Ma noi toscani siamo proprio come ci dipingono? A Fabio Martini, della Stampa, l’ex ministro socialista Rino Formica ha detto che Matteo Renzi è “furbo”, “può far male”, ma “è un capo senza truppe” e non sarà decisivo nella corsa al Quirinale.

Poi Formica ha tirato fuori questo ricordo:

“Nel 1944 conobbi Benedetto Croce… ad un certo punto, parlando di violenza politica, Croce disse: vi siete mai chiesti come mai in Italia non c’è stato un corpo spietato come le SS? E rispose: da noi poliziotti e carabinieri sono tutti ragazzi del Sud, ragazzi di buon cuore. Pensate invece se fossero stati tutti toscani…”.

Se è una battuta non fa ridere. Di sicuro mostra che il filosofo poco sapeva sulla vera natura delle orribili SS. Ma cosa c’entra con i toscani? E con la corsa al Quirinale? Perché Formica ha riportato questa battuta?

Come sarebbe stata accolta se a coniarla e a rilanciarla, invece di un intellettuale meridionale e di un politico barese, fosse stato un intellettuale/politico del Nord, e anziché i toscani avesse preso di mira i meridionali?

Io l’avrei trovata assurda e ingiusta. E’ sciocco e offensivo – per esempio – identificare il bellissimo Sud e la sua splendida gente con fenomeni pessimi e sanguinari come mafia, camorra, ‘ndrangheta e Sacra corona. Tanto più lo sarebbe accostare il meridione alle SS con cui non c’entra nulla.

Ma allora perché con i toscani si può fare? Cosa abbiamo perpetrato di così terribile? Di quali spietati crimini ci siamo macchiati? La nostra storia è davvero così orrenda?

Ecco cosa c’è nella nostra storia: abbiamo la colpa di aver illuminato tutti di bellezza. Forse è questo che non ci perdonano. Abbiamo dato una lingua e un’identità all’Italia e una poesia sublime che non ha eguali nel mondo. Abbiamo inventato l’arte moderna e pure la scienza (e costruito banche, ospedali e opere di carità).

I “maledetti toscani” hanno fatto il Rinascimento, e non solo quello dei manuali (fra Quattro e Cinquecento), ma l’epoca che va da Dante e Giotto fino a Galileo: sono quei tre secoli in cui i toscani hanno riempito la terra di geni, di bellezza e di intelligenza così fondando la nostra civiltà. E’ per aver costruito la civiltà, che le SS volevano distruggere, che i toscani meritano la battutaccia di Croce?

Peraltro – a dirla tutta – i progenitori di questi “cattivissimi” toscani ebbero un ruolo decisivo pure nella “creazione” di Roma (gran parte dei suoi re erano appunto etruschi), al punto che Jacques Heurgon ha scritto: “È in verità impressionante il constatare che, per due volte nel VII secolo a.C. e nel XV d.C., pressoché la stessa regione dell’Italia centrale, l’Etruria antica e la Toscana moderna, sia stata il focolaio determinante della civiltà Italiana”.

Credo che Benedetto Croce e Rino Formica avrebbero meritato una pungente risposta da Oriana Fallaci, una che aveva combattuto contro le SS da ragazzina, partigiana a 14 anni, rischiando la pelle.

La battuta sui toscani non l’avrebbe digerita colei che faceva queste dichiarazioni d’amore alla sua terra: “Amo appassionatamente la Toscana. Mi inorgoglisce troppo quello che ha dato al mondo nel campo dell’arte, della scienza, della letteratura, della politica insomma della cultura. E a ogni pretesto parlo e scrivo della Toscana”.

Certo, anche la Fallaci – essendo una donna di carattere – era ritenuta un pessimo carattere. Come i toscani in genere. Ma non si può confondere la tagliente passionalità e l’ardore di una toscana come lei, con la fredda ferocia delle SS. Siamo agli antipodi.

Michelangelo e Leonardo, Piero della Francesca, Petrarca, Brunelleschi e Botticelli sono l’opposto della barbarie.

Fra l’eroica carità di santa Caterina, che curava amorevolmente malati coperti di piaghe, e il capo delle SS Heinrich Himmler, con le sue crudeli divinità pagane, c’è la distanza che oppone Dio e Satana.

Naturalmente Caterina è una santa, ma il suo temperamento focoso, innamorato e la sua parola libera sono molto toscani.

Certo, quando non è modellato dalla carità quello toscano è un carattere spigoloso, urticante, ma abbiamo provveduto da soli a bacchettarci, sia irridendoci reciprocamente – fin dai tempi di Dante e Cecco Angiolieri – sia nei tempi moderni con lo stereotipo del “maledetto toscano” creato da Curzio Malaparte.

Dante ha immortalato il carattere toscano (quindi anche il suo) in Farinata degli Uberti. Abbiamo la lotta di fazione nel sangue, ma non senza grandezza e nobiltà. Abbiamo nel Dna Lorenzo il Magnifico e pure il genio beffardo (ma intimamente idealista) di Machiavelli.

Anche per questo attiriamo ostilità. Accade al toscano Matteo Renzi e anche alla toscana Rosy Bindi che – scrive Stefano Folli – “ambienti dei 5S e della sinistra” oggi vorrebbero candidare al Quirinale.

Peraltro Renzi e la Bindi si sono sempre guardati di traverso. Ovviamente. Auguro ogni bene a Rosy, ma noi toscani – con la nostra tagliente e divisiva faziosità – non siamo adatti a una carica ecumenica e conciliante come deve essere quella presidenziale.

 

Antonio Socci

 

Da “Libero”, 31 ottobre 2021

 

 

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