Un giorno del 1991 Giorgio Bocca, su “Repubblica”, lo definì “l’unico grande talento letterario”. Un riconoscimento per Giovanni Testori di cui oggi si torna a parlare e non solo perché quest’anno ricorre il centenario della nascita e (il 16 marzo) il trentennale della morte.

Parole coraggiose quelle di Bocca, visto che il mondo intellettuale laico – di cui “Repubblica” era il tempio – non “perdonava” al grande trasgressivo lombardo, il suo ritorno a Dio degli anni Settanta che diventò addirittura amicizia e affetto verso don Luigi Giussani e i “ragazzi” di Comunione e Liberazione. Un vero scandalo, per i salotti intellettuali. Cos’è che non capirono? Continua

Caro Romeo Castellucci,

“L’indicibile dolcezza dello sguardo di Cristo”… Mi ha folgorato questa frase nella lettera che lei ha scritto giorni fa, per spiegare la sua pièce teatrale che è intitolata “Sul concetto di volto nel Figlio di Dio” e che racconta la malattia e il crollo fisico e morale di un vecchio padre. Continua