Domenica scorsa la messa di papa Bergoglio a Manila è stata acclamata dai media come “la più grande messa della storia”. E’ stata l’apoteosi di Bergoglio.

Poi però si è scoperto che mentre si celebrava il trionfo dell’uomo Bergoglio, il Figlio di Dio era nel fango. Nel video cliccare qui potete vedere come è stata distribuita l’eucarestia in quella messa: un “passamano eucaristico” inaudito e vergognoso. Il cui esito finale sarebbe stato – secondo le testimonianze – il ritrovamento di particole pure nel fango (vedi l’articolo del Timone nello stesso link). Continua

A parte le questioni che ho sollevato col mio libro “Non è Francesco” e al di là delle domande che lì ho posto, anche relative al Conclave (a cui non ho ancora avuto risposta), vorrei ricordare una questione di principio valida sempre e per tutti i papi.
Molti continuano a evocare a sproposito il dogma dell’infallibilità papale per qualunque cosa dica o faccia il papa. Dovrebbero studiare meglio e di più per evitare di prendere abbagli.
La dottrina cattolica, mentre col Concilio Vaticano I proclama il dogma dell’infallibilità papale (nelle dovute forme e in certe ristrette circostanze, sottolineando che il papa deve custodire il depositum fidei a lui consegnato e non inventare nuove dottrine), non afferma affatto che un papa è sempre e comunque infallibile (tanto meno che è impeccabile).
Anzi, arriva perfino a riconoscere la possibilità di un papa eretico.
Fattispecie grazie al cielo teorica, per ora, ma non del tutto se si considera la storia della Chiesa.
Per esempio, è istruttivo il controverso caso di papa Onorio che fu condannato per eresia nel Concilio Costantinopolitano III (680-681), riconosciuto sesto concilio ecumenico da tutte le chiese cristiane, poi dal successore, papa Leone II (682-683) e nel settimo (787) e ottavo (869-870) Concilio Ecumenico, da papa Adriano II (867-872).
C’è una bussola certa e infallibile per non perdere la retta fede, anche nel caso in cui un papa sbagliasse, ed è quella di aderire alla fede cattolica che la Chiesa ha sempre e dovunque insegnato e tramandato.
Alla Tradizione e alla Legge di Dio infatti sono sottoposti anche i papi. Come si legge in un libro di Joseph Ratzinger: “Il papa non può dire: La Chiesa sono io, oppure: La tradizione sono io, ma al contrario ha precisi vincoli, incarna l’obbligo della Chiesa a conformarsi alla parola di Dio”.
Foto: INFALLIBILITA' </p>
<p>A parte le questioni che ho sollevato col mio libro "Non è Francesco" e al di là delle domande che lì ho posto, anche relative al Conclave (a cui non ho ancora avuto risposta), vorrei ricordare una questione di principio valida sempre e per tutti i papi.<br />
Molti continuano a evocare a sproposito il dogma dell'infallibilità papale per qualunque cosa dica o faccia il papa. Dovrebbero studiare meglio e di più per evitare di parlare a sproposito e di prendere abbagli.<br />
La dottrina cattolica, mentre col Concilio Vaticano I proclama il dogma dell'infallibilità papale (nelle dovute forme e in certe ristrette circostanze, sottolineando che il papa deve custodire il depositum fidei a lui consegnato e non inventare nuove dottrine), non afferma affatto che un papa è sempre e comunque infallibile (tanto meno che è impeccabile).<br />
Anzi, arriva perfino a riconoscere la possibilità di un papa eretico.<br />
Fattispecie grazie al cielo teorica, per ora, ma non del tutto se si considera la storia della Chiesa.<br />
Per esempio, è istruttivo il controverso caso di papa Onorio che fu condannato per eresia nel Concilio Costantinopolitano III (680-681), riconosciuto sesto concilio ecumenico da tutte le chiese cristiane, poi dal successore, papa Leone II (682-683) e nel settimo (787) e ottavo (869-870) Concilio Ecumenico, da papa Adriano II (867-872).<br />
C'è una bussola certa e infallibile per non perdere la retta fede, anche nel caso in cui un papa sbagliasse, ed è quella di aderire alla fede cattolica che la Chiesa ha sempre e dovunque insegnato e tramandato.<br />
Alla Tradizione e alla Legge di Dio infatti sono sottoposti anche i papi. Come si legge in un libro di Joseph Ratzinger: “Il papa non può dire: La Chiesa sono io, oppure: La tradizione sono io, ma al contrario ha precisi vincoli, incarna l’obbligo della Chiesa a conformarsi alla parola di Dio”.

 

La “rivoluzione d’ottobre” del Sinodo è fallita e con esso è finita la prima parte del pontificato bergogliano. Quale sarà la seconda?

Il discorso conclusivo fatto sabato da Francesco lo fa intuire. Forse quello che inizia sarà uno degli anni più drammatici e confusi della storia della Chiesa. Continua

Si dicono “cattolici aperti”, moderni e progressisti e poi riesumano l’Indice, il famigerato Index librorum prohibitorum. Più che indignare fa ridere la decisione delle Paoline di mettere al bando dai loro scaffali il mio libro “Non è Francesco”.

Ma la loro è una decisione prevedibile: il mio libro è cattolico, apostolico, romano e loro, evidentemente, con roba del genere non vogliono avere a che fare. Continua

C’è molta confusione nella Chiesa per il Sinodo che si apre oggi e discuterà sulla comunione ai divorziati risposati. Molti credenti sono smarriti di fronte alla via “rivoluzionaria” indicata dal cardinale Kasper che fu incaricato da papa Francesco di lanciare la novità al Concistoro di febbraio e che dice sempre di parlare a nome di papa Francesco (“Io ho parlato con il Santo Padre. Ho concordato tutto con lui”) Continua

“Certamente se io dovessi portare la religione in un brindisi dopo un pranzo (…) allora io brinderei per il Papa. Ma prima per la coscienza e poi per il Papa”
John Henri Newman – Lettera al Duca di Norfolk

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La febbre planetaria dei Mondiali di calcio è un fenomeno che nessuno sa spiegare.

Il banale conformista celebrerà l’evento come la solita festa della fraternità, con la retorica dell’agonismo leale, del dialogo fra i popoli, contro il razzismo e la guerra (tutti gli slogan grigi del politically correct). Continua

Il “cattoprogressista” Enzo Bianchi, onnipresente sui giornali laicisti, nei programmi di Fabio Fazio, sulle tribune dei vescovi, ieri per la “Repubblica” ha dovuto commentare la condanna a morte della giovane cristiana sudananese Mariam Yahya Ibrahim. Continua