Troppo bella è l’Italia. E questo è un problema. Ha tante meraviglie che da secoli fa innamorare tutti accendendo molti desideri.

L’Italia ha creato bellezza e ha contagiato il resto del mondo. Nella penisola sono nati il libro moderno e la banca, da qui si sono irradiati la gastronomia, la moda, il buon gusto, lo stile, l’arte. Molto è stato dato, parecchio è stato preso. Al Louvre, e in altri musei francesi, gli oggetti prelevati in epoca napoleonica costituiscono ancora oggi una parte importante delle esposizioni”. Continua

Ma noi toscani siamo proprio come ci dipingono? A Fabio Martini, della Stampa, l’ex ministro socialista Rino Formica ha detto che Matteo Renzi è “furbo”, “può far male”, ma “è un capo senza truppe” e non sarà decisivo nella corsa al Quirinale.

Poi Formica ha tirato fuori questo ricordo:

“Nel 1944 conobbi Benedetto Croce… ad un certo punto, parlando di violenza politica, Croce disse: vi siete mai chiesti come mai in Italia non c’è stato un corpo spietato come le SS? E rispose: da noi poliziotti e carabinieri sono tutti ragazzi del Sud, ragazzi di buon cuore. Pensate invece se fossero stati tutti toscani…”.

Se è una battuta non fa ridere. Di sicuro mostra che il filosofo poco sapeva sulla vera natura delle orribili SS. Ma cosa c’entra con i toscani? E con la corsa al Quirinale? Perché Formica ha riportato questa battuta? Continua

Sapere che nella bellissima e antica Montalcino, terrazza affacciata sulla struggente Val d’Orcia, è stato appena aperto un museo del vino non stupisce, perché è la patria del Brunello, uno dei più famosi vini del mondo.

Ma in Toscana nulla è così banale, tutto è speciale ed è immerso nel di-vino. Anche il vino. Infatti la vera notizia è un’altra: con un investimento di due milioni di euro si è restaurato il complesso monumentale del convento di Sant’Agostino (XIV-XV secolo) che comprende l’antica chiesa e l’ex convento ed ex seminario, con il museo diocesano-civico e il museo archeologico: 5.500 metri quadrati di storia, fede e arte.

È qui che, in collaborazione con 60 cantine, si è aperto ora il “Tempio del Brunello”, circondato dalla bellezza sacra, dalle tavole di grandi artisti del medioevo senese come Simone Martini, Ambrogio Lorenzetti, Giovanni di Paolo, Sano di Pietro, Bartolo di Fredi e poi da sculture di artisti come Jacopo della Quercia e Francesco di Valdambrino, senza dimenticare il San Sebastiano di Andrea della Robbia. Continua

Scanzonati, irriverenti, sarcastici e buontemponi. E’ questo lo stereotipo dei toscani, alimentato anche da una gran quantità di comici, nati in questa terra e sciamati dovunque, e probabilmente amplificato pure da film come “Amici miei”.

Perciò è sorprendente scoprire ora – dal “Rapporto Osservatorio salute 2017” che la Toscana è la regione dove vengono prescritti (e quindi consumati) più antidepressivi. E a stupire non è solo il primato nazionale, ma anche la proporzione di tale primato: addirittura il 50 per cento in più della media nazionale.

Si poteva pensare – fuorviati da un equivoco letterario – che il male di vivere albergasse specialmente nelle riviere liguri di Montale o nella Torino di Pavese o sulle colline marchigiane di Leopardi. Oppure nelle nebbie della pianura padana dove è nato il cinema di Antonioni.

Invece l’epicentro è la Toscana, la Toscana che tutti avrebbero creduto felice e fortunata. Perché? Non è pensabile che i medici toscani abbiano deciso in blocco di esagerare con tali prescrizioni. Dunque quali sono le ragioni di questo strano fenomeno?

Certo, ciascuno fa storia a sé e i problemi che inducono i medici a prescrivere antidepressivi sono sempre molto personali. Ognuno – per parafrasare – Tolstoj – è infelice a modo suo.

Tuttavia è anche inevitabile che – quando un fenomeno assume certe proporzioni – si vadano a cercare delle cause generali. Si sostiene, per esempio, che possa dipendere dall’invecchiamento della popolazione, dalla crisi economica che impoverisce, dalla disoccupazione. Continua

Pagine e pagine di quotidiani sono state dedicate alla misteriosa “Adorazione dei Magi”, il capolavoro incompiuto di Leonardo tornato agli Uffizi dopo un lungo restauro.

E’ più bello ed enigmatico che mai. Ma qual è il suo mistero? Forse nessuno ha compreso l’opera leonardesca quanto un altro grande artista: Andrej Tarkovskij.

Del regista russo, morto in giovane età, nel 1986, esule, lontano dalla sua patria, che era ancora sotto il comunismo, Ingmar Bergman disse: “Quando scoprii i primi film di Tarkovskij fu per me un miracolo… Tarkovskij per me è il più grande”.

Nei film di Tarkovskij – pieni di spiritualità russa – tornano spesso le opere di Leonardo. Ma in modo speciale ce n’è una che sta al centro del suo ultimo film, “Il Sacrificio”, che vinse a Cannes il Premio speciale della giuria: è, appunto, l’“Adorazione dei Magi” di Leonardo. Continua

E’ sgradevole per noi toscani trovarci sulle prime pagine dei giornali solo per notizie catastrofiche come sta accadendo da qualche tempo.

Epidemie, fallimenti finanziari, ormai ci manca solo la pioggia di fuoco e l’invasione di cavallette (quella di cinghiali l’abbiamo già e per quella dei lupi, nelle campagne maremmane e sull’Appennino, ci stiamo attrezzando).

C’è un susseguirsi di sciagure diverse che vede il suo epicentro proprio in Toscana. E per chi – come me – ha sempre pensato di vivere nella terra più bella del mondo, è scioccante scoprire di essere nel cratere della sfiga nazionale. Continua

Un vino divino ci voleva, per festeggiare il compleanno di Michelle, il 17 gennaio scorso. Barack Obama, sotto anonimato, ha telefonato al “Caffè Milano” di Washington per far preparare la cena (pochi selezionati invitati: una ventina) e ha scelto lui il vino. Sapeva che in quel locale della capitale hanno proprio quello che lui e la first lady preferiscono. Continua