La sgangherata architettura della UE è così caotica – non essendo uno Stato, non avendo né una Costituzione, né un Parlamento vero – che le procedure per definire la nuova Commissione europea – l’organo di governo – sono molto complicate e poco chiare.

Essa deve avere un delegato di ognuno dei Paesi della UE (con la carica di Commissario), ma deve esserci anche un qualche accordo politico fra i partiti che garantisca il consenso. Un meccanismo che induce a cercare maggioranze numeriche rabberciate, magari con accordi di potere nei corridoi. È una strada impervia. Continua

Anche il più sfegatato fan di questo esecutivo ha, oggi, la sensazione che il governo si sia cacciato in un vicolo cieco e che sarà molto difficile uscirne senza danni, per l’attuale maggioranza o per il Paese.

Ormai si è capito, infatti, che la Commissione Europea – su mandato di Germania, Francia e degli altri paesi “amici” che vogliono l’Italia sotto scacco – non mollerà mai perché vuole far pagare al governo Lega-M5S le sue posizioni anti UE, per dare una lezione a tutti i “sovranisti” (colpirne uno per educarne cento), anche in vista delle prossime elezioni europee.

La Commissione europea ha in mano la corda (fornitale da chi, nei decenni scorsi, ha ceduto gran parte della nostra sovranità a Bruxelles), mentre il governo italiano ha il nodo scorsoio al collo (per la pesantissima eredità dei governi passati). Continua