E’ cambiato il vento. D’improvviso la mano invisibile dei padroni del pensiero ha capovolto il pollice su internet e sui i social.

Lorsignori del mainstream hanno deciso che la Rete – fino a ieri simbolo delle magnifiche sorti e progressive dell’umanità – è diventata la terribile minaccia che incombe su di noi, “il lato oscuro della forza” che può distruggerci.

Addirittura Sean Parker, inventore di Napster, uno che fu tra i primi collaboratori di Mark Zuckerberg a Facebook, spara a zero sui social media: “approfittano delle vulnerabilità della psicologia umana” producendo dipendenza dalla rete e “Dio solo sa cosa sta facendo alla mente dei bimbi”.

Ci va pesante: “si sta sfruttando una vulnerabilità della psicologia umana. I creatori, gli inventori, come me, Mark, Kevin Systrom di Instagram, lo capivamo perfettamente. Ma l’abbiamo fatto lo stesso”.

Non è il primo. Da un anno a questa parte nei Palazzi del potere soffia quest’aria qua. E’ tutto un bau bau, tutto un puntare l’indice sulla rete, tutto un fare piani di guerra. Lo si vede sui media. D’improvviso sono apparsi nuovi bersagli polemici e vengono ripetute nuove parole d’ordine. Basta passare in rassegna i giornali. Continua

I trent’anni di internet in Italia che si festeggiano in questi giorni non sono soltanto un avvenimento tecnologico, ma anche neurologico.

E’ una specie di supermente che abbiamo a disposizione sempre e dovunque con il nostro telefonino. Ma non si tratta solo delle infinite cose che possiamo trovare, conoscere, vedere, leggere, scoprire in un istante, da qualunque luogo.

Con la rete ognuno si trova dotato di un corpo più esteso, di occhi, orecchi, mani e piedi più potenti. Siamo costantemente connessi col mondo, in qualche modo possiamo essere contemporaneamente in molti luoghi diversi e farci sentire. Ai quattro angoli del pianeta. E’ un potere straordinario.

Tuttavia anche rischioso perché con la mente rischiamo di essere sempre altrove, sempre “fuori”, così possiamo perdere o dimenticare la strada di casa: il nostro “io”. Continua

Cosa si sarebbe detto se Orietta Berti fosse stata chiamata alla Trilateral per discutere con Rockefeller sul futuro del pianeta (ovviamente al di sopra dei governi come si fa in questi Club d’élite)?

E come vedreste la convocazione di Pupo al Bildeberg per decidere le sorti del mondo, sempre con buona pace dei popoli e pure degli stati ormai spregiati come enti inutili? Continua