La Sindone rappresenta il più straordinario dei misteri. Non solo perché è difficile sfuggire alla commovente drammaticità di quel volto. Anche se negassimo la sua identificazione con il telo che avvolse il corpo di Gesù di Nazaret, dopo la crocifissione, resta il mistero dell’oggetto in sé che è un enigma eccezionale per la scienza.

“Il prof. Bruno Barberis, matematico dell’università di Torino, ha ricordato come, a oggi, il processo che ha causato la formazione dell’immagine rimanga ancora non noto e necessiti di ulteriori studi, sia teorici sia sperimentali; quindi l’impronta sindonica deve ancora essere considerata un’immagine sostanzialmente irriproducibile”.

E’ uno dei tanti spunti di riflessione del libro (appena uscito) “Nuova luce sulla Sindone (storia scienza, spiritualità” (Ares) curato da Emanuela Marinelli.

Che sia “irriproducibile”, un’immagine che certamente risale a molti secoli, dimostra quantomeno che il suo misterioso autore era (secoli orsono) in possesso di conoscenze e di strumenti (o di poteri) di cui nessun uomo poteva disporre a quel tempo, dal momento che non ne disponiamo neppure oggi (e per questo la Sindone resta tuttora “irriproducibile”). Continua