Che l’Irlanda, antica roccaforte del cattolicesimo, vari a furor di popolo le nozze gay (“e chi sono io per giudicare”, dirà il vescovo di Roma…), è un evento storico. Si avverte un cupo rumore di frana, come se una montagna – effetto Bergoglio? – stesse venendo giù.

Del resto in Sudamerica già da anni la Chiesa sta crollando (i dati sono terribili): ora l’Europa, il cuore della cristianità.

Ciò che rende dominante il laicismo – diceva il cardinal De Lubac – è che si imbatte e strumentalizza “un cristianesimo sempre più minorato, ridotto ad un teismo vago e impotente”. Continua

Da tanti pulpiti si tuona contro questo mondo infame in cui – si dice – i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Ma è davvero così?

No. Il 26 aprile scorso “Il Sole 24 ore” ha dedicato diverse pagine al primo “Rapporto Fondazione Hume-Sole 24 ore” da cui si evince che “negli ultimi 15 anni si sono ridotti gli squilibri a livello globale”. Seguono numeri e grafici. Ma potete star certi che nessuno si curerà di quei dati. Continua

C’è voluto il macello – con decapitazioni e sgozzamenti – di 144 giovani cristiani inermi, il giovedì santo, in Kenya, da parte di un commando islamista, per provocare un significativo “mea culpa” di papa Bergoglio, il venerdì santo.

Il papa ha infatti letto questa bella preghiera: “nel Tuo viso schiaffeggiato vediamo il nostro peccato, in Te vediamo i nostri fratelli perseguitati, decapitati e crocifissi per la loro fede in Te, sotto i nostri occhi e spesso con il nostro silenzio complice”. Continua

Le cronache sulla tragedia dell’aereo precipitato in Alta Provenza descrivono tutto nel dettaglio, ma ne manca sempre uno. Essenziale.

Anche nei giorni del dolore di tante famiglie, nell’elaborazione del lutto, quando si cerca di arginare l’oceano di lacrime che sale dal cuore con la rabbia, manca dalle cronache la sola presenza capace di illuminare la notte oscura del male e della morte: Dio. Continua

L’Anno Santo appena indetto sarà centrato su Gesù Cristo, come i precedenti, o su papa Bergoglio?

Dovranno essere molto decisi, il papa e la Chiesa, nel chiarire l’equivoco perché ieri i titoli dei maggiori giornali, tutti laicisti, ma entusiasticamente bergogliani, erano unanimi.

Corriere della sera: “Il Giubileo di papa Francesco”. Repubblica: “L’Anno Santo di Francesco”. La Stampa: “E’ il Giubileo di Francesco”.

Concetto assurdo perché non si celebra col Giubileo un papa, ma il Signore. Il papa deve essere il “Servo dei servi di Dio” e non si può mettere al posto di Dio. Continua

Ho conosciuto personalmente numerosi preti internati nelle prigioni e nei gulag staliniani. Sacerdoti che sono tuttavia rimasti fedeli alla Chiesa… conducendo una vita degna alla sequela di Cristo, loro divino Maestro.

Si presenta così l’arcivescovo cattolico Jan Pawel Lenga, vescovo emerito di Karaganda (Kazakhistan) in una lettera accorata che in queste ore rimbalza su vari siti cattolici dall’America all’Italia. Continua

Ecco cosa scrive Sandro Magister (nel suo sito www.chiesa) :

Il passaggio dall’anglicanesimo al cattolicesimo non solo di singoli individui ma di intere comunità con preti e vescovi è stato facilitato e regolato nel 2009 da Benedetto XVI con la costituzione apostolica “Anglicanorum cœtibus”. (…)
Ebbene, ecco le testimonianze degli anglicani Venables e Palmer raccolte dal vaticanista inglese Austen Ivereigh nell’eccellente biografia di Bergoglio da lui pubblicata alla fine del 2014:
“Nel 2009, quando papa Benedetto XVI creò una nuova struttura giuridica, l’ordinariato personale, per gli anglicani che diventano cattolici, Bergoglio chiamò il vescovo Gregory Venables, primate anglicano del Cono Sud (in comunione con Canterbury), che risiedeva a Buenos Aires. A colazione, ha ricordato Venables, ‘mi disse molto chiaramente che l’ordinariato era assolutamente superfluo e che la Chiesa ha bisogno di noi come anglicani’. Fu il messaggio di Bergoglio anche a Tony Palmer, che stava considerando l’ordinariato e si chiedeva se andasse bene per lui. ‘Mi disse che abbiamo bisogno di intermediari. Mi consigliò di non fare quel passo, perché sarebbe sembrato che avessi scelto una sponda precisa e in quel caso avrei smesso di essere un intermediario’. Bergoglio era convinto che Palmer dovesse restare anglicano ‘per amore della missione, questa missione di unità’, e gli consigliò di ‘abbandonare l’idea’ di diventare cattolico”.

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