Un mese dopo la rinuncia di Benedetto XVI, il filosofo Massimo Cacciari – che è uomo assai accorto sulle cose del mondo (e che proprio al Kathécon aveva appena dedicato un saggio) – rilasciò un’intervista (due giorni prima dell’elezione di Bergoglio) dove, a proposito delle dimissioni di Benedetto XVI, disse queste testuali parole:
.
“La forza simbolica della decisione di Ratzinger ci interroga seriamente su questo punto. La Chiesa si è sempre caratterizzata anche per la sua capacità di ‘tenere a freno’, di arrestare – come si legge in San Paolo – l’avanzata delle forze anticristiche. Bisogna quindi chiedersi se la decisione di Ratzinger non sia una lucida dichiarazione di impotenza a reggere una funzione di ‘potere che frena’. Ratzinger dice: continuerò a essere sulla croce, facendo salva la dimensione religiosa rimane. Ma la dimensione del potere che frena dove va a finire?
Simbolo della Chiesa è, assieme, Croce e katéchon ( la figura ben presente nella Seconda Lettera ai Tessalonicesi di San Paolo: potere che frena l’avanzata dell’Anticristo, ndr). Il segno di queste dimissioni, a saperlo vedere in tutta la sua prospettiva, è dunque davvero grandioso.
Potremmo ipotizzare che Ratzinger si dimette perché non riesce più a contenere le potenze anticristiche, all’interno della stessa Chiesa. Come diceva Agostino, gli anticristi sono in noi. Questa è una chiave per la decisione di Ratzinger, se vogliamo leggerla in tutta la sua serietà. La sua decisione fa tutt’uno con la crisi del politico, del potere che frena“.
(Da “Vita”, 11 marzo 2013)

.

Certamente è una riflessione molto suggestiva e drammatica. Che nel mondo siano scatenate le forze anticristiche mi pare evidente dall’impazzimento generale che – oggi – ci sta portando perfino sull’orlo del baratro di una guerra mondiale. E’ un dato di fatto.

Così come è evidente che – dopo il “dimissionamento” di Benedetto XVI – la Chiesa come Katéchon cioè come “potere che frena” il dilagare delle forze anticristiche, si sia totalmente dissolta. Dando addirittura l’impressione di essersi arruolata come gregaria al carro del Potere anticristiano.

Quanto alle forse anticristiche DENTRO la Chiesa, a causa delle quali Benedetto XVI avrebbe rinunciato, ognuno può fare la sua analisi…

Di sicuro – come dice Cacciari – la scelta di Benedetto XVI e la sua attuale, misteriosa, collocazione come “papa emerito” segnala che viviamo un tempo “grandioso” cioè apocalittico. Chi non l’ha ancora capito fa come quegli spensierati di cui parlava Gesù nel capitolo 17 del Vangelo di san Luca: “E come avvenne ai tempi di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’ uomo: si mangiava, si beveva, si prendeva moglie e si prendeva marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’ arca. Poi venne il diluvio e li spazzò via tutti. Lo stesso avvenne ai tempi di Lot: la gente mangiava e beveva, comprava e vendeva, piantava e costruiva. Ma nel giorno in cui Lot uscì da Sodoma, venne dal cielo fuoco e zolfo e li distrusse tutti”.

Questi ammonimenti di Gesù valgono sempre, per tutti, in ogni tempo in cui si riproduce, in analogia, la vicenda biblica, fino alla manifestazione del Figlio dell’Uomo. MI SEMBRA CHE SI DEBBA PREGARE MOLTO, SOPRATTUTTO PER LA CHIESA E I SUOI PASTORI.

Vengono in mente le parole che Paolo VI, poco prima della morte, confidò a Jean Guitton:

“C’è un grande turbamento in questo momento nel mondo e nella Chiesa, e ciò che è in questione è la fede. Capita ora che mi ripeta la frase oscura di Gesù nel Vangelo di san Luca: ‘Quando il Figlio dell’Uomo ritornerà, troverà ancora la fede sulla terra?’. Capita che escano dei libri in cui la fede è in ritirata su punti importanti, che gli episcopati tacciano, che non si trovino strani questi libri. Rileggo talvolta il Vangelo della fine dei tempi e constato che in questo momento emergono alcuni segni di questa fine. Siamo prossimi alla fine? Questo non lo sapremo mai. Occorre tenersi sempre pronti, ma tutto può durare ancora molto a lungo. Ciò che mi colpisce, quando considero il mondo cattolico, è che all’interno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensiero di tipo non cattolico, e può avvenire che questo pensiero non cattolico all’interno del cattolicesimo diventi domani il più forte. Ma esso non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa. Bisogna che sussista un piccolo gregge, per quanto piccolo esso sia”. 

Continua

Il libro di Benedetto XVI, “Ultime conversazioni”, è stato celebrato su tutti i giornali ed è nella classifica dei libri più venduti, ma è stato veramente letto e capito?

Il primo enigma è il libro stesso. Il 14 febbraio 2013, tre giorni dopo l’annuncio del ritiro (che sarebbe scattato formalmente dal 28 febbraio), il papa annunciò solennemente: “Rimarrò nascosto al mondo”.

Invece, passati tre anni, esce addirittura un best-seller (oltretutto aveva affermato pure che dopo la trilogia su Gesù non ci sarebbero stati altri libri). Perché?

Com’è possibile che un uomo rigoroso, sempre lontano da qualunque protagonismo, di colpo rinneghi clamorosamente la sua decisione di star nascosto? Quali sono le vere ragioni del libro? Continua

Ma chi è oggi il Papa e precisamente quanti ce ne sono? La confusione regna sovrana e la nuova uscita di Benedetto XVI – il libro-intervista “Ultime conversazioni” – invece di dissolvere i dubbi li moltiplica.

Parto dal dettaglio più curioso.

Domanda Peter Seewald a Benedetto XVI: “Lei conosce la profezia di Malachia, che nel medioevo compilò una lista di futuri pontefici, prevedendo anche la fine del mondo, o almeno la fine della Chiesa. Secondo tale lista il papato terminerebbe con il suo pontificato E se lei fosse effettivamente l’ultimo a rappresentare la figura del papa come l’abbiamo conosciuto finora?”.

La risposta di Ratzinger è sorprendente: “Tutto può essere”. Poi addirittura aggiunge: “Probabilmente questa profezia è nata nei circoli intorno a Filippo Neri” (cioè la chiama “profezia” e la riconduce a un grande santo e mistico della Chiesa). Conclude con una battuta di alleggerimento, ma quella è stata la sua risposta. Continua

In questi giorni con la sua presenza addolorata e discreta, fra i vivi e i morti, fin dalla notte del terremoto, il vescovo di Ascoli, monsignor D’Ercole, ha provato ad annunciare l’unica vera speranza. Per tutti.

Dice la Sacra Scrittura che Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi” (Sap 1,13), ma anzi ha dato la vita di suo Figlio per amore nostro e ha costruito per noi una casa che nessuno potrà mai abbattere: “Un fiume e i suoi ruscelli rallegrano la città di Dio, la santa dimora dell’Altissimo. Dio sta in essa: non potrà vacillare” (Sal. 45, 5-6).

Questa è la nostra vera casa. A volte basta una semplice immagine per intuirlo. Continua

C’è un tweet recente di papa Francesco che dice: “Chiediamo che vengano rispettati i popoli indigeni, minacciati nella loro identità e nella loro stessa esistenza”.

Benissimo. Condivido. Però mi chiedo: perché questo pontefice non difende anche il diritto all’identità e alla sopravvivenza degli “indigeni” italiani ed europei?

Perché la loro identità sarebbe da considerare cosa deteriore e detestabile? E perché la loro esistenza non dovrebbe essere salvaguardata?

ESTINZIONE

Se c’è un popolo che rischia davvero l’estinzione, oggi, è proprio quello europeo, anzitutto a causa di una deriva nichilista che, dagli anni Sessanta, ha spento la sua forza morale e spirituale, producendo una catastrofe demografica.

Pat Buchanan ha scritto:

Oggi nessuna grande nazione dell’Occidente ha una natalità capace di scongiurare  l’estinzione dei suoi nativi. Per la fine del secolo, altri popoli ed altre culture avranno in  gran parte ripopolato il Vecchio Continente.  L’Uomo Europeo pare destinato a finire come le 10 tribù perdute di Israele:  superate  in numero, assimilate e scomparse.  E  mentre i popoli europei, Russi, Tedeschi, Britannici, Baltici, calano in numero,  la popolazione dell’Africa,  stima l’ONU, raddoppierà in 34 anni, giungendo a due miliardi”. Continua

Leone XIII fu Papa dal 1878 al 1903 (…). Parliamo di un grande Papa, che è stato un ottimo Pontefice, dotato di saggezza, senso della realtà, consapevolezza del momento storico, prudenza e coraggio.

Ebbene il fatto misterioso di cui parliamo gli accadde il 13 ottobre 1884. Quel giorno, assistendo a una seconda messa di ringraziamento «a un tratto lo si vide drizzare energicamente il capo, poi fissare qualche cosa al di sopra del capo del celebrante. guardava fisso, senza batter palpebra, ma con un senso di terrore e di meraviglia, cambiando colore e lineamenti».

Dicono i testimoni che «finalmente, come rivenendo in sé, dando un leggero, ma energico tocco di mano, si alza. Lo si vede avviarsi verso il suo studio privato. I familiari lo seguono con premura e ansiosi. gli dicono sommessamente: “Santo Padre, non si sente bene? Ha bisogno di qualcosa?”. risponde: “Niente, niente”. dopo una mezz’ora fa chiamare il Segretario della congregazione dei riti e, porgendogli un foglio, gli ingiunge di farlo stampare e di farlo pervenire a tutti gli ordinari del mondo».

Si trattava della famosa preghiera a san Michele Arcangelo, protettore della Chiesa, che da allora fu fatta recitare alla fine della Santa Messa in tutte le chiese del mondo: era una lunga invocazione al capo delle milizie celesti perché incatenasse Satana all’inferno impedendogli di dilagare nel mondo contro la Chiesa e le anime (questa preghiera fu inopinatamente cancellata dopo il Concilio).

Degno di nota il fatto che Benedetto XVI abbia voluto far fare una statua in onore di san Michele Arcangelo da collocare nei giardini vaticani, a protezione della piccola città del Papa (…).

Ma per quale motivo Leone XIII scrisse quella preghiera? E cosa gli era successo durante la messa? Cosa aveva visto e sentito?

Il Papa disse che si trattava del futuro della Chiesa. In effetti Leone XIII ebbe la visione dei demoni che si addensavano sul Vaticano e sulla basilica di San Pietro che – assalita dalle forze infernali – tremava paurosamente.

Il Papa udì un misterioso e agghiacciante dialogo nel quale Satana sfidava il Signore affermando che se avesse avuto mano libera avrebbe distrutto la sua Chiesa in cento anni.

Si può cogliere in questa «sfida» apocalittica il disprezzo di sempre che Lucifero ha verso gli uomini che accusa davanti al Creatore di essere al servizio suo, di Satana, e non figli di Dio.

Mentre, nel consentire questa sfida, da parte del Signore c’è il suo amore appassionato ed eterno che vuole le sue creature liberamente capaci – con la sua grazia – di opporsi al Maligno, vincerlo e ottenere così l’immenso dono della salvezza e della divinizzazione.

E’ per questo – secondo le parole del cardinale Ivan dias a Lourdes nel 2008 – che nell’ultimo secolo Dio ha inviato la Madonna sulla terra con apparizioni tanto straordinarie e profetiche, per avvertire, sostenere e confortare i suoi figli immersi nella grande battaglia.

Dunque Leone XIII non solo scrisse quella preghiera a san Michele Arcangelo facendola recitare, da quel momento in poi, alla fine della messa in tutte le chiese, ma – come sottolineò il cardinale Nasalli Rocca – il Papa «scrisse di sua mano uno speciale esorcismo contenuto nel rituale romano. Questi esorcismi egli raccomandava ai vescovi e ai sa- cerdoti di recitarli spesso nelle loro diocesi e parrocchie. egli lo recitava spessissimo lungo il giorno».

Dunque nella redazione originale di questo misterioso esorcismo in satanam et angelos apostaticos (contro satana e gli angeli apostati), scritto da Leone XIII e inserito obbligatoriamente nel Rituale romanum, si leggeva questa enigmatica formula:

«Ecco la Chiesa, Sposa dell’Agnello Immacolato, saturata di amarezza e abbeverata di veleno da nemici molto astuti; essi hanno posato le loro empie mani su tutto ciò che c’è di più sacro. Laddove fu istituita la sede del beato Pietro e la cattedra della Verità, là hanno posto il trono della loro abominazione nell’empietà; in modo che colpito il pastore, il gregge possa essere disperso».

E’ una formula che sconcerta e per questo, alcuni decenni dopo, sotto il Pontificato di Pio XI, quell’esorcismo venne accorciato e questa fu una delle frasi cancellate. Per prudenza.

Perché poteva essere «male interpretata» come si disse anche di quella parte del Segreto di Fatima che non è mai stata rivelata. Lo sconcerto che suscita la frase tagliata dall’esorcismo è simile al terrore che attanagliava suor Lucia quan- do non riusciva a scrivere quel testo. Avevano qualcosa di terribile in comune?

(…) Sia la visione di Leone XIII, che il Segreto di Fatima e le visioni della Emmerich hanno al centro il Papato. Il dramma del Papato. E stabiliscono che al culmine dello scatenamento di Satana quello sarà l’obiettivo supremo delle forze infernali.

*********

Il 7 luglio 2014 la rivista argentina «Viva» ha pubblicato un’intervista a papa Bergoglio nella quale egli fornisce un decalogo per vivere felici e in pace.

La cosa è stata rilanciata e amplificata come un distillato di saggezza epocale. Ma è difficile capire cosa ci sia da ammirare nella massima che Bergoglio ha posto come prima regola per la felicità: «Vivi e lascia vivere».

E’ questa la «filosofia di vita» del Papa? E’ per questo che Gesù Cristo ha accettato di subire il supplizio della croce? Si resta perplessi.

C’è chi ha preso tutto molto sul serio (forse troppo) e ha ricordato in proposito una delle visioni della beata Anna Caterina Emmerich (1774-1824) che ebbe molte rivelazioni sul passato e sul futuro della chiesa:

Vidi in una città, una riunione di ecclesiastici, di laici e di donne, che erano seduti insieme a mangiare e a fare scherzi frivoli, e sopra di loro una nuvola nera che scorreva su un piano immerso nell’oscurità. In mezzo a questa nebbia, vidi Satana seduto in una forma orribile e, intorno a lui tanti accompagnatori per quante persone c’erano nella riunione che si teneva sotto. Tutti questi spiriti malvagi erano continuamente in movimento e occupati a spingere il male in questa riunione di persone. Parlavano loro all’orecchio e agivano su di esse in tutti i modi possibili.

La mistica descrive la preoccupante situazione spirituale di queste persone e aggiunge:

Gli ecclesiastici erano di quelli che avevano come principio: «Vivi e lascia vivere. Nella nostra epoca non bisogna restare da parte, né essere misantropi, bisogna gioire con chi gioisce».

Francamente non scomoderei la Emmerich per quella banale (e infelice) battuta. Però colpisce che in tutto il decalogo del Papa per vivere felici, abbastanza terra terra («procedi con calma», «preserva il tempo libero», «rispetta il pensiero degli altri senza proselitismo»), sia completamente assente Dio.

*********************

Anna Caterina Emmerich è una monaca agostiniana tedesca nata nel 1774 e morta nel 1824. Giovanni Paolo II l’ha beatificata il 3 ottobre 2004 parlando delle sue straordinarie grazie mistiche e il riferimento era – in particolare – alla sua descrizione della passione di Cristo.

La Emmerich è nota, fra l’altro, per la sua visione della casa della Madonna e dell’apostolo Giovanni a Efeso, visione che nel XX secolo ha permesso il ritrovamento archeologico di quell’importante sito.

Molte altre sue visioni però – raccolte e trascritte da Clemens Brentano – riguardavano la chiesa in epoche diverse, sia del passato sia del futuro.

Ce ne sono alcune, finora quasi sconosciute, che sono tornate di grande attualità da quando la chiesa di Roma si trova con due Papi in Vaticano, fatto assolutamente inedito in tutta la sua lunga storia.

Dopo il marzo 2013, brani di queste visioni sono stati pubblicate in un breve articoletto del «Foglio» che poi, nei suoi contenuti, è stato rilanciato su molti siti internet critici verso Bergoglio.

C’è anche un riferimento temporale il quale, stando a quell’articolo, confermerebbe che si tratta proprio di una profezia sul nostro tempo.

Infatti la Emmerich parla di un’epoca futura (rispetto a lei) in cui sarà stata riformata la liturgia cattolica: «La Messa era breve. Il Vangelo di san Giovanni non veniva letto alla fine».

In effetti fra il 1967 e il 1969 è stata fatta una riforma liturgica che contiene proprio queste innovazioni, insieme ad altre. Quindi alcune di quelle visioni della Emmerich potrebbero riguardare il periodo storico successivo al 1969.

Non solo. C’è un altro «dettaglio» temporale importantissimo che la mistica tedesca ci fornisce: «Se non sbaglio sentii che Lucifero sarà liberato e gli verranno tolte le catene, cinquanta o sessant’anni prima degli anni 2000 dopo Cristo, per un certo tempo».

Questa è una rivelazione importantissima perché la si ritrova, negli stessi termini, nella terribile visione che ebbe papa Leone XIII a fine Ottocento e – più recentemente – nei messaggi della Madonna di Medjugorje. E in tutti e tre i casi è il preannuncio di un tempo di prova durissima per la chiesa che comincia nella seconda metà del XX secolo. Ma andiamo avanti.

In particolare nelle visioni profetiche della Emmerich – secondo l’articolista del «Foglio» – c’è «un tempo futuro di coesistenza di due Papi».

Ecco la citazione della Emmerich relativa alla visione del 13 maggio (sic!) 1820:

Vidi anche il rapporto tra i due Papi … Vidi quanto sarebbero state nefaste le conseguenze di questa falsa chiesa. L’ho veduta aumentare di dimensioni; eretici di ogni tipo venivano nella città [di Roma]. Il clero locale diventava tiepido, e vidi una grande oscurità. Continua

L’Italia, con l’Europa, si dibatte in un’impotenza e un’angoscia molto più profonde e gravi della stessa crisi economica.

Certo, questa crisi da noi sembra senza via d’uscita (aumenta la povertà, la disoccupazione giovanile è devastante, il sistema bancario trema) e si aggiunge all’aggressione del terrorismo, all’esplosione politica della Ue e alla marea migratoria.

Tuttavia è sempre più forte la convinzione che all’origine di tutto questo ci sia una crisi di civiltà. Che nasce da una disfatta spirituale, da una perdita di radici culturali e di identità religiosa.

L’altroieri un intellettuale laico e liberale come Ernesto Galli della Loggia lo scriveva nell’editoriale del Corriere della sera.

ELITE ANTICRISTIANE

Fra le cause di questa disfatta indicava la “delegittimazione ideologico-culturale” del Cristianesimo e “più in generale” del “nesso religione-società” (insieme ad altri fattori relativi alla decadenza dello Stato).

Questa, sostiene Galli, “è stata per gran parte l’opera di élite superficialmente progressiste, di debolissima cultura storica e politica, succubi delle mode, le quali hanno così creato un vuoto culturale e sociale enorme”. Continua

Andrea Riccardi, leader della Comunità di S. Egidio, in una recente conferenza  (vedi QUI) ha negato che il card. Martini al Conclave del 2005 abbia votato per l’allora card. Bergoglio: “Si dice che Martini, gesuita anche lui, non considerasse Bergoglio all’altezza del compito”, ha riferito Riccardi.

Io credo che in realtà lo abbia votato, ma aveva ragione di ritenere che non fosse all’altezza del compito. Non lo è sotto molti gravi profili (come dimostra il baratro in cui sta portando la Chiesa). Ma anche sotto l’aspetto umano Bergoglio è del tutto “unfit”, inadatto a un così delicato e grave compito.

E’ difficile trovare tracce della virtù della prudenza. E soprattutto è quasi impossibile ravvisare segni dell’assistenza speciale dello Spirito Santo. Infatti ogni volta che Bergoglio parla a braccio (cioè senza leggere un discorso che gli è stato scritto) dice enormità che fanno rabbrividire e sono colpi di piccone sulla Chiesa cattolica.

Basti citare le quotidiane omelie di Santa Marta. Ma non solo. Giovedì 16 giugno, nella basilica del Laterano, ha sfiorato la blasfemia e ha sostanzialmente demolito il matrimonio cattolico (vedi QUI il mio articolo).

Domenica 26 giugno, sul volo di ritorno dall’Armenia, ( QUI ) dopo aver criminalizzato la Chiesa Cattolica dicendo che dovrebbe chiedere scusa a tutti (scusa di esistere), ha praticamente riabilitato (e beatificato) l’eretico e scismatico Martin Lutero, arrivando a dire: “E oggi luterani e cattolici, con tutti i protestanti, siamo d’accordo sulla dottrina della giustificazione: su questo punto tanto importante lui non aveva sbagliato”. Continua

Il grande dottore san Tommaso d’Aquino (ne riprendo le citazioni dal libro di Roberto de Mattei “Vicario di Cristo”) in diverse opere ha insegnato che – in alcuni casi straordinari – è addirittura doveroso opporsi pubblicamente al Papa, come san Paolo si contrappose pubblicamente a san Pietro:

“Essendovi un pericolo prossimo per la fede, i prelati devono essere ripresi, perfino pubblicamente, da parte di quelli che sono loro soggetti. Così san Paolo, che era soggetto a san Pietro, lo riprese pubblicamente, in ragione di un pericolo imminente di scandalo in materia di fede. E, come dice il commento di sant’Agostino, «lo stesso san Pietro dette l’esempio a coloro che governano, affinché essi, allontanandosi qualche volta dalla buona strada, non rifiutino come indebita una correzione venuta anche dai loro soggetti» (ad gal, 2,14).”

Sempre l’Aquinate, in un’altra opera, a proposito della critica pubblica di san Paolo a san Pietro, scrive:

“La riprensione fu giusta e utile, e il suo motivo non fu di poco conto: si trattava di un pericolo per la preservazione della verità evangelica … Il modo della riprensione fu conveniente, perché fu pubblico e manifesto. Perciò san Paolo scrive: «Parlai a Cefa» cioè a Pietro «di fronte a tutti», perché la simulazione operata da san Pietro comportava un pericolo per tutti. In 1tim 5,20 leggiamo: «Coloro che hanno peccato, riprendili di fronte a tutti». Questo si deve intendere dei peccatori manifesti, e non di quelli occulti, perché con questi ultimi si deve procedere secondo l’ordine proprio della correzione fraterna”. Continua

Un lettore mi riporta una foto di Tv 2000 e commenta: “Al centro del discorso di Benedetto XVI c’è Cristo, come anche un bambino può capire… ma per TV2000 no, la cosa più importante che ha detto è il saluto a Francesco!”.
Da stamani ricevo mail e telefonate di amici sconcertati che non capiscono cosa è accaduto…
Purtroppo i media si comportano in gran parte come una macchina propagandistica e le voci di dissenso – anche di importanti intellettuali cattolici – sono ormai relegate solo sulla rete.
E’ una cappa d’incenso impenetrabile che cementifica un potere bergogliano esercitato in un modo che ricorda quasi il clima delle dittature sudamericane. Anche vescovi e cardinali sono terrorizzati e hanno paura di parlare.
Quasi nessuno cerca la verità e quasi nessuno ve la dice. La colossale macchina propagandistica – laicista e clericale – esalta Bergoglio come una divinità e dobbiamo dolorosamente riconoscere che lui stesso si pone al posto di Dio, accantonando o capovolgendo la Sua Legge eterna (dobbiamo pregare che si ravveda e ripari, per quanto è possibile, i suoi immensi danni).
Questa macchina propagandistica non permette al popolo cristiano di capire ciò che veramente sta accadendo nella Chiesa.
Per questo cercherò di farvi conoscere ciò che nessuno ha raccontato e racconta.
DA DOMANI PUBBLICHERO’ SUL MIO BLOG (A PUNTATE!) I RETROSCENA E IL SIGNIFICATO DI QUELLO CHE STA ACCADENDO DAL 21 MAGGIO SCORSO (DATA DEL DISCORSO DI MONS. GAENSWEIN). E DI CIO’ CHE E’ ACCADUTO OGGI. COSI SPERO DI MOSTRARE A TUTTI LA GRANDEZZA DI PAPA BENEDETTO XVI, LA MERAVIGLIA EVANGELICA DEL SUO GESTO DI OGGI E LA FORZA DISARMATA E INDISTRUTTIBILE DEL VANGELO DI GESU’ CRISTO. CHE VINCERA’. SICURAMENTE VINCERA’.

. Continua