Chi ricorda gli anni Settanta sa bene quanto i militanti di Lotta Continuafossero agnellini miti e mansueti. Sprizzavano amore e comprensione verso il prossimo.

Dev’essere per questo che il loro leader storico di allora, Adriano Sofri, ha voluto partecipare alla manifestazione di Firenze contro “l’aggressione squadrista” di alcune settimane fa al liceo Michelangelo. Continua

Ogni giorno, a proposito della marea migratoria, da Sinistra arrivano sermoni moraleggianti sul dovere dell’accoglienza generalizzata e incondizionata degli stranieri.

Peraltro danno spesso, tacitamente, ad intendere che tutti siano “profughi” (quando – in realtà – solo una piccola percentuale è costituita da profughi).

Eppure se, nella nostra storia nazionale, qualcuno ha da fare un “mea culpa” sull’accoglienza dei profughi, è proprio la Sinistra, almeno quella comunista.

La vicenda – perlopiù cancellata dalla storiografia ufficiale – riguarda addirittura dei profughi italiani, verso i quali avevamo dunque un doppio dovere di accoglienza e di solidarietà.

Accadde nel secondo dopoguerra. Sto parlando degli italiani del Quarnaro e della Dalmazia, di Zara, Pola e Fiume.

In quelle disgraziate terre del confine orientale, già martoriate dalla guerra, il comunismo titino arrivò brutalmente e “la volontà delle autorità comuniste jugoslave” fu subito quella di “eliminare ogni traccia di italianità” (Gianni Oliva). Continua