano tutte le apparizioni e al capitolo sull’apparizione del 13 ottobre 1917, alla pagina 40, si legge testualmente: “E assumendo un aspetto più triste, [la Madonna disse]: ‘Non offendano più Nostro Signore che è già molto offeso! Se il popolo si emenderà, finirà la guerra, se non si emenderà, finirà il mondo’”. Continua

La Chiesa sta attraversando la più grave crisi della sua storia. Perché?

Cosa è veramente accaduto nel 2013? Chi voleva una rivoluzione nella Chiesa? E che tipo di “rinuncia” è stata quella di Benedetto XVI? Perché si definisce “papa emerito”? Qual è la sua misteriosa missione attuale?

Domande che porteranno a scoperte sorprendenti. E a comprendere come e perché Benedetto XVI è ancora papa.

Si possono trovare notizie sul libro e si può prenotare il volume  QUI  e QUI 

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Ecco la copertina del mio nuovo libro che esce oggi per le edizioni Rizzoli. Nell’esergo iniziale ho riportato gli attualissimi versi di Dante, che purtroppo sembrano descrivere la situazione attuale:

Ahi serva Italia, di dolore ostello,

nave sanza nocchiere in gran tempesta,

non donna di province, ma bordello!

(Dante, Purg. VI, vv. 76-78)

Ma il mio non è solo un duro atto d’accusa contro la liquidazione del nostro Paese, contro le forze e le ideologie che hanno ridotto l’Italia in queste condizioni.

Perché la strada della rinascita c’è ed è molto chiara.

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La condizione iniziale del protagonista della Commedia stupisce. È così moderna, così immediata per noi: l’angoscia, lo smarrimento, la solitudine, il sentirsi “gettati” nel mondo, il buio, la paura, la disperazione, il fallimento, il sentirsi braccati.

Ma sorprende ancor di più quella che Dante indica come la sua personale via di salvezza da questa disperazione, da questo fallimento, individuale e collettivo: un volto di ragazza. Beatrice. Il suo primo, grande amore giovanile.

Com’è possibile che un semplice incontro fra adolescenti sul Lungarno di Firenze, uno sguardo furtivo, uno struggersi del cuore, sia così importante e significativo? Continua

Oggi è uscito il mio libro, “La casa dei giovani eroi”. Qui la bellissima recensione di Benedetto Frigerio (che ringrazio). Qua sotto l’anticipazione del capitolo su Annalena Tonelli apparsa su “Libero”.

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Una grande sorpresa è stata per me scoprire (…) che fra i primi a far conoscere da noi questo straordinario cammino di riabilitazione (il metodo Doman) fu una persona dal cuore davvero grande (…).

Il nome di Annalena Tonelli non dirà nulla al grande pubblico. (…) Ma la sua storia è eccezionale e credo proprio che la Chiesa la farà santa.

Annalena nacque a Forlì nel 1943. Fin da giovane fu una cattolica molto impegnata: mentre studiava, lavorava per i più poveri della sua città, ma col cuore al mondo intero, fondando il Comitato per la lotta contro la fame nel mondo.

A Forlì si occupò degli emarginati nei quartieri più abbandonati, dei bambini con handicap e degli orfani.

La sua vocazione missionaria era nata in lei addirittura da piccola. Così infatti l’ha raccontata: «Scelsi di essere per gli altri: i poveri, i sofferenti, gli abbandonati, i non amati, che ero bambina e così sono stata e confido di continuare a essere fino alla fine della mia vita. Volevo seguire solo Gesù Cristo. Null’altro mi interessava così fortemente: Cristo e i poveri in Cristo. Per Lui feci una scelta di povertà radicale».

Da giovane ragazza cattolica, a Forlì, negli anni Sessanta, era un vulcano di iniziative, soprattutto – come ho detto – nelle opere di carità e di assistenza.

Va ricordato che la sua era la generazione del ’68, ma mentre gran parte dei suoi coetanei pretendeva di cambiare il mondo con le ideologie (di solito aberranti), con le chiacchiere e spesso con la violenza, lei, appena laureata – a pieni voti – in Giurisprudenza nel 1969, perseguiva il sogno di partire, come missionaria laica, per il Terzo Mondo per donare tutta la propria vita, silenziosamente, per i più poveri e derelitti.

Non si pensi però a una persona che è tutta presa dall’attivismo sociale. Fin da giovane per lei «la preghiera, l’adorazione del Santissimo – a cui dedica ore, frequentando varie chiese della città – sono il segreto di quella inesauribile, lucidissima energia» (Fagiolo D’Attilia- Zanini, Annalena Tonelli. Un amore più forte di ogni odio, San Paolo).

Questo sarà il suo segreto sempre, fino all’ultimo dei suoi giorni.

Nonostante l’opposizione della famiglia nel 1969 riesce a imbarcarsi e va a Nairobi, in Kenya, come insegnante d’inglese nelle scuole dei Missionari della Consolata.

«Partii decisa a “gridare il Vangelo con la vita” sulla scia di Charles de Foucauld che aveva infiammato la mia esistenza». Continua

Questo libro nasce da una «scoperta» per me davvero scioccante: in duemila anni di storia della Chiesa, mai, veramente mai, si è avuta una tale concentrazione di apparizioni mariane e una tale concentrazione di profezie che – tutte convergenti, le une e le altre – indicano il nostro tempo come un tempo di svolta quasi apocalittica.

Non è mai accaduto prima. Inoltre si tratta di un avvertimento profetico che trova conferma nel magistero della Chiesa.

Le apparizioni mariane a cui mi riferisco iniziano a Parigi nel 1830, in Rue du Bac, e arrivano a quelle di Kibeho, in Ruanda, pochi anni fa. Parlo quindi di casi il cui carattere soprannaturale è stato riconosciuto dalla Chiesa cattolica. E così pure i mistici che cito sono esclusivamente mistici cattolici, spesso già beati o santi (non ovviamente sedicenti veggenti di oggi o di ieri).

Infine – come ho detto – è il magistero stesso della Chiesa che dà clamorose conferme sui tempi che viviamo. I grandi papi del Novecento hanno avuto consapevolezza di ciò che stava accadendo e di ciò che ci aspettava. E ci hanno avvertito.

Già il venerabile Pio XII affermava nel 1951:

“Oggi quasi tutta l’umanità va rapidamente dividendosi in due schiere opposte, con Cristo o contro Cristo. Il genere umano al presente attraversa una formidabile crisi che si risolverà in salvezza con Cristo o in funestissime rovine”.

E il beato Paolo VI , nel 1967, proprio a Fatima, nel corso del pellegrinaggio al santuario portoghese, pronunciò queste parole:

“Noi diciamo: ‘il mondo è in pericolo’. Perciò noi siamo venuti ai piedi della Regina della Pace a domandarle come dono, che solo Dio può dare, la pace. […] Uomini, pensate alla gravità e alla grandezza di quest’ora, che può essere decisiva per la storia della presente e della futura generazione”.

Poi, lo stesso Paolo VI, nel 1977, verso la fine del suo pontificato, confidò all’amico Jean Guitton:

“C’è un grande turbamento in questo momento nel mondo e nella Chiesa, e ciò che è in questione è la fede. Capita ora che mi ripeta la frase oscura di Gesù nel Vangelo di san Luca: «Quando il Figlio dell’uomo tornerà, troverà ancora la fede sopra la terra?». […] Rileggo talvolta il Vangelo della fine dei tempi e constato che in questo momento emergono alcuni segni di questa fine. Siamo prossimi alla fine? Questo non lo sapremo mai. Occorre tenersi sempre pronti, ma tutto può durare ancora molto a lungo. Ciò che mi colpisce quando considero il mondo cattolico, è che all’interno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensiero di tipo non-cattolico, e può avvenire che questo pensiero non cattolico all’interno del cattolicesimo diventi domani il più forte. Ma esso non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa. Bisogna che sussista un piccolo gregge, per quanto piccolo esso sia”.

E san Karol Wojtyla, alla vigilia del suo pontificato:

“Ci troviamo oggi di fronte al più grande combattimento che l’umanità abbia mai visto. Non penso che la comunità cristiana l’abbia compreso totalmente. Siamo oggi davanti alla lotta finale tra la Chiesa e l’Anti-Chiesa, tra il Vangelo e l’Anti-Vangelo”.

Infine Benedetto XVI, parlando al corpo diplomatico, nel 2010, disse:

“Il nostro futuro e il destino del nostro pianeta sono in pericolo”.

Da dove nasce questo concorde giudizio del magistero sul tempo che stiamo vivendo?

Certamente dalla lettura dei segni dei tempi alla luce della fede: è un discernimento – il loro – particolarmente acuto perché illuminato dallo Spirito Santo, sia per il fatto che si tratta di pontefici, sia perché sono tutti uomini di grande spiritualità la cui santità è stata solennemente riconosciuta (o è in via di riconoscimento) dalla Chiesa.

Sicuramente questa profetica lettura della realtà viene anche dalle rivelazioni private dei mistici e dalle moderne apparizioni della Madonna, di cui nessuno di loro fu ignaro (anche se sappiamo che tali messaggi vanno considerati con prudenza e senza fanatismi).

Ma proviene anche dalla stessa rivelazione pubblica delle Sacre Scritture e dall’insegnamento dei padri. C’è infatti una profezia, assolutamente certa, che va creduta per fede, quindi superiore alle rivelazioni pri- vate (che possono anche essere dubbie o errate), perché è basata sulla Bibbia.

Si può leggere infatti nello stesso Catechismo della Chiesa Cattolica voluto da Giovanni Paolo II e dal cardinal Ratzinger, in attuazione del Concilio Vaticano II, quindi fa parte della dottrina cattolica. Ecco cosa insegna il Catechismo al numero 675:

“Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti. La persecuzione che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra svelerà il «Mistero di iniquità» sotto la forma di una impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell’apostasia dalla verità. La massima impostura religiosa è quella dell’Anti-Cristo, cioè di uno pseudo-messianismo in cui l’uomo glorifica se stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne.”

È importantissimo questo passo del Catechismo perché mostra – con certezza – che la Chiesa non è incamminata verso un trionfo terreno, ma verso questo suo Getsemani, verso il suo venerdì santo, verso l’eclissi del sabato santo.

Anche il mondo vivrà questo oscuramento della verità nel segno della tragedia. Sarà una prova terribile. Ma siamo stati avvertiti potentemente.

Su questo cerco di riflettere, nella Seconda parte di questo libro, con una lettera aperta a papa Francesco il quale ci ha ripetutamente avvertiti che oggi noi siamo entrati in una sorta di «Terza guerra mondiale».

Quelli che viviamo sono tempi dolorosi, ma anche gloriosi. In cui siamo chiamati a riconoscere Cristo, che è la verità e l’unica salvezza, e a testimoniarlo. E forse, come per Ninive, ascoltare i profeti e convertirsi potrebbe ancora salvare la città dalla sua rovina.

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Anticipo qui un capitolo del mio libro “Avventurieri dell’eterno” (Rizzoli), da oggi in libreria

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