La notizia susciterà dei mal di pancia fra i cattocomunisti e nei salotti NoPax del progressismo mediatico. Ma come potranno far finta di nulla?

Ieri, all’indomani del primo incontro fra Putin e Trump sull’Ucraina, papa Leone XIV ha dato la sua importante benedizione al tentativo del presidente americano di tessere la tela di una trattativa che possa mettere fine alla sanguinosa guerra in Ucraina.

Ecco le sue parole chiare pronunciate all’Angelus: “Preghiamo perché vadano a buon fine gli sforzi per far cessare le guerre e promuovere la pace; affinché, nelle trattative, si ponga sempre al primo posto il bene comune dei popoli”. Continua

Il Giubileo dei giovani celebrato da Leone XIV, con la limpidezza del suo magistero centrato su Cristo e sull’eternità, ha di colpo proiettato la Chiesa nel futuro, consegnando ormai al passato le vicende degli ultimi quindici anni.

Nella Chiesa si ha la sensazione di essere usciti da un tunnel di confusione e incertezza pastorale e magisteriale, cosicché (seppure con molte cose da ridefinire nel rapporto con il mondo) si comincia a riflettere sugli eventi ecclesiali vissuti con la distanza critica che permette di storicizzarli e anche diricavarne lezioni per il domani.

È ciò che ha fatto mons. Nicola Bux, già collaboratore di Benedetto XVI, con Vito Palmiotti, nel libro Realtà e utopia nella Chiesa, edito da Omni die (reperibile sul sito della Nuova Bussola quotidiana e su Amazon). Continua

È un funerale, anche se lo travestiranno da festa, quasi una Woodstock cattolica. I numeri sono impietosi: 500 mila i giovani “iscritti” al Giubileo che culminerà nella veglia di sabato con il Papa. Ma la stessa veglia con Giovanni Paolo II, a Tor Vergata, nell’Anno Santo del 2000, vide la presenza di più di 2 milioni di giovani.

Dunque dopo venticinque anni sono un quarto di quelli del 2000 (anche se gli organizzatori “porteranno” la cifra dei partecipanti a un milione sarà la metà). Come si spiega questo crollo? Continua

Durante la breve vacanza a Castelgandolfo, secondo le voci, Leone XIVintenderebbe lavorare alla sua prima enciclica, un documento che, di solito, esprime l’orizzonte di un pontificato: la Redemptor Hominis di Giovanni Paolo II fu un inno a Cristo liberatore. Continua

La Chiesa Cattolica sembra aver smarrito la strada a causa di una grave sudditanza ideologica. Quella che Maurizio Molinari, già direttore di Repubblica, ha sintetizzato così: “(Francesco) è stato un Papa che sin dall’inizio ha trasformato il messaggio di Barack Obama in un messaggio globale. Viene eletto nel 2013 e riflette, porta nel mondo, quello che all’epoca era il messaggio di Barack Obama. Lui se ne fa portatore”.

In effetti il suo pontificato ha adottato i temi obamiani dando una versione teologica del cambiamento climatico, dell’immigrazione, dell’ecumenismo e dell’ideologia Lgbt. E’ stata la sottomissione allo spirito del tempo, alla “dittatura del relativismo”. Continua

La trovata di Donald Trump – che ha rilanciato un fotomontaggio in cui è vestito da Papa – è una pacchianata. Che oltretutto evidenzia la sua ammirazione (martedì scorso aveva confessato: “mi piacerebbe essere papa. Sarebbe la mia prima scelta”).

Senz’altro è un episodio criticabile. Ma possono indignarsi coloro che sono andati in estasi quando Papa Francesco si è presentato nella Basilica di San Pietro con una maglietta della salute e un poncho malamente appoggiato al petto e ai pantaloni neri? Continua

Il colloquio fra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, nella Basilica di San Pietro, ha impressionato tutti. Il presidente ucraino lo ha definito “un incontro altamente simbolico che potrebbe diventare storico”. La Casa Bianca ha confermato il giudizio positivo.

Perché questo evento è accaduto nel cuore della cristianità? Qualcuno su Twitter ha commentato: “Non è un caso che la Chiesa cattolica sia la più antica istituzione mondiale”. È anche la più alta autorità morale. Perciò tanti leader mondiali sono convenuti alle solenni esequie di Francesco. Oltre al luogo infatti c’è la circostanza storica: “Vedere i due leader parlare sulla pace al funerale del ‘Papa della pace’ ha un significato enorme”, ha detto Giorgia Meloni. Continua

Quale bilancio si può fare di questo pontificato? Guidare la Chiesa, una realtà planetaria che fra le alterne vicende del mondo attraversa i millenni, è un compito sovrumano. Inoltre era arduo succedere a due giganti come Giovanni Paolo II e Benedetto XVI che hanno cambiato la storia.

Francesco ha speso tutte le sue energie, senza risparmiarsi, nonostante la malattia, fino all’ultimo respiro. Ma si può dire che lasci una Chiesa più in salute di quella che aveva trovato?

Non sembra. Perfino gli entusiasti della prima ora, che fantasticavano di un presunto “effetto Bergoglio” (confondendo gli editoriali laudatori di Eugenio Scalfari con la realtà), negli ultimi tempi hanno riconosciuto le gravi criticità. A molti cattolici oggi sembra di trovarsi di fronte a un immenso panorama di rovine. Continua

Pasqua è anche una liberazione politica. Ogni anno celebriamo la Settimana Santa come se fosse semplicemente una tradizione religiosa e non avesse nulla a che fare con la vita quotidiana e tanto meno con la politica (cioè la polis, la città degli uomini). Ma è davvero così?

No. Gli eventi della Settimana Santa sono i più radicalmente politici della storia. Non solo perché Gesù è stato crocifisso con un’imputazione politica (che Pilato volle scrivere sul cartiglio: “Gesù di Nazaret Re dei giudei”). Non a caso la Chiesa celebra “Cristo Re dell’universo” proprio indicando il Calvario dove ha una corona di spine e una croce come trono. Singolare regalità quella di un crocifisso, ma i cristiani affermano che è l’unico vero potere vincente: quello dell’Amore. Continua

“L’urgente compito dell’annuncio del Vangelo nel nostro tempo richiede dunque (…) l’impegno a che tutti possano incontrarsi con un Gesù Cristo fatto carne, fatto umano, fatto storia. Dobbiamo stare tutti attenti a non perdere mai di vista la ‘carne’ di Gesù Cristo: quella carne fatta di passioni, emozioni, sentimenti, racconti concreti, mani che toccano e guariscono, sguardi che liberano e incoraggiano, di ospitalità, di perdono, di indignazione, di coraggio, di intrepidezza: in una parola, di amore…. Un’assidua frequentazione della letteratura può rendere i futuri sacerdoti e i futuri agenti pastorali ancora più sensibili alla piena umanità del Signore Gesù”. Continua