Il “Wall Street Journal” l’ha segnalato giorni fa, ma in Italia ancora non ce ne siamo resi conto. Eppure si tratta di un fenomeno epocale che lascerà il segno per lungo tempo.

Dunque il fatto storico a cui stiamo assistendo da qualche mese è il crollo rovinoso di tutti i partiti tradizionali della Sinistra in Europa e in America.

La sconfitta di Hillary Clinton (insieme a quella, da lei stessa provocata, di Bernie Sanders) negli Stati Uniti ha portato con sé la disfatta del Partito Democratico, anche nelle elezioni dei parlamentari e dei governatori.

E la presidenza Trump ha tutta l’aria di inaugurare un ciclo, come fece la prima presidenza Reagan.

Per restare nel continente americano, anche senza ricordare la scomparsa di Fidel Castro, la destituzione della Presidente del Brasile, Dilma Rousseff segna il collo della sinistra più rappresentativa a livello internazionale (anche in Argentina ha vinto il centrodestra di Mauricio Macrì).

Quello europeo poi è un panorama di rovine per i partiti tradizionali della Sinistra. In Gran Bretagna i laburisti di Corbyn, già male in arnese, sono stati “asfaltati” dal referendum sulla Brexit.

In Italia il Partito Democratico – perfino nella sua versione più accattivante, quella di Matteo Renzi – si trova ora a pezzi e si sta leccando le ferite dopo la disfatta del referendum di domenica.

In Francia la presidenza di Hollande è stata così disastrosa che l’uscente nemmeno è stato ricandidato e si prospetta un match fra i gollisti di Fillon e il Front National di Marine Le Pen. Gli elettori di sinistra si troveranno a scegliere fra la Destra e il Centrodestra. Continua

E ora che Hillary Clinton deve riprendersi “Barack e burattini” e tornarsene a casa (non quella “Bianca”), ora che il suo Partito Democratico è stato “sBarackato” anche alla Camera dei rappresentati e al Senato, cosa rimane della sinistra dei salotti newyorkesi?

Rimane l’epiteto che lei – la candidata della grande finanza di Wall Street, dei guerrafondai e delle star di Hollywood – ha lanciato contro quell’America popolare che vota Trump: “miserabili”.

Una parola che esprime il disprezzo e un certo senso di superiorità antropologica che caratterizza le “élites progressiste” nei confronti di quella gente del popolo che non vuole più farsi comandare da loro.

Loro: gli illuminati, i migliori, i raffinati, i predestinati al potere, al governo del mondo. Continua

Ecco alcune notizie degli ultimi giorni:

1) la strage di 147 studenti cristiani compiuta dagli islamisti all’Università di Garissa in Kenya;

2) le minacciose invettive del presidente islamico turco per l’evocazione da parte di papa Bergoglio del “genocidio” di un milione e mezzo di cristiani armeni, un secolo fa;

3) un ragazzo bruciato vivo in Pakistan perché cristiano;

4) i combattenti islamisti in Siria bombardano i quartieri cristiani di Aleppo facendo decine di morti;

5) secondo alcune notizie dalla Nigeria, le 200 studentesse cristiane rapite da Boko Aram sarebbero state uccise;

6) quindici migranti islamici fermati dalla polizia a Palermo per aver buttato in mare dodici migranti cristiani a causa della loro fede. Continua