L’Italia è afflitta da una faziosità ideologica che impedisce di discutere di ciò che si dice e punta solo a demonizzare e squalificare chi lo dice. Se n’è avuto un esempio in queste ore con il problema sollevato da Matteo Salvini sull’efficacia delle sanzioni (che invece di danneggiare la Russia arricchiscono Putin – e alcuni Paesi della Nato – mettendo ko l’economia italiana) e sulla necessità di intervenire subito sul prezzo del gas per aiutare famiglie e imprese (che rischiano di chiudere).

Eppure non è solo il leader della Lega a sollevare questi problemi. Perfino il presidente della Repubblica ha dichiarato: “Il vertiginoso innalzamento dei prezzi dell’energia, favorito anche da meccanismi irragionevoli e da squilibri interni tra i Paesi europei, costituisce uno dei nodi più critici del momento attuale. E’ necessaria e urgente una risposta europea all’altezza dei problemi”.

Aveva fatto appello a Mattarella, nei giorni scorsi, il presidente di Confindustria Carlo Bonomi che ha definito il prezzo del gas un’“emergenza nazionale”, chiedendo al governo di “varare nuove misure”.

Bonomi ha usato toni drammatici: Se ci fosse un terremoto, un governo dimissionario interverrebbe o no? Beh, oggi c’è un terremoto economico e non sarebbe comprensibile se il governo non reagisse. Aspettare il prossimo ci farebbe perdere due mesi e non possiamo permettercelo”. Continua

La decisione di Matteo Renzi di bloccare nuove sanzioni della Ue alla Russia ha spiazzato tutti ed è una mossa coraggiosa che potrà avere conseguenze importanti. Difficile dire se c’è dietro una strategia, una visione anche geopolitica oppure se è frutto di istinto, di improvvisazione tattica.

Il premier ha disorientato certi suoi fan “ultra-atlantisti” di casa nostra e ha irritato May, Merkel e Hollande che invece spingevano in direzione di nuove (e controproducenti) sanzioni, seguendo la politica aggressiva verso la Russia del duo Obama/Clinton.

Matteo ha sorpreso anche perché era di ritorno proprio dal viaggio negli Stati Uniti, dove era stato accolto con grandi onori ed era stata declamata ai quattro venti la coincidenza di vedute tra lui e Obama. Eppure, il giorno dopo, ha bloccato le nuove sanzioni alla Russia pur sapendo che la priorità dell’attuale presidente americano è proprio la “guerra” a Putin. Continua