La persona di Gesù ‘è’ la sua dottrina, e la sua dottrina ‘è’ lui stesso. Pertanto, la fede cristiana, ossia la credenza in Gesù visto come Cristo, è davvero una ‘fede personale’… Una fede così impostata non è l’accettazione d’un sistema, bensì l’accoglimento di questa persona che è il suo Verbo; è la ricezione del Verbo in quanto persona, e della persona in quanto Verbo.
JOSEPH RATZINGER

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Chi va oltre e non si attiene alla dottrina del Cristo, non possiede Dio. Chi si attiene alla dottrina, possiede il Padre e il Figlio. Se qualcuno viene a voi e non porta questo insegnamento, non ricevetelo in casa e non salutatelo; poiché chi lo saluta partecipa alle sue opere perverse.

(2 GV, 9-11)

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Come ebbi a scrivere nella Esortazione Apostolica Familiaris consortio, i divorziati risposati non possono essere ammessi alla comunione eucaristica “dal momento che il loro stato e la loro condizione di vita contraddicono oggettivamente a quell’unione di amore tra Cristo e la Chiesa che è significata ed attuata dall’Eucaristia” (Familiaris consortio, n. 84). E questo, in virtù della stessa autorità del Signore, Pastore dei Pastori, che cerca sempre le sue pecore. Ciò vale anche per la Penitenza, il cui duplice e unitario significato di conversione e di riconciliazione risulta contraddetto dalla condizione di vita di divorziati risposati che tali permangono.
GIOVANNI PAOLO II

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Maria condivide la nostra condizione umana… Non avendo conosciuto il peccato, ella è in grado di compatire ogni debolezza. Comprende l’uomo peccatore e lo ama…Per lo stesso motivo NON ACCETTA CHE L’UOMO PECCATORE VENGA INGANNATO DA CHI PRETENDEREBBE DI AMARLO GIUSTIFICANDONE IL PECCATO.

GIOVANNI PAOLO II

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Per concludere vorrei toccare l’altra questione… quella che riguarda il COME della fede. In Paolo si trova in proposito una parola singolare, che ci potrà aiutare. Egli dice che la fede è un’obbedienza di cuore a quella forma di insegnamento, alla quale siamo stati consegnati (Rom6,17). Si esprime qui in fondo il carattere sacramentale dell’atto di fede, l’intimo legame fra confessione di fede e sacramento. È propria della fede una “forma di insegnamento”, dice l’apostolo. Non la inventiamo noi. Non ci viene come un’idea dal di dentro di noi, ma come una parola dal di fuori di noi.
JOSEPH RATZINGER
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Tutte le “verità della fede” sono sviluppi dell’unica verità, che noi scopriamo in esse come la perla preziosa, per la quale merita dare tutta la vita. Si tratta di Dio… Tutto ciò che viene detto nella catechesi è sviluppo dell’unica verità, che è Dio stesso – ‘l’amore che muove il sole e l’altre stelle’ (Dante, Paradiso XXXIII,145).
JOSEPH RATZINGER

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Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti (anche i papi, nda), per la sua manifestazione e il suo regno: annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e DOTTRINA. Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la SANA DOTTRINA, ma, pur di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo i propri capricci, rifiutando di dare ascolto alla VERITA’ per PERDERSI DIETRO ALLE FAVOLE. Tu però vigila attentamente, sopporta le sofferenze, compi la tua opera di annunciatore del Vangelo, adempi il tuo ministero.

SAN PAOLO APOSTOLO, 2 Tm 4,1-5

Continua

Ho conosciuto personalmente numerosi preti internati nelle prigioni e nei gulag staliniani. Sacerdoti che sono tuttavia rimasti fedeli alla Chiesa… conducendo una vita degna alla sequela di Cristo, loro divino Maestro.

Si presenta così l’arcivescovo cattolico Jan Pawel Lenga, vescovo emerito di Karaganda (Kazakhistan) in una lettera accorata che in queste ore rimbalza su vari siti cattolici dall’America all’Italia. Continua

Domenica scorsa la messa di papa Bergoglio a Manila è stata acclamata dai media come “la più grande messa della storia”. E’ stata l’apoteosi di Bergoglio.

Poi però si è scoperto che mentre si celebrava il trionfo dell’uomo Bergoglio, il Figlio di Dio era nel fango. Nel video cliccare qui potete vedere come è stata distribuita l’eucarestia in quella messa: un “passamano eucaristico” inaudito e vergognoso. Il cui esito finale sarebbe stato – secondo le testimonianze – il ritrovamento di particole pure nel fango (vedi l’articolo del Timone nello stesso link). Continua

A parte le questioni che ho sollevato col mio libro “Non è Francesco” e al di là delle domande che lì ho posto, anche relative al Conclave (a cui non ho ancora avuto risposta), vorrei ricordare una questione di principio valida sempre e per tutti i papi.
Molti continuano a evocare a sproposito il dogma dell’infallibilità papale per qualunque cosa dica o faccia il papa. Dovrebbero studiare meglio e di più per evitare di prendere abbagli.
La dottrina cattolica, mentre col Concilio Vaticano I proclama il dogma dell’infallibilità papale (nelle dovute forme e in certe ristrette circostanze, sottolineando che il papa deve custodire il depositum fidei a lui consegnato e non inventare nuove dottrine), non afferma affatto che un papa è sempre e comunque infallibile (tanto meno che è impeccabile).
Anzi, arriva perfino a riconoscere la possibilità di un papa eretico.
Fattispecie grazie al cielo teorica, per ora, ma non del tutto se si considera la storia della Chiesa.
Per esempio, è istruttivo il controverso caso di papa Onorio che fu condannato per eresia nel Concilio Costantinopolitano III (680-681), riconosciuto sesto concilio ecumenico da tutte le chiese cristiane, poi dal successore, papa Leone II (682-683) e nel settimo (787) e ottavo (869-870) Concilio Ecumenico, da papa Adriano II (867-872).
C’è una bussola certa e infallibile per non perdere la retta fede, anche nel caso in cui un papa sbagliasse, ed è quella di aderire alla fede cattolica che la Chiesa ha sempre e dovunque insegnato e tramandato.
Alla Tradizione e alla Legge di Dio infatti sono sottoposti anche i papi. Come si legge in un libro di Joseph Ratzinger: “Il papa non può dire: La Chiesa sono io, oppure: La tradizione sono io, ma al contrario ha precisi vincoli, incarna l’obbligo della Chiesa a conformarsi alla parola di Dio”.
Foto: INFALLIBILITA' </p>
<p>A parte le questioni che ho sollevato col mio libro "Non è Francesco" e al di là delle domande che lì ho posto, anche relative al Conclave (a cui non ho ancora avuto risposta), vorrei ricordare una questione di principio valida sempre e per tutti i papi.<br />
Molti continuano a evocare a sproposito il dogma dell'infallibilità papale per qualunque cosa dica o faccia il papa. Dovrebbero studiare meglio e di più per evitare di parlare a sproposito e di prendere abbagli.<br />
La dottrina cattolica, mentre col Concilio Vaticano I proclama il dogma dell'infallibilità papale (nelle dovute forme e in certe ristrette circostanze, sottolineando che il papa deve custodire il depositum fidei a lui consegnato e non inventare nuove dottrine), non afferma affatto che un papa è sempre e comunque infallibile (tanto meno che è impeccabile).<br />
Anzi, arriva perfino a riconoscere la possibilità di un papa eretico.<br />
Fattispecie grazie al cielo teorica, per ora, ma non del tutto se si considera la storia della Chiesa.<br />
Per esempio, è istruttivo il controverso caso di papa Onorio che fu condannato per eresia nel Concilio Costantinopolitano III (680-681), riconosciuto sesto concilio ecumenico da tutte le chiese cristiane, poi dal successore, papa Leone II (682-683) e nel settimo (787) e ottavo (869-870) Concilio Ecumenico, da papa Adriano II (867-872).<br />
C'è una bussola certa e infallibile per non perdere la retta fede, anche nel caso in cui un papa sbagliasse, ed è quella di aderire alla fede cattolica che la Chiesa ha sempre e dovunque insegnato e tramandato.<br />
Alla Tradizione e alla Legge di Dio infatti sono sottoposti anche i papi. Come si legge in un libro di Joseph Ratzinger: “Il papa non può dire: La Chiesa sono io, oppure: La tradizione sono io, ma al contrario ha precisi vincoli, incarna l’obbligo della Chiesa a conformarsi alla parola di Dio”.

 

La “rivoluzione d’ottobre” del Sinodo è fallita e con esso è finita la prima parte del pontificato bergogliano. Quale sarà la seconda?

Il discorso conclusivo fatto sabato da Francesco lo fa intuire. Forse quello che inizia sarà uno degli anni più drammatici e confusi della storia della Chiesa. Continua

Si dicono “cattolici aperti”, moderni e progressisti e poi riesumano l’Indice, il famigerato Index librorum prohibitorum. Più che indignare fa ridere la decisione delle Paoline di mettere al bando dai loro scaffali il mio libro “Non è Francesco”.

Ma la loro è una decisione prevedibile: il mio libro è cattolico, apostolico, romano e loro, evidentemente, con roba del genere non vogliono avere a che fare. Continua

C’è molta confusione nella Chiesa per il Sinodo che si apre oggi e discuterà sulla comunione ai divorziati risposati. Molti credenti sono smarriti di fronte alla via “rivoluzionaria” indicata dal cardinale Kasper che fu incaricato da papa Francesco di lanciare la novità al Concistoro di febbraio e che dice sempre di parlare a nome di papa Francesco (“Io ho parlato con il Santo Padre. Ho concordato tutto con lui”) Continua

“Certamente se io dovessi portare la religione in un brindisi dopo un pranzo (…) allora io brinderei per il Papa. Ma prima per la coscienza e poi per il Papa”
John Henri Newman – Lettera al Duca di Norfolk

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