Il card. Matteo Zuppi si è dimenticato quel nome come il prete aperto e progressista del film “Un sacco bello” di Carlo Verdone. In quella scena don Alfio dice: “mi alzo e mi vado a lava’ le mani come quando Pilato si lavò le mani di fronte a… a…”. Mario Brega tuona: “A nostro Signore! Santa Madonna, manco le basi del mestiere te ricordi! Ma che cz, Arfio!!!

Il vescovo di Bologna di sicuro conosce “le basi del mestiere”, ma pure lui si è dimenticato di nominare Gesù Cristo nella sua intervista-fiume di due pagine uscita sull’Avvenire di ieri. Mai rammentato. Continua

Il cardinale Giacomo Biffi (1928-2015), a lungo arcivescovo di Bologna, oltreché un eminente teologo è stato anche un brillante scrittore, che sapeva usare l’umorismo per far comprendere idee complesse. Mai banale, i suoi interventi sorprendevano sempre per originalità e per la capacità di “provocare”, cioè far riflettere. Continua

Un grande filosofo cattolico, Augusto Del Noce, aveva intuito, già attorno al 1980, che il Pci, con il collasso dei sistemi comunisti e il crollo delle ideologie storiche si sarebbe trasformato – al seguito della tecnocrazia capitalista – in un “partito radicale di massa” e avrebbe sostituito le battaglie sui diritti sociali dei lavoratori con quelle sui cosiddetti “diritti civili” relativi ai temi bio-etici (qualcosa di analogo aveva intuito e paventato anche Pier Paolo Pasolini).

In effetti il programma del Pd illustrato sabato da Enrico Letta sembra realizzare totalmente quella “profezia”. Infatti il segretario dem ha clamorosamente sostituito la fantomatica Agenda Draghi con l’Agenda Bonino: Ddl Zan, matrimonio egualitario, legge sul fine vita, “pieno riconoscimento dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne” (che significa aborto) e legalizzazione dell’autoproduzione della cannabis “per uso personale”. È il trionfo di Emma Bonino.

Ovviamente è una scelta del tutto legittima, anche se ci si chiede perché il Pd – che ha governato pressoché sempre – non abbia fatto negli anni passati queste leggi che promette di fare in futuro.

Ma – per chi analizza le proposte politiche – colpisce il fatto che il Pd, con la nuova Agenda Bonino, si ponga in contrapposizione “radicale” con il mondo cattolico e la Chiesa (a tutte quelle proposte si dovrebbero aggiungere pure la posizione bellicista del Pd sulla guerra in Ucraina e il sì all’aumento delle spese militari, un’idea che il Papa ha bocciato con estrema durezza, come ha fatto, peraltro, con temi etici come l’aborto). Continua

Molto si è scritto in questi giorni di Roberto Formigoni, ma si è dimenticato di ricordare la storia da cui è emerso. 

Comunione e Liberazione irrompe sulla scena attorno al 1969, quando la Chiesa stava precipitando in una crisi spaventosa e l’Italia era letteralmentetravolta dall’estremismo ideologico marxista.

Soprattutto nelle scuole, nelle università, nelle fabbriche e nei giornali il pensiero unico veniva imposto con soffocante violenza verbale e anche fisica. Di lì a poco esploderà perfino il terrorismo.

E’ in questo contesto che fiorisce – attorno a don Luigi Giussani– una travolgente esperienza di cattolicesimo vissuto che affascina migliaia di giovani. 

Recentemente, in un volume postumo del card. Giacomo Biffi, è stata pubblicata una sua lettera del 15 dicembre 1977 a una suora carmelitana di clausura dove il monsignore spiegava cosa stava accadendo: 

(quelli di CL) sono ragazzi convinti di avere il diritto di fare un’esperienza di vita associata alla luce della loro fede, nel pieno rispetto dei diritti altrui, che non hanno mai tentato di violare una sola volta. In forza di questo diritto, essi costituiscono all’interno dell’università l’unico gruppo che – con la sua sola esistenza – contesta la cultura egemone che ritiene di essere l’unica. Perciò sono insopportabili, perciò sono picchiati a morte. All’infuori di quello di esistere, non hanno mai compiuto nessuna provocazione; ma è la loro esistenza a essere provocatoria. In una società ormai arresa e impaziente di rendere omaggio al nuovo ‘principe’, sono gli unici” aggiungeva Biffi “a ritenere che la salvezza dell’uomo arrivi da un’altra parte e la sua promozione vada cercata in un’altra direzione. Don Giussani – che non si è mai sognato di occuparsi di politica – da molte settimane vive randagio, dormendo sempre in posti diversi, perché la polizia l’ha avvisato che esiste un progetto preciso di fargli la pelle. Quando gliela faranno, si troverà modo di dimostrare che è stata colpa sua. Del resto, non è CL in gioco, è il fatto cristiano.

Era così vero che – una volta eletto papa Giovanni Paolo II – proprio CL costituì, per il nuovo pontefice, il punto di forza per una rifioritura straordinaria della Chiesa Cattolica.

I ciellini – prima maltrattati dentro il mondo clericale postconciliare che si arrendeva al progressismo – ora avevano piena cittadinanza nella Chiesa e pure la DC attinse a queste inattese e fresche energieFormigoni fu l’emblema di quella rinascitache poi con Forza Italia diventò esperienza di governoin Lombardia.

La cosa che oggi più colpisce è la totale sparizione di CL. Sia il crollo numerico e di presenzafra i giovani, sia la sparizionedal dibattito pubblico dove l’originalità della sua posizione culturale e sociale destava grande interesse anche nel mondo laico (cosa rara per dei cattolici). 

E’ accaduto tutto con la morte di don Giussani nel 2005 e con l’arrivo di don Julian CarronCL ha perso il suo carisma e la sua originalità ed è appassita.

Un fenomeno che fa parte della desertificazione del mondo cattolicocompiutasi in questi anni del pontificato bergogliano, nei quali gli unici segni di vita – le Sentinelle in piedio i Family day– sono stati mal sopportati dal Vaticano.

Papa Bergoglio infatti fin dal 2013 ha voluto la cancellazione della presenza sociale e politica dei cattolici che aveva come simbolo la Cei del card. Ruini

Nel quinquennio del PDil Vaticano non voleva disturbare il manovratore, perché il PD, a cominciare dal governo Letta, aveva deciso di seguire papa Bergoglio nella sua unica vera battaglia politica: le frontiere aperte ai migranti. Così sono arrivati in 600 mila e il Pd si è suicidato.

Una volta andata al governo la Lega di Matteo Salvini, nel2018, Bergoglio ha improvvisamente rovesciato le sue posizionipretendendo che i cattolici tornino in politica con due bandiere: i migrantie l’entusiasmo acritico per l’Unione europea. Paradossalmente chi è più in sintonia col programma del papa argentino è la radicale Emma Bonino.

Invece di occuparsi della rinascita della presenza cattolica nella società e fra i giovani, dove non ce n’è più traccia, papa Bergoglio e la Cei si lanciano in politica dove di cattolici ce ne sono tantissimi.

Basta considerare i vertici dei partiti e delle istituzioni. Sono cattolici sia il presidente della Repubblica Mattarellache la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati

Sono cattolici sia il presidente del Consiglio Conteche i suoi due vice, Matteo Salvini  eLuigi Di Maio. Sono cattolici gli altri due leader del centrodestra, Berlusconi  eMeloni, come è cattolico Matteo Renzi  (e altri leader del Pd).

Forse non ci sono mai stati così tanti cattolici ai vertici della politica come oggi. Dunque tutta la mobilitazione del Vaticano della Cei ha una sola spiegazione: combattere Salvini.

E’ poi curioso che in questo dibattito su cattolici e politica (anche sui giornali laici) non venga mai considerata la vicenda storica della DC a cui l’Italia deve la rinascita oltreché la libertà.

Nel mese scorso molte celebrazioni, sui media, ha avuto don Luigi Sturzo, per i cento anni dalla fondazione del Partito popolare. Ed è curioso che esaltino Sturzo – che era un ultra liberista – anche cattolici che “in teoria” si dicono progressisti (d’altronde, nella pratica, è la sinistra che ha assecondato in questi anni la peggiore globalizzazione mercatista).

Si dimentica invece la Dc e il connotato keynesiano della politica DC, quella che dalla Costituente di La Pira a Fanfani, Moro ed Enrico Mattei, ha messo al centro la “piena occupazione” e – anche attraverso l’intervento dello Stato (si pensi all’Eni) – portò l’Italia, un tempo sottosviluppata, al quarto posto fra le potenze industriali

Paradossalmente oggi questa impostazione di “sinistra keynesiana”, totalmente avversata dalla UE e dal Trattato di Maastricht, è reperibile nella Lega di Salvini(che si avvicina peraltro alle percentuali di consenso della Dc). 

Così tutto appare rovesciato. Le coordinate destra/sinistra non dicono più nulla. Tutto è cambiato.

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Antonio Socci

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Da “Libero”, 24 febbraio 2019

La Chiesa Cattolica e il “partito di Bergoglio” si contrappongono anche sul tema dell’immigrazione.

Bergoglio afferma che ci sono masse di persone che, per fame, hanno il diritto assoluto e indiscriminato di emigrare nei nostri Paesi.

Ma se l’attuale flusso migratorio fosse davvero scatenato dalla fame si dovrebbe affrontare lì il dramma del cibo, non costringere gli affamati anche a sradicarsi e mettersi nelle mani dei mercanti di morte.

La Chiesa ha sempre insegnato diversamente da Bergoglio. Giovanni Paolo II per esempio proclamò che “il diritto primario dell’uomo è di vivere nella propria patria: diritto che però diventa effettivo solo se si tengono costantemente sotto controllo i fattori che spingono all’emigrazione”.

E Benedetto XVI ribadì: Nel contesto socio-politico attuale… prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra. Continua