Venti anni (oggi) dalla morte di don Luigi Giussani. Ne colsero lo straordinario carisma uomini come Augusto Del Noce, Giovanni Testori e Hans Urs von Balthasar, ma in particolare Karol Wojtyla e Joseph Ratzinger che ne valorizzarono l’opera per la Chiesa (adesso è in corso il processo di beatificazione).

In passato qualche sociologo studiò l’impatto culturale, sociale e politico della sua azione. Ma in questi vent’anni di sonnambulismo conformista, dei media e della cultura, quasi nessuno ha analizzato e compreso l’influenza che egli ha avuto nella storia italiana del secondo Novecento. La Chiesa invece l’ha capita. Continua

Molti ciellini non comprendono che bisogno abbia il Meeting di Rimini di trasformarsi in palcoscenico del Potere, riducendo una bella manifestazione, a cui partecipano tanti giovani desiderosi di conoscere Gesù Cristo, a passerella dell’establishment politico ed economico.

Il Meeting nacque con lo scopo opposto. La prima edizione del 1980 (più povera, ma strepitosa nei contenuti) fu dedicata a “La pace e i diritti dell’uomo” e in particolare al dissenso in Urss quando in Italia parlare dei dissidenti nei regimi comunisti era eroico.

Il libro fondamentale per i ciellini, in quegli anni, era firmato dal grande dissidente cecoslovacco Vaclav Havel: “Il potere dei senza potere”.Proprio ciò che il Meeting originariamente voleva mettere in primo piano: si ricorda ancora la presenza a Rimini di Madre Teresa di Calcutta nel 1987.

Perché non tornare a quell’intuizione? Oltretutto il Potere – nella versione politica o economica – è già sotto i riflettori 365 giorni all’anno. Continua

Papa Francesco rompe tutti i facili schemi binari (progressisti/conservatori, Occidente/Oriente, impero del Bene e impero del male), riducendoli a ferrivecchi.

L’altroieri “il Papa ha dato scandalo” sulla guerra (come ha scritto Domenico Quirico): mentre ha pianto il martirio del popolo ucraino, ha ricordato che non si può ridurre la guerra a una distinzione fra buoni e cattivi (si riferiva in particolare alle grandi potenze) e ha alzato la sua voce contro tutte le guerre che generano fiumi di poveri e atroci sofferenze.

Poi ieri ha scandalizzato la mentalità dominante perché il Dicastero dei laici, sottolineando la centralità della famiglia, ha fatto l’elogio della castità prematrimoniale: non c’è nulla di più sovversivo e anticonformista oggi (il Papa stesso in precedenza aveva detto che l’amore vero “non usa le persone, è casto, sa dare la vita”).

Giorni fa Francesco intervenne contro l’utero in affitto parlando di “pratica inumana” in cui le donne, quasi sempre povere, sono sfruttate, e i bambini sono trattati come merce”.

Cosa unisce tutti questi suoi interventi che a volte – per lo schematismo dei media – sembrano progressisti e a volte conservatori? Li unisce il punto di vista da cui il Papa guarda il mondo. Lui ha spiegato che lo guarda “dalle periferie”.

Potremmo tradurre questa espressione – alla maniera di René Girard – dicendo che ha il punto di vista delle vittime, cioè guarda il mondo dalle sue ferite, dalle immense solitudini e dalle sofferenze degli uomini e dei popoli, dal loro bisogno di salvezza. Perché – per il Pontefice – è Dio stesso che fa così, per questo ha mandato suo Figlio a risollevare, abbracciare, curare e guarire questa povera umanità, smarrita, bisognosa e senza amore vero.

Se non si comprende questo suo punto di vista non si capisce quello che fa e che dice e si cerca di incasellare il Pontefice ora in uno schema ora in un altro, con risultati assurdi e fuorvianti.

Ecco la chiave per capire l’altro intervento di questi giorni del Dicastero dei laici, guidato dal card. Kevin Farrell: ha suscitato clamore e discussioni la sua recente lettera a Davide Prosperi, nuovo presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione. Continua

Sta passando stranamente sotto silenzio sui media un decreto della Chiesache avrà grosse conseguenze sui movimenti ecclesiali come Comunione e Liberazione, Cammino neocatecumenale, Movimento dei Focolari, Rinnovamento nello Spirito e altri.

Ma in questo caso bisogna riconoscere che papa Bergoglio ha preso davvero una decisione saggia e ispirata a vera paternità.

Il decreto, firmato l’11 giugno dal card. Kevin Farrell, prefetto del Dicastero per i Laici, con l’approvazione del papa, ricordando che “il governo, Continua