Fra i vari “comandi” lasciati da Gesù ai suoi fedeli, secondo un dotto frate domenicano di Bologna, “quello più trascurato è: ‘Guardate’. La bontà dei sensi, che ci aprono al mondo creato da Dio, non è sempre stata compresa: il primo martire domenicano, fra Pietro, morì proprio per difendere la fede nel Dio buono, Creatore e Signore del cielo e della terra. Ambrogio, dal canto suo, ha scritto pagine memorabili che ci testimoniano il fatto che la bellezza della creazione e il saperla gustare sono vie di comunione con Dio”.

È il domenicano fra Stefano Prina  a cominciare così, sul sito dei frati predicatori di Bologna, un articolo intitolato “Buon pastore buongustaio”, dedicato al grande vescovo di Milano. Continua

E’ stato il terremoto più forte dal 1980, con epicentro a Norcia, la terra di san Benedetto. Sono stati colpiti in modo particolare i luoghi dell’anima, le chiese, e la basilica del santo Abate è stata distrutta.

E’ rimasta in piedi solo la facciata, un’immagine che a molti è apparsa come un presagio di una chiesa che sta crollando lasciando in piedi, appunto, solo la facciata.

Per alcuni – che considerano il cristianesimo una iattura – questo è addirittura un auspicio. Ma credo che resteranno delusi.

Poi c’è un’altra associazione di idee che ha accomunato addirittura Beppe Grillo e Matteo Renzi: il fatto che sia stata travolta la città e la basilica del Patrono d’Europa ha fatto scrivere a Grillo che “dall’Europa dobbiamo ricevere tutto il sostegno necessario: lo sforamento di decimali nel rapporto deficit Pil non può essere un argomento accettabile da parte di Bruxelles”.

Credo sia una considerazione che oggi può accomunare tutti gli italiani. E si presta anche a una riflessione più profonda: questa ferita nei luoghi del Patrono d’Europa ci fa pensare a questa Europa che ha perso la sua anima, un’Europa che è stata fatta dai santi ed oggi è in mano ad aridi tecnocrati.

Molti non sanno come e quanto il monachesimo abbia davvero “ricreato” l’Europa, devastata e regredita, dopo il crollo dell’impero romano. Continua

Si parla di 500 mila visitatori all’Expo nella prima settimana e di 11 milioni di biglietti già venduti nel mondo.

Al di là dei numeri l’Expo è ormai un fenomeno di costume perché ha messo a tema ciò che in quest’epoca più appassiona, il cibo: una delle cose che esprime la nostalgia del paradiso perduto e il desiderio delle delizie di quel giardino adamitico, simbolo della perfetta armonia fra corpo, mente, natura e spirito. Continua

Siamo tutti in cerca del paradiso perduto. Anche se non lo sappiamo. E l’estate, la vacanza, è specialmente il tempo di questa ricerca dell’Eden. Avremmo una mappa per questa caccia al tesoro, per questa ricerca, ma non la sappiamo leggere. Continua