I giovani, i giovani… quanti vecchi sessantottini sempre lì a blandire “i gggiovani”. Oggi come ieri, come l’altro ieri, una valanga di untuosa melassa, una sequela insopportabile di retorica giovanilistica, come se i giovani avessero sempre ragione, anche se dicono sciocchezze o si mostrano intolleranti e prepotenti. Com’è cominciata questa commedia?
Nella famosa poesia in cui si schierava con i poliziotti (proletari) contro gli studenti (figli di papà), negli scontri romani di Valle Giulia (simbolo ed esordio del ’68), a un certo punto Pier Paolo Pasolini scriveva: “Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi quelli delle televisioni)/ vi leccano (come credo ancora si dica nel linguaggio/ delle Università) il culo. Io no, amici”. Continua