C’è un tweet recente di papa Francesco che dice: “Chiediamo che vengano rispettati i popoli indigeni, minacciati nella loro identità e nella loro stessa esistenza”.

Benissimo. Condivido. Però mi chiedo: perché questo pontefice non difende anche il diritto all’identità e alla sopravvivenza degli “indigeni” italiani ed europei?

Perché la loro identità sarebbe da considerare cosa deteriore e detestabile? E perché la loro esistenza non dovrebbe essere salvaguardata?

ESTINZIONE

Se c’è un popolo che rischia davvero l’estinzione, oggi, è proprio quello europeo, anzitutto a causa di una deriva nichilista che, dagli anni Sessanta, ha spento la sua forza morale e spirituale, producendo una catastrofe demografica.

Pat Buchanan ha scritto:

Oggi nessuna grande nazione dell’Occidente ha una natalità capace di scongiurare  l’estinzione dei suoi nativi. Per la fine del secolo, altri popoli ed altre culture avranno in  gran parte ripopolato il Vecchio Continente.  L’Uomo Europeo pare destinato a finire come le 10 tribù perdute di Israele:  superate  in numero, assimilate e scomparse.  E  mentre i popoli europei, Russi, Tedeschi, Britannici, Baltici, calano in numero,  la popolazione dell’Africa,  stima l’ONU, raddoppierà in 34 anni, giungendo a due miliardi”.

Con la marea migratoria inoltre non si prospetta solo la sostanziale “sostituzione” dei popoli europei (quello italiano in primis), ma anche una radicale sostituzione di cultura e di identità, perché buona parte di quella immigrazione – comunque quella egemone (anche per la forza economica dei Paesi arabi) – è islamica.

Guglielmo Piombini, un acuto studioso, ha intuito che l’“arma demografica” dell’Islam non è puntata solo contro Israele:

Agli inizi del Novecento un abitante della terra su tre era di origine europea… Nel 2000 la popolazione di origine europea è diventata un sesto di quella mondiale, e salvo riprese dei tassi di natalità (…) sarà solo un decimo nel 2050. Oggi diciotto delle venti nazioni del mondo con la più bassa natalità sono europee, e non vi è un solo paese europeo il cui tasso di fertilità (che in media è di 1,4 figli per donna) si avvicini a 2,1, il minimo necessario per la stabilizzazione della popolazione”.

Per contro “il 40 per cento della popolazione araba ha meno di 14 anni, e i tassi di natalità sono ben più elevati: per fare alcuni esempi, è di 3,2 figli per donna in Algeria; 3,4 in Egitto e Marocco; 5,2 in Iraq; 5,5 in Palestina; 6,1 in Arabia Saudita; 6,6 a Gaza”.

MAGHREB EUROPA

E’ stato un grande studioso del mondo islamico come Bernard Lewis nel 2004 su Die Welt a prevedere – per la fine del secolo – l’ingresso dell’Europa nell’area musulmana.

E il commissario europeo Frits Bolkestein – quello famoso per la direttiva sulla liberalizzazione – prese molto sul serio questa sua previsione:

“Un crescente numero di paesi europei sta diventando multietnico come conseguenza della continua crescita delle comunità islamiche e in alcune grandi città la maggioranza dei residenti avrà origini non europee. In aggiunta, la popolazione dell’Europa sta cominciando ad invecchiare, mentre la popolazione del Nordafrica e del Medio Oriente è in rapida crescita. Bernard Lewis sostiene che l’Europa diventerà parte del Maghreb, l’Occidente arabo, perché l’immigrazione e la demografia puntano verso questa direzione. Io non so se tutto questo si verificherà, ma se lo scenario si rivela corretto, allora la liberazione di Vienna [dalla minaccia turca] sarà stato vano…. L’Europa sarà islamizzata”.

In effetti l’Eurabia è alle porte se si osserva quello che sta già accadendo in interi quartieri di Londra, di Parigi e Bruxelles che nel giro di pochi anni sarà a maggioranza musulmana. Ma anche se si osserva quello che sta accadendo in Italia.

CASO BERGOGLIO

E’ evidente che un’emigrazione di massa e incontrollata verso l’Italia e l’Europa – come quella che papa Bergoglio ogni giorno propugna e sponsorizza – porta al capolinea della nostra civiltà.

Perfino un uomo pacifico, ma di buon senso, come il Dalai Lama, Premio Nobel per la pace, ha lanciato l’allarme, qualche settimana fa, dichiarando alla Frankfurter Allgemeine Zeitung: “Se guardiamo i profughi, proviamo compassione. Ma sono diventati troppi. Europa e Germania non possono diventare arabe”.

Poi ha aggiunto: “Moralmente” dovrebbero “restare solo temporaneamente”, poi tornare nel loro Paesi e dovremmo “aiutarli nella ricostruzione”.

A maggior ragione per i migranti economici noi dovremmo scoraggiare il loro esodo (peraltro tragico e sfruttato dalle mafie e dai terroristi). E dovremmo invece aiutare lo sviluppo dei loro Paesi. Giovanni Paolo II e Benedetto XVI infatti affermavano che anzitutto bisogna tutelare “il diritto di non emigrare”.

Invece tutta la predicazione di papa Bergoglio va nel senso diametralmente opposto. Egli sembra totalmente indisponibile a vedere sia il depauperamento dei Paesi d’origine, sia la possibile “invasione” dell’Europa e la fine della civiltà “indigena” d’Europa.

Eppure anche un grande antropologo come Claude Lévy-Strauss, famoso proprio per la sua difesa di tutte le culture minoritarie e minacciate, negli ultimi anni fece questa considerazione, che oggi suona di impressionante attualità:

“Ho cominciato a riflettere in un momento in cui la nostra cultura aggrediva le altre culture, di cui perciò mi sono fatto testimone e difensore. Adesso ho l’impressione che il movimento si sia invertito e che la nostra cultura sia sulla difensiva di fronte alle minacce esterne e in particolare di fronte alla minaccia islamica. Di colpo, mi sento etnologicamente e fermamente difensore della mia cultura”.

Bisogna però aggiungere che se oggi la nostra cultura è costretta “sulla difensiva” – come scrive Lévy-Strauss – non è solo per la “minaccia islamica” o la marea emigratoria.

E’ pure un’autodemolizione dall’interno dovuta al diffuso nichilismo che ci ha deprivato delle ragioni della vita e delle nostre identità. E’ anche un’autodemolizione morale dovuta a élite culturali occidentali che hanno diffuso un generale odio delle nostre radici giudaico-cristiane e greche.

Facendo dilagare una “dittatura del relativismo” tanto intollerante verso le nostre radici e la nostra storia cristiana, quanto impotente e disarmata di fronte all’islamismo.

TRADIMENTO 

Dov’è un’ancora di salvezza? Pochissimi intellettuali hanno saputo andare contro corrente finendo per essere rigettati e isolati.

L’unica speranza sarebbe la Chiesa. In effetti fino al 2013 abbiamo avuto pontefici come Giovanni Paolo II e Benedetto XVI che hanno alzato una voce potente in difesa dell’Europa e in difesa delle ragioni della vita. Hanno cercato di risvegliare spiritualmente e moralmente le coscienze dei popoli europei.

Invece Bergoglio ha capovolto le posizioni. La sua continua predicazione sembra puntare proprio alla fine della nostra civiltà in cui – seguendo i rozzi stereotipi della Teologia della liberazione – egli vede solo male, solo colonialismo e imperialismo.

Così però non sarà solo l’Europa (con il suo sistema democratico) a tramontare: sarà anche il suicidio della Chiesa.

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Antonio Socci

Da “Libero”, 23 agosto 2016

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