Ai tanti cattolici che – smarriti – mi hanno chiesto in questi anni come orientarsi nel buio del nostro tempo (accentuato dalle tenebre vaticane), ho sempre risposto ciò che mi è stato insegnato, ovvero che le luci ci sono: la Sacra Scrittura, il magistero di sempre della Chiesa, il Catechismo della Chiesa Cattolica, i sacramenti e la preghiera.

Ma se mi consentite oggi vorrei aggiungere a tutto questo tesoro di luce anche un amichevole e fraterno consiglio: invito sinceramente tutti coloro che leggono la mia pagina facebook o il mio blog, perché hanno a cuore le sorti della Chiesa e la nostra fede cattolica, a prendere decisamente come unici punti di riferimento pastorale quei cardinali che hanno dimostrato con i fatti di avere a cuore il bene del popolo cristiano, il bene delle anime.

Parlo in modo particolare dei “QUATTRO CARDINALI” autori dei Dubia ( VEDI QUI ), che hanno ricordato a tutta la Chiesa con paterna accoratezza il magistero di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. Che è il magistero di sempre della Chiesa.

Seguite loro. SEGUIAMO LORO.

Io eviterei di andar dietro a chiunque si agiti, specialmente a chi urla invettive contro papa Bergoglio (gridando più forte per mettersi in mostra e far proseliti), io eviterei di andar dietro a presunti veggenti, a siti (magari anonimi) o a “convertiti” dell’ultima ora all’anti-bergoglismo (che magari fino a ieri la pensavano diversamente e oggi assurgono a guide intellettuali).

Certamente tutti possono essere utili (limitatamente, a certe condizioni e senza protagonismi), ma non tutti sono pastori della Chiesa e non tutti hanno l’autorevolezza, la responsabilità, la sapienza dottrinale, la carità, la prudenza e la storia dei quattro cardinali.

E’ un momento in cui è necessario usare un vero discernimento. Altrimenti si rischia di alimentare la confusione e di finire fuori strada.

Ripeto: seguiamo i pastori. E nessun altro.

Tanto meno dovete seguire me, che sono solo un giornalista e non un pastore. I giornalisti hanno un altro compito e altre responsabilità.

Chi in coscienza – davanti a Dio – serve la verità con il suo lavoro di intellettuale, sa di essere solo un “servo inutile” e non cerca adepti, né cerca la propria gloria.

Si continua a fare opera di informazione e chiarificazione sulla situazione della Chiesa con dolore, per dovere di coscienza, con molta pena quotidiana, sia pure con la pace del cuore e la letizia che è propria dei figli di Dio. Ma senza velleità salvifiche.

Io personalmente guardo con fiducia ai quattro cardinali e voglio vivere una sequela filiale a questi pastori, pregando perché tutti i pastori della Chiesa dimostrino lo stesso amore a Gesù Cristo, alla Chiesa e al bene delle anime.

Quanto alla drammatica situazione che viviamo nel momento attuale, ricordiamo san Paolo:

Chi ci separerà dunque dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?

Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati.

Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire,

né potenze, né altezza né profondità,

né alcun’altra creatura

potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore”.

(Rom. 8, 35-39)

Continua

Il giallo dell’enigmatica “rinuncia” di Benedetto XVI, con il tempo, si ingigantisce. Lo conferma il clamore suscitato, nella rete, dall’esplosiva intervista dell’arcivescovo di Ferrara, Monsignor Luigi Negri.

Le sue parole sulle “pressioni enormi” a cui fu sottoposto il papa, fino alla sua “rinuncia”, hanno suscitato un tale interesse oltreoceano da essere ampiamente riprese, commentate e rilanciate dal famoso sito “Breitbart”, vicino a Steve Bannon e al neopresidente Trump.

MISTERO GRAVISSIMO

Ma cos’ha detto precisamente l’arcivescovo? Alla vigilia della pensione, tracciando un quadro della situazione della Chiesa, Mons. Negri, al periodico online “Rimini2.0”, ha ricordato il suo rapporto di “forte amicizia” con Joseph Ratzinger e – dopo varie considerazioni – ha testualmente dichiarato sulla “rinuncia” di papa Benedetto:

Si è trattato di un gesto inaudito. Negli ultimi incontri l’ho visto infragilito fisicamente, ma lucidissimo nel pensiero. Ho poca conoscenza – per fortuna – dei fatti della Curia romana, ma sono certo che un giorno emergeranno gravi responsabilità dentro e fuori il Vaticano. Benedetto XVI ha subito pressioni enormi. Non è un caso che in America, anche sulla base di ciò che è stato pubblicato da Wikileaks, alcuni gruppi di cattolici abbiano chiesto al presidente Trump di aprire una commissione d’inchiesta per indagare se l’amministrazione di Barack Obama abbia esercitato pressioni su Benedetto. Resta per ora un mistero gravissimo, ma sono certo che le responsabilità verranno fuori”. Continua

Giorni fa “Der Spiegel” ha riferito le parole di papa Bergoglio ad alcuni fedelissimi: “Non è escluso che io passerò alla storia come colui che ha diviso la Chiesa Cattolica”. E’ per questo che il suo amico Eugenio Scalfari lo considera il più grande “rivoluzionario”.

Tempo fa una copertina di “Newsweek” si chiedeva se il papa è cattolico (“Is the pope catholic?”). E un’altra dello “Spectator” lo rappresentava su una ruspa demolitrice col titolo: “Pope vs Church” (il Papa contro la Chiesa). Coglievano un sentire diffuso.

In effetti a quattro anni esatti dalla “rinuncia” di Benedetto XVI e dall’irrompere di Bergoglio, la situazione della Chiesa cattolica si è fatta esplosiva, forse davvero al limite di uno scisma, più catastrofico di quello del tempo di Lutero (che peraltro oggi viene riabilitato nella chiesa bergogliana). Continua

Questo articolo di Sandro Magister (vedi QUI ) spiega benissimo l’atteggiamento dell’allora cardinale Bergoglio (nel 2004) che – ovviamente – non avrebbe mai potuto aspirare al papato, verso cui era lanciato, se, da cardinale, avesse pubblicamente contestato la “Veritatis splendor”.

Una volta diventato papa sappiamo invece cosa è successo e Magister, ancora una volta, lo spiega benissimo.

Del resto si può vedere questo stesso atteggiamento anche oggi nell’abitudine di papa Bergoglio di mandare avanti qualcuno (per esempio il card. Kasper) per lanciare la sua “rivoluzione”, senza esporsi direttamente. E poi far passare le sue tesi “rivoluzionarie” nell’Amoris laetitia, senza però assumersene chiaramente la responsabilità (ed è per questo che non risponde ai Dubia dei cardinali).

Allo stesso modo lascia che i “suoi” si lancino in affermazioni inaudite su Lutero, sull’intercomunione con i protestanti o – come nel caso del nuovo Generale dei Gesuiti – addirittura sull’attendibilità dei Vangeli (vedi QUI ) e perfino nell’esaltazione di Marco Pannella, come ha fatto il nuovo Presidente della Pontificia Accademia per la vita da lui stesso nominato (vedi QUI).

Lui, papa Bergoglio, si guarda bene dal richiamarli, dal destituirli o dal prendere le distanze da loro. Chi tace acconsente. Tutte queste loro dichiarazioni fanno il suo gioco senza esporlo direttamente.

Così va avanti la demolizione che caratterizza questo pontificato (vedi la storica copertina dello “Spectator”) che ha effetti devastanti sulla Chiesa, specialmente se si aggiunge all’ostilità sempre più forte dell’ideologia dominante verso i cattolici e alle persecuzioni che colpiscono i cristiani in tante parti del mondo. Continua

Due episodi di questi giorni fanno – amaramente – capire il pauroso sbandamento che il “partito bergogliano”, che oggi ha preso il potere, sta facendo fare alla Chiesa.

QUI potete leggere ciò che ha dichiarato il nuovo Generale dei gesuiti voluto da papa Bergoglio: siamo alla sostituzione di Gesù con Bergoglio stesso. E siamo addirittura alla delegittimazione del Vangelo e di Cristo. Qua è la fede stessa che scompare.

Poi c’è il caso emblematico di mons. Vincenzo Paglia, dirigente della Comunità di S. Egidio. Questo vescovo è uno stretto collaboratore di papa Bergoglio. Da lui è stato voluto a capo della Pontificia Accademia per la vita.

Il presidente della “nuova” e “bergogliana” Accademia per la vita – che un tempo nacque per sostenere la battaglia della Chiesa per i principi non negoziabili – esalta Marco Pannella e, in sostanza, lo indica come esempio da seguire.

PRECISAMENTE PAGLIA ESALTA MARCO PANNELLA DICENDO: “LO SPIRITO DI MARCO CI AIUTI A VIVERE IN QUELLA STESSA DIREZIONE”.
Avete letto bene.    Ma potete ascoltarlo con le vostre orecchie.

Da questo video segnalo queste “perle” di Paglia:
“Pannella, uomo di grande spiritualità” (minuto 3,20), “(la sua è ) una grande perdita per questo nostro Paese” (6,30), “ha speso la vita per gli ultimi” (minuto 9), “in difesa della dignità di tutti, particolarmente dei più emarginati… Pannella è veramente un uomo spirituale” (10,53), è “un uomo che sa aiutarci a sperare nonostante le notizie, la quotidianità ci metta a dura prova” (18,25), “il Marco pieno di spirito continua a soffiare” (18,40), “Marco ispiratore di una vita più bella non solo per l’Italia, ma per questo nostro mondo, che ha bisogno più che mai di uomini che sappiano parlare come luiio mi auguro che lo spirito di Marco ci aiuti a vivere in quella stessa direzione” (19,20).

Tutto questo mentre in Francia è stata approvata una legge LIBERTICIDA (vedi QUI ), voluta dai socialisti, che proibisce su internet i siti “pro life” e punisce con multe salatissime e pure con il carcere chi, in rete, si oppone all’aborto, NEL SILENZIO TOTALE DELLA SANTA SEDE E DI PAPA BERGOGLIO (CHE GIA’ AVEVA INDICATO EMMA BONINO E GIORGIO NAPOLITANO COME ITALIANI ESEMPLARI).

ORMAI NON SEMBRA ESSERCI PIU’ LIMITE…

Continua

Nel 2008 a Benedetto XVI, invitato dal Rettore, fu impedito di parlare all’Università di Roma. Invece venerdì scorso papa Bergoglio è stato accolto a braccia spalancate.

Il “pensiero unico” dominante vedeva Benedetto XVI come il fumo negli occhi (specie per il discorso di Ratisbona), mentre riconosce papa Bergoglio come un suo simbolo.

In effetti in quella sede Bergoglio non ha mai parlato da papa: nel suo discorso, durato ben 45 minuti, non è mai stata usata la parola “Dio”, né è stato menzionato il nome di Gesù Cristo (c’era nel discorso scritto che gli avevano preparato, ma lui non lo ha letto).

Bergoglio non si è occupato di temi spirituali o culturali, né ha fatto riferimenti alle scottanti notizie d’attualità, come l’assurda legge francese, voluta dai socialisti, che proibisce la difesa della vita nascente sulla rete (chi si esprime contro l’aborto su internet rischia multe salatissime e pure il carcere).

Siamo ad una preoccupante svolta illiberale in Europa che va a colpire i cristiani, ma riguarda la libertà di pensiero e di parola di tutti. E la democrazia. Un tema che in una università sarebbe stato perfetto. Ma Bergoglio lo ha ignorato.

Il papa non si è mostrato interessato al tema della libertà di coscienza, né alla tragedia dell’aborto che fa 50 milioni di piccole vittime all’anno. Tanto meno, parlando di violenza, ha parlato dei cristiani perseguitati e massacrati.

Anzi, sempre venerdì, in un altro messaggio ai “Movimenti popolari” (di cui fa parte anche il Leoncavallo) Bergoglio ha affermato che “non esiste il terrorismo islamico”.

Quindi – siccome “non esiste” – il papa può infischiarsene delle sue vittime cristiane.

OSSESSIONE?

Bergoglio parla sempre di un argomento: l’immigrazione. A Pasqua e a Natale, a Santa Marta e nei discorsi che tiene per il mondo. Anche all’Università si sono sorbiti l’ennesimo discorso sull’emigrazione. Continua

Il mio post dell’8 febbraio ha provocato confusione in alcuni di voi. Molti hanno frainteso. Sicuramente perché io non sono stato chiaro, ma forse anche perché c’è una forma mentis sbagliata che alcuni di voi fanno fatica a superare.

Lasciatemi dire: come tanti di voi ci hanno messo del tempo a capire la gravità del “caso Bergoglio” e – all’inizio – mi hanno preso a male parole, così oggi tanti di voi fanno fatica a capire la nuova situazione che si è creata e la responsabilità che ci è chiesta, in questo grave momento storico, come cattolici.

Cercherò allora di dirvi alcune cose che mi hanno indotto a scrivere quel post. Sono le riflessioni che vado facendo in questi giorni. Prendetele come appunti provvisori di viaggio. Pronti ad essere approfonditi o corretti. Continua

Sarà stato anche questo un “complotto” dei “conservatori”? O forse uno dei tanti colpacci dei famosi hacker russi? O forse sarà colpa di Trump?

Non si sa. Magari papa Bergoglio farà indagare la solerte Gendarmeria vaticana: chissà che alla fine non si possa dare la colpa all’odiato card. Burke.

Fatto sta che in tutte le chiese cattoliche, domenica scorsa, è stato letto un micidiale manifesto che demolisce il bergoglismo (ossia le “novità” di questo pontificato tanto acclamate dai media laicisti). E tutte le parole pronunciate in quel “manifesto” – assicura la Chiesa – sono “Parola di Dio” e “Parola del Signore”. Perché di tratta delle Letture liturgiche dalla Sacra Scrittura.

Vediamo (in neretto i brani da considerare, in corsivo i miei commenti).

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Dalla prima lettura:

“Grande infatti è la sapienza del Signore; forte e potente, egli vede ogni cosa. I suoi occhi sono su coloro che lo temono, egli conosce ogni opera degli uomini. A nessuno ha comandato di essere empio e a nessuno ha dato il permesso di peccare”. (Siracide 15, 16-21)

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Questa è la demolizione di tutta l’Amoris laetitia.

 

Dal Vangelo (Mt 5,17-37)

“In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

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Questo brano demolisce tutte le intemerate di papa Bergoglio contro la Legge e contro i Comandamenti (che – ha detto recentemente – “non ti danno gioia, perché non ti fanno libero”).

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“Chi poi dice al fratello: ‘Stupido’, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: ‘Pazzo’, sarà destinato al fuoco della Geènna”.

 

QUI o QUI si può leggere un repertorio (peraltro incompleto) di epiteti papali rivolti ai fratelli nella fede. Ciascuno può farsi un’idea.

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Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te (…). Fu pure detto: ‘Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio’. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio”.

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Alla luce dell’Amoris laetitia (e di tutto il magistero di papa Bergoglio) Gesù – che ha pronunciato queste parole – dovrebbe essere annoverato tra i “rigidi” (anzi super-rigidi), tra i “rigoristi”, tra i “fondamentalisti”, cioè fra coloro – come i quattro cardinali – che Bergoglio depreca continuamente.

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“Sia invece il vostro parlare: ‘Sì, sì’, ‘No, no’; il di più viene dal Maligno”.

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E con queste parole Nostro Signore spazza via tutte le ambigue oscurità dell’Amoris laetitia e soprattutto GIUDICA il rifiuto di papa Bergoglio di rispondere chiaramente ai “Dubia” dei quattro cardinali. Sappiamo che alle interrogazioni canoniche dei “Dubia” la Santa Sede deve rispondere (in ciascun caso) con un “sì” o con un “no”: Perciò il rifiuto di rispondere da parte di papa Bergoglio è proprio un rifiuto della logica del “sì sì, no no”, cioè della logica del Vangelo di Gesù Cristo.

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Personalmente mi unisco a coloro che continuano a pregare per papa Bergoglio, perché il Signore lo illumini facendogli invertire la rotta e riparare i colossali danni e l’immensa confusione che sta producendo nella Chiesa.

Continua

Sono rimasto sinceramente colpito e amareggiato dalla durezza delle polemiche che negli ultimi giorni sono divampate fra cattolici (col contributo dirompente della stampa laica).

Non sono uno a cui non piaccia il confronto, anche vigoroso e polemico, ma quella a cui stiamo assistendo è ormai una sorta di guerra civile tra cattolici, una criminalizzazione reciproca in cui non si ravvisa più molto di cristiano. E non va bene. Non si può andare avanti così.

Molte parole dure e offensive sono state usate dai due campi contrapposti. E ho dovuto constatare che nei confronti di papa Bergoglio, in particolare nei social, vengono usate da alcuni delle espressioni che sono del tutto inaccettabili.

E’ vero che taluni lamentano di essere bersagliati – a loro volta – da alcune espressioni che il papa usa, specie nelle omelie di Santa Marta, verso certi cattolici (i cosiddetti “rigidi”) e si sentono offesi.

Ma questa non è una ragione per usare parole o giudizi che travalicano la normale e corretta critica.

Penso che il momento che vive la Chiesa sia davvero delicato e drammatico. Per quanto mi riguarda non ho nessuna intenzione di contribuire a questo clima da “guerra civile fra cattolici”.

Perciò d’ora in poi ho deciso di tirarmi fuori da questa mischia (nella quale peraltro mi prendo, da tempo, la mia parte d’insulti).

Se mi occuperò della situazione della Chiesa (e lo farò meno di prima) eviterò accuratamente di usare espressioni che possano involontariamente alimentare animosità e rancori, cercando le espressioni che più invitino al dialogo fraterno. E vorrei che questo “codice” fosse condiviso, così da riportare il confronto dentro i binari cristiani.

Mi permetto anche – pur essendo solo un normale cattolico di parrocchia – di invitare tutti a pregare per papa Francesco, perché il Signore lo aiuti nel suo ministero e lo illumini possibilmente facendogli comprendere la situazione di sofferenza e di confusione che vivono tanti cristiani a motivo delle cose da lui dette o decise.

Preghiera da estendere anche a papa Benedetto, perché possa essere accolto il suo paterno contributo alla vita della Chiesa in questo momento così delicato.

Una preghiera che – ovviamente – è anche per la nostra personale conversione, perché ciascuno deve pensare anzitutto alla propria salvezza personale.

Siccome sicuramente questo post susciterà reazioni istintive sbagliate, preciso che tutti coloro che hanno obiezioni da fare all’attuale pontificato dovrebbero rileggersi l’intervista al Foglio del card. Caffarra (o quelle del card. Burke) e sintonizzarsi su quello stile, lo stile dei veri pastori, che sono veri esempi di paternità.

C’è bisogno di quella pacatezza, di quell’amore alla Verità e di quella carità. Non basta testimoniare la Verità (questo è il nostro dovere), bisogna anche farlo nella maniera giusta. Questo è quello che penso (e mi conforta che quanto ho scritto in questo post sia compreso nella sua continuità con quanto ho scritto in questi anni, come dimostra l’articolo che potete leggere qui con il mio commento e qui da solo).

Continua

Venerdì la grande “Marcia per la vita” di Washington, esaltata in Tv da Trump, ha voluto attribuire il suo Premio onorifico annuale al card. Raymond Burke, cioè proprio colui che da mesi viene perseguitato da Bergoglio come il suo grande avversario (il papa lo ha colpito in ogni modo, fino all’annichilimento dell’Ordine di Malta avvenuto sabato).

Il bergoglismo nacque in sintonia con Obama e con il “partito tedesco” anti-Ratzinger e – come vedremo – alcune personalità cattoliche Usa oggi chiedono a Trump addirittura di appurare se ci siano state interferenze della passata amministrazione nelle strane “dimissioni” di Ratzinger del 2013 e nell’ascesa di Bergoglio.

Ora che Obama è finito e l’impero germanico della Ue sta nel mirino di Trump, il pontificato politico di Bergoglio si va a schiantare su due muri della nuova amministrazione Usa. Un muro materiale e uno politico-culturale. Continua