Ieri papa Bergoglio ha fatto appello a tutti: “Vaccinarsi, con vaccini autorizzati dalle autorità competenti, è un atto di amore… è un modo semplice ma profondo di promuovere il bene comune e di prenderci cura gli uni degli altri, specialmente dei più vulnerabili… E contribuire a far sì che la maggior parte della gente si vaccini è un atto di amore. Amore per sé stessi, amore per familiari e amici, amore per tutti i popoli”.

Questo pronunciamento probabilmente è finalizzato a persuadere i fedeli ancora diffidenti. Ma difficilmente convincerà le opposizioni ideologicheal vaccino di alcune frange cattoliche. Anzi, potrebbe avere l’effetto opposto.

Perché la disastrosa caratteristica di molti cattolici novax è proprio quella di fare di tutta l’erba un fascio, mescolando questioni politiche, sanitarie e religiose in un confuso minestrone, paventando oscuri disegni di una planetaria dittatura biotecnocratica”, di cui tutti i poteri sarebbero in qualche modo complici e di cui i vaccini rappresenterebbero l’aspetto più minaccioso. Continua

Ricevo e pubblico questo contributo della Dott.ssa Giuliana Ruggieri che fornisce molti elementi di riflessione sulla liceità morale della vaccinazione anti-Covid che ha destato un vivace e polemico dibattito fra i cattolici.

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Ricordiamo che il metodo per “conoscere un oggetto” è prima di tutto dettato dall’oggetto stesso e che per affrontare la questione “ vaccini”, argomento quanto mai attuale e dibattuto, è prima di tutto necessario partire dalla realtà, da indagare con la virtù della prudenza, mantenendo nettamente separati Il dato scientifico ed il giudizio morale.

Il contributo dei vaccini alla scomparsa di gravi malattie è paradossalmente, oggi, il suo maggior nemico in quanto l’opinione pubblica ha ridotto significativamente la consapevolezza della gravità delle patologie scomparse o drasticamente ridotte ed ha, in qualche caso, dimenticato che ciò è accaduto grazie all’efficacia di questa potente arma nelle mani della medicina.

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Raccontando la peste a Milano del giugno 1630, nel capitolo XXXII dei “Promessi sposi”, il Manzoni descrive lo smarrimento, il terrore e l’isteria collettiva che dilagavano in città e conia una frase che resterà proverbiale: “il buon senso c’era, ma se ne stava nascosto per paura del senso comune”.

Vale anche per noi, immersi nell’epidemia di Covid? Viene da chiederselo oggi che il “senso comune” ha il volto di un’ideologia dai tratti soffocanti.

In questi giorni ha fatto clamore il caso del microbiologo Andrea Crisanti, che solitamente viene osannato dai media mainstream. Cos’ha detto di tanto scandaloso per passare di colpo dalla lista dei Buoni a quella dei Cattivi?

Parlando dei vaccini che si annunciano ha spiegato: Normalmente ci vogliono dai 5 agli 8 anni per produrre un vaccino. Per questo, senza dati a disposizione, io non farei il primo vaccino che dovesse arrivare a gennaio. Perché vorrei essere sicuro che questo vaccino sia stato opportunamente testato e che soddisfi tutti i criteri di sicurezza ed efficacia. Ne ho diritto come cittadino e non sono disposto ad accettare scorciatoie. Continua