“Leone XIV contro Leone XIII”. Sul sito americano The Catholic Thing è apparso un autorevole commento con questo titolo. Sorprendente perché si tratta di un sito cattolico e perché l’autore è Michael Pakaluk, che insegna alla Pontificia Accademia San Tommaso d’Aquino di Roma ed è docente di Economia politica presso la Busch School of Businnes della Catholic University of America.

Va ricordato che fin dall’inizio papa Prevost ha affermato di aver scelto il nome “Leone” perché s’ispira a Leone XIII che fu il papa (dal 1878 al 1903) della questione sociale, colui che plasmò la dottrina sociale della Chiesa. Continua

Cosa sta accadendo in Vaticano? Landini è diventato Segretario di Stato?Vediamo i fatti delle ultime ore. Domenica, all’Angelus, Leone XIV ha pronunciato parole sagge ed equilibrate a favore del Piano di pace di Trump per Gaza e contro il ritorno dell’antisemitismo. L’indomani il Segretario di Stato, il card. Pietro Parolin, con un’intervista sposta la Santa Sede su posizioni tipo Landini/Schlein. Continua

Ieri Leone XIV ha parlato all’Accademia Mariana Internazionale e, riassumendo i contenuti del Congresso che gli sono stati riferiti (quindi non il suo pensiero, ma quello del Congresso), ha esordito così: “In questo 26esimo Congresso vi siete domandati se una Chiesa dal volto mariano sia un residuo del passato oppure una profezia di futuro, capace di scuotere le menti e i cuori dall’abitudine e dal rimpianto di una ‘società cristiana’ che non esiste più”.

È chiaro che non è stato un Congresso entusiasmante. Tutti sono ancora sulla linea fallimentare di papa Bergoglio, con la solita solfa del “cambiamento d’epoca”, quindi la resa al mondo. Leone XIV anche stavolta, come fa da mesi, ha corretto la linea bergogliana, ma senza strappi, parlando della Madonna che, fra l’altro, è davvero rivelatrice delle diverse stagioni ecclesiali. Continua

La notizia susciterà dei mal di pancia fra i cattocomunisti e nei salotti NoPax del progressismo mediatico. Ma come potranno far finta di nulla?

Ieri, all’indomani del primo incontro fra Putin e Trump sull’Ucraina, papa Leone XIV ha dato la sua importante benedizione al tentativo del presidente americano di tessere la tela di una trattativa che possa mettere fine alla sanguinosa guerra in Ucraina.

Ecco le sue parole chiare pronunciate all’Angelus: “Preghiamo perché vadano a buon fine gli sforzi per far cessare le guerre e promuovere la pace; affinché, nelle trattative, si ponga sempre al primo posto il bene comune dei popoli”. Continua

Il Giubileo dei giovani celebrato da Leone XIV, con la limpidezza del suo magistero centrato su Cristo e sull’eternità, ha di colpo proiettato la Chiesa nel futuro, consegnando ormai al passato le vicende degli ultimi quindici anni.

Nella Chiesa si ha la sensazione di essere usciti da un tunnel di confusione e incertezza pastorale e magisteriale, cosicché (seppure con molte cose da ridefinire nel rapporto con il mondo) si comincia a riflettere sugli eventi ecclesiali vissuti con la distanza critica che permette di storicizzarli e anche diricavarne lezioni per il domani.

È ciò che ha fatto mons. Nicola Bux, già collaboratore di Benedetto XVI, con Vito Palmiotti, nel libro Realtà e utopia nella Chiesa, edito da Omni die (reperibile sul sito della Nuova Bussola quotidiana e su Amazon). Continua

È un funerale, anche se lo travestiranno da festa, quasi una Woodstock cattolica. I numeri sono impietosi: 500 mila i giovani “iscritti” al Giubileo che culminerà nella veglia di sabato con il Papa. Ma la stessa veglia con Giovanni Paolo II, a Tor Vergata, nell’Anno Santo del 2000, vide la presenza di più di 2 milioni di giovani.

Dunque dopo venticinque anni sono un quarto di quelli del 2000 (anche se gli organizzatori “porteranno” la cifra dei partecipanti a un milione sarà la metà). Come si spiega questo crollo? Continua

Durante la breve vacanza a Castelgandolfo, secondo le voci, Leone XIVintenderebbe lavorare alla sua prima enciclica, un documento che, di solito, esprime l’orizzonte di un pontificato: la Redemptor Hominis di Giovanni Paolo II fu un inno a Cristo liberatore. Continua

La Chiesa Cattolica sembra aver smarrito la strada a causa di una grave sudditanza ideologica. Quella che Maurizio Molinari, già direttore di Repubblica, ha sintetizzato così: “(Francesco) è stato un Papa che sin dall’inizio ha trasformato il messaggio di Barack Obama in un messaggio globale. Viene eletto nel 2013 e riflette, porta nel mondo, quello che all’epoca era il messaggio di Barack Obama. Lui se ne fa portatore”.

In effetti il suo pontificato ha adottato i temi obamiani dando una versione teologica del cambiamento climatico, dell’immigrazione, dell’ecumenismo e dell’ideologia Lgbt. E’ stata la sottomissione allo spirito del tempo, alla “dittatura del relativismo”. Continua

La trovata di Donald Trump – che ha rilanciato un fotomontaggio in cui è vestito da Papa – è una pacchianata. Che oltretutto evidenzia la sua ammirazione (martedì scorso aveva confessato: “mi piacerebbe essere papa. Sarebbe la mia prima scelta”).

Senz’altro è un episodio criticabile. Ma possono indignarsi coloro che sono andati in estasi quando Papa Francesco si è presentato nella Basilica di San Pietro con una maglietta della salute e un poncho malamente appoggiato al petto e ai pantaloni neri? Continua

Il colloquio fra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, nella Basilica di San Pietro, ha impressionato tutti. Il presidente ucraino lo ha definito “un incontro altamente simbolico che potrebbe diventare storico”. La Casa Bianca ha confermato il giudizio positivo.

Perché questo evento è accaduto nel cuore della cristianità? Qualcuno su Twitter ha commentato: “Non è un caso che la Chiesa cattolica sia la più antica istituzione mondiale”. È anche la più alta autorità morale. Perciò tanti leader mondiali sono convenuti alle solenni esequie di Francesco. Oltre al luogo infatti c’è la circostanza storica: “Vedere i due leader parlare sulla pace al funerale del ‘Papa della pace’ ha un significato enorme”, ha detto Giorgia Meloni. Continua